Camminare lungo il fiume per trovare gioielli sulle rive. Lara scopre centinaia di pietre da anello o collana. Cosa sono? E perché in queste quantità tra i ciottoli? Rispondono la cercatrice e gli storici

La cercatrice e scrittrice Lara Maiklem e, a destra, le pietre trovate sulle rive del fiume @ Lara Maiklen

Lara Maiklem, scrittrice britannica e appassionata cercatrice di tesori lungo le rive del Tamigi, ha attirato l’attenzione con le sue affascinanti scoperte. Oltre a frammenti di ceramica, monete e antichi manufatti, Lara ha trovato una serie di pietre preziose e semipreziose, tra cui granati, ametiste, spinelli e persino perle. Questi ritrovamenti sollevano interrogativi intriganti: come sono finiti lì? Da dove provengono? E cosa ci dicono sul passato del Tamigi?


Lara Maiklem e i suoi tesori

Lara racconta con entusiasmo di aver raccolto sul letto del Tamigi una collezione di gemme variegate:

“Ho trovato sia oro che gioielli sulla costa del Tamigi. Questi sono i miei gioielli: quarzo affumicato, uno spinello blu, una grande perla coltivata, un granato dello Sri Lanka taglio grande e un granato taglio più piccolo, un cabochon di ametista e una piccola ametista. Sono seduti su un letto di granati naturali, uno dei segreti meglio custoditi del fiume.”

Lara ha fatto verificare le sue scoperte da esperti di gioielleria di Boodles, confermando l’autenticità delle pietre. Tra le gemme spiccano i granati, la cui abbondanza nel fiume pone interrogativi interessanti.


I granati: caratteristiche e origine

I granati sono minerali composti da silicati, conosciuti per la loro durezza (7-7.5 sulla scala di Mohs) e i loro colori vivaci, che spaziano dal rosso rubino al verde smeraldo. Il termine “granato” deriva dal latino granatus, che significa “simile al seme”, in riferimento ai chicchi del melograno, a cui le gemme rosse ricordano per forma e colore. In alcune regioni del settentrione d’Italia, il melograno si chiama ancora, in dialetto, pom granat. E’ proprio al colore rubino scuro dei chicchi del melograno che il granato è riferito.

I granati dello Sri Lanka, come quelli trovati da Lara, sono particolarmente apprezzati per la loro qualità. Questa regione è una delle principali fonti storiche di granati, esportati verso l’Europa fin dall’antichità. Durante il Medioevo e il Rinascimento, i granati erano usati per creare gioielli preziosi e simbolici.


Perché ci sono così tanti granati nel Tamigi?

Il Tamigi, un tempo arteria commerciale cruciale, porta con sé i segreti di secoli di attività umane. La presenza di granati, lavorati o semilavorati, è una delle sue curiosità più intriganti. Diverse teorie cercano di spiegare questo fenomeno:

1. Scarti industriali

Una delle ipotesi più accreditate è che i granati siano residui di lavorazioni industriali. Grazie alla loro durezza, i granati erano impiegati come abrasivi naturali per la pulizia o il taglio di materiali. Gli scarti di questa lavorazione potrebbero essere stati scaricati nel fiume. Nei ritrovamenti potrebbero accumularsi granati che sono scarti industriali e granati che, un tempo, formavano collane o braccialetti, persi nel fiume. Il granato era una pietra molto amata e molto diffusa presso le nostre antenate. Raggiunse la massima diffusione durante l’Ottocento e il periodo Liberty. Le pietre lavorate potrebbero giungere dagli oggetti smarriti nel fiume.

2. Commercio marittimo e incidenti

Il Tamigi era un’importante via di accesso per le navi della Compagnia delle Indie Orientali, che trasportavano pietre preziose e semipreziose dall’Asia. È plausibile che una nave abbia perso parte del suo carico, disperdendo granati in acqua. Tuttavia, questa teoria non spiega la distribuzione dei granati in diversi siti lungo il fiume.

3. Scarti dell’industria della gioielleria

Alcuni granati potrebbero essere stati gettati nel Tamigi come scarti dell’industria della gioielleria. Solo il 10% delle pietre trovate è di qualità gemmologica, mentre il resto potrebbe essere materiale di scarto lavato via durante le lavorazioni.

4. Depositi storici e naturali

Anche se Lara sottolinea che i granati non sono originari del Tamigi, è possibile che il fiume abbia trasportato pietre da antichi depositi terrestri o che alcune siano state accidentalmente disperse da mercanti o artigiani locali.


Il fascino del mudlarking e il mistero dei granati

Il mudlarking, la ricerca di tesori lungo il fiume, è una pratica che risale al XIX secolo, quando i poveri cercavano oggetti di valore nel fango per sopravvivere. Oggi è diventato un hobby affascinante e ricco di scoperte, che offre una finestra unica sul passato.

I granati del Tamigi, insieme alle altre pietre preziose e semipreziose, raccontano storie di commercio, artigianato e industria. Lara Maiklem, con la sua passione per il mudlarking, ha portato alla luce questi tesori nascosti, trasformandoli in un simbolo della connessione tra passato e presente.

Come suggerisce Lara:

“L’unica cosa certa è che nessuno sa davvero perché ci sono granati nel Tamigi!”

E proprio questo mistero rende il fiume e le sue rive un luogo di inesauribile fascino e scoperta.

Lara Maiklem: la regina del mudlarking

Lara Maiklem è una scrittrice britannica e appassionata cercatrice di tesori lungo le rive del Tamigi, conosciuta per aver portato alla ribalta la pratica del mudlarking, un’attività che consiste – come abbiam o visto – nel cercare oggetti di interesse storico o culturale nel fango e nelle sponde dei fiumi. Cresciuta nel Kent, Lara ha sempre avuto un profondo legame con il paesaggio naturale e la storia, un interesse che si è trasformato in una vera e propria passione durante la sua vita adulta a Londra.

Dopo aver lavorato per anni nell’editoria, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla sua vocazione, esplorando le rive del Tamigi in cerca di frammenti di passato. Con il suo occhio attento e una grande conoscenza storica, Lara ha scoperto oggetti che spaziano da monete romane a spille vittoriane, frammenti di ceramica medievale e persino gioielli antichi, come granati, perle e ametiste.

Il suo libro più celebre, Mudlarking: Lost and Found on the River Thames, pubblicato nel 2019, è diventato un bestseller, celebrato per il suo stile narrativo avvincente e la capacità di intrecciare storie personali con la storia del fiume e dei suoi tesori. L’opera ha vinto numerosi premi ed è stata tradotta in diverse lingue, consolidando la sua reputazione come una delle voci più originali nel panorama culturale britannico.

Oltre alla scrittura, Lara condivide le sue scoperte e riflessioni sui social media, dove ha raccolto una vasta comunità di appassionati. Attraverso video e fotografie, offre uno sguardo unico sul mondo del mudlarking, rendendo accessibile al grande pubblico questa affascinante attività.

Lara Maiklem è oggi considerata una delle principali esperte della storia e della cultura materiale legata al Tamigi. Le sue esplorazioni hanno contribuito a riscoprire aspetti dimenticati della vita quotidiana di Londra attraverso i secoli, dimostrando che anche i frammenti più umili possono raccontare grandi storie.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa