Semplice, dominato da intense inclinazioni sentimentali, dotato dell’ingenuità di un bambino, il Doganiere Rousseau trasformò la propria tavolozza in un cuore sul quale scrivere i nomi delle donne amate...Henri entrò in una profonda fase depressiva. Qualcuno sostiene che in un clima di punizione masochistica si ferì ad una gamba. Comunque è certo il fatto che l’artista non si curò e la ferita andò in cancrena. Rousseau morì all’ospedale di Parigi all’età di sessantasei anni
L'uso delle dita fu causa di un'inconsapevole, continua ingestione e assimilazione dei componenti chimici del bianco - la biacca era prodotta con il carbonato basico di piombo - che provocò un'intossicazione gravissima, causa del blocco intestinale. Tranquillo Cremona si spense a Milano, il 10 giugno 1878. L'artista era nato 41 anni prima a Pavia, il 10 aprile 1837. Era stato il maggior interprete della Scapigliatura in ambito pittorico
Non c'è immagine più sognante e trasognata, più intensa, più legata a un'attività onirica che porta l'amore a diventare denso e peccaminoso, di quella posta sulla scatola originale dei Baci Perugina. Un capolavoro di sentimento e di erotismo, sia a livello di confezione che nella forma proibita del cioccolatino. Per questo i Baci sono un capolavoro assoluto nell'ambito di un'arte inconsapevolmente pop, pre-pop. L'immagine che Federico Seneca (Fano, 1891 – Casnate, 1976), pittore, grafico, pubblicitario e direttore artistico della Perugina negli anni Venti, offrì al pubblico nacque dall'estrapolazione e dalla rielaborazione de Il bacio di Hayez, che venne ridipinto senza pareti, contro un cielo serale, placido, dominato da una pace effusa e da un silenzio profondo
La violenta artrite deformante che colpì Pierre-Auguste Renoir (1841-1919). in tarda età non gli impedì l'esercizio artistico né la realizzazione grandi e importanti dipinti come Le bagnanti, ultimo canto monumentale alla donna, al nudo femminile, al corpo dell'altra metà del cielo dal quale egli coglieva l'inesausta forza della vita
La divergenza di opinioni tra Cellini e l’aretino a proposito del collocamento di un catafalco in onore di Michelangelo Buonarroti sfociò in insulti ed ingiurie da parte dello scultore. E Giorgetto il botolo si vendicò a freddo relegando nelle Vite l’irascibile avversario tra gli artisti “minori”. Il pittore e storico aretino si produsse anche in un altro piccolo capolavoro di cattiveria e di intelligenza. Benvenuto è rappresentato sul fondo, in ultima fila, mentre ci guarda obliquamente con aria irosa e sospettosa.
Un libro di Maria Letizia Gualandi rivisita l’arte antica in Grecia e a Roma senza trascurarne gli aspetti più “prosaici”, legati all’economia ed al mercato - Pittori e scultori, anche se abili, venivano considerati artigiani - Le firme ed i falsi - Quali erano i redditi, quale lo status sociale d’un artista celebre - Cicerone il collezionista: predicava bene ma razzolava malissimo.
La svolta che Monet impresse alla propria pittura, passando dal paesaggio a campo largo, alla visione ravvicinata di porzioni di natura che preludono alla via dell'informale, fu consentita, oltre alle esigenze del pittore di rinnovare le modalità di rappresentazione dell'istante di luce, dal mercato della botanica che, proprio in quegli anni, si apriva all"invenzione", attraverso incroci tra specie esotiche e la bianca europea, delle ninfee colorate. In precedenza, da noi, questi fiori delle acque stagnanti erano nivei. Ma all'esposizione universale del 1889 Latour-Marliac, un possidente appassionato di giardini, presentò le nuove varietà, che conquistarono il pubblico e che gli valsero il primo premio nella propria categoria
Il Magnasco dedicò agli interni di nobili conventi alcuni quadri dominati da un’atmosfera raffinata e aperta al peccato. Tra ironia e denuncia libertina, suore come cortigiane bevono lussuriosamente cioccolata, badano al proprio corpo e incontrano suonatori (con allusioni erotiche insite nel concerto) nel parlatorio.
Immagini e ricostruzione fotografica del periodo più oscuro di Michelangelo Merisi, dalla nascita all'apprendistato nella bottega milanese di Simone Peterzano. Il futuro artista venne alla luce a Milano, ma fu trasferito, da bambino, a Caravaggio, presso la casa del nonno amatissimo, che fu per il bambino una guida straordinaria. Nella cittadina bergamasca frequentò, a livello parrocchiale, le scuole fino all'età di 14 anni. Poi tornò a Milano, dove inizò la formazione artistica
Ecco ciò che so della sua morte. Quella domenica era fuori immediatamente dopo pranzo, il che era insolito. Al crepuscolo, non era ancora tornato, il che ci sorprese moltissimo, perché estremamente corretto nei suoi rapporti con noi, arrivava sempre ai pasti regolari. Eravamo tutti seduti sulla terrazza del caffè, cosa che succedeva solo la domenica dopo il trambusto di una giornata più stancante dei giorni feriale. Quando vedemmo arrivare Vincent, era calata la notte- Dovevano essere circa le nove