Ganimede, figlio del re di Troia Troo, giovane di grande bellezza, conquistò Giove, che, innamoratosi di lui, si trasformò in aquila e lo rapì, portandolo con sé sull'Olimpo e facendo di lui l'immortale coppiere degli Dei. Questo amore, di chiara natura omosessuale, fu molto celebrato nell'antica Grecia, a dimostrazione della sua legittimità e naturalezza all'interno di quella cultura. Tale mito ebbe poi molta fortuna, al punto che Ganimede venne presto identificato in astrologia con la costellazione dell'Acquario
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Il diavolo fa l'imprenditore. Professionisti all'inferno negli affreschi di Sant'Agata dei Goti
Iconologia, News and Pittura antica
Un fabbro, un banchiere, un giudice, un notaio, un calzolaio, un mugnaio, un oste, un macellaio e probabilmente un sarchiatore, tutti accompagnati dagli attrezzi tipici del loro mestiere e da una scritta che li qualifica, sono avvolti dalle fiamme dell’inferno e puniti da un serpente che morde loro le braccia. La presenza all’inferno di categorie socio-professionali costituisce una testimonianza della nuova realtà economica e civile che si andava affermando nella società bassomedievale, dove giudici, notai, mercanti e artigiani, erano ormai diventati indispensabili alla vita cittadina
Parmigianino e il 72, numero di Dio. Pittura, magia e alchimia nel ritratto Sanvitale
arte curiosità, Arte e superstizione, Arte ed esoterismo, Iconologia, Il ritratto nell'arte, Immagini magiche, La magia nell'arte, News and Pittura antica
Galeazzo Sanvitale ritratto da Parmigianino regge nel guanto una medaglia sulla quale appare la cifra 72 che, secondo la Cabala, rappresenta il nome intero del Creatore. Un oggetto magico a cui chiedere protezione
Quando la Gioventù cerca di fermare il Tempo
arte curiosità, Iconologia, Scultura antica and Scultura dell'ottocento
Uno splendido marmo di Donato Barcaglia. Il Tempo raffigurato con la consueta lunga barba e la falce, con la quale abitualmente recide lo scorrere delle vite, sembra riuscire a svincolarsi dalla stretta, che la donna, preoccupata di non essere più nella giovinezza fulgente - come un fiore con qualche petalo sgualcito - cerca in ogni modo di interporsi al suo moto. Il corpo femmineo appare sbilanciato indietro dallo sforzo, il viso alterato visibilmente dalla fatica, i piedi quasi terrigni puntati al suolo
Dalle rappresentazioni con finalità morali allo studio del gioco come raffigurazione del conflitto sociale: così i pittori raccontarono l’ossessione nei confronti del caso. Cieco da dover essere rapito e obbligato ad assecondare il giocatore. Gli spezzoni di Caravaggio e di Pitocchetto.
Il tema della Salomè o di Giuditta venne utilizzato dagli artisti per porre in luce i rischi dell’amore e la cessione totale di sé all’amata. Un misterioso dipinto di Moretto si profila come un invito alla prudenza amorosa, mentre Tiziano non ebbe esitazione nel porre il proprio capo tra le mani della donna
Paolo e Francesca – Perché con questa incisione Doré ha battuto tutti gli illustratori
Divina Commedia nell'arte, Gli animali nell'arte, Iconologia and News
Il corpo candido di Francesca diventa il ventre e il busto della colomba, mentre quello piu' scuro di Paolo rappresenta le ali e il dorso del volatile. Non sono più due colombe, come nella Commedia, ma una sola carne. Si può anche notare che questa colomba assume, nella propria aerea compattezza, la forma di cuore e di foglia strappata dal vento. Straordinario gioco del disegnatore. Insieme egli scolpisce gli amanti, il cuore, la colomba e la foglia lasciando che queste immagini agiscano sull'osservatore in modo subliminale., aperte e chiuse dalla comprensione del testo, aperte e chiuse come suggerimento ermeneutico
Perchè San Paolo era rappresentato come un uomo calvo?
A partire dal IV secolo, si consolida sulla base di un rapporto con l’immagine del filosofo, calcata sulla fisionomia del pagano Plotino - riconosciuto in alcuni esemplari marmorei, tra i quali spicca la testa conservata nel Museo Archeologico di Ostia -, che rivoluziona il concetto del pensatore antico introducendovi una dimensione fortemente mistica che troverà accoglienza in seno al Cristianesimo dei primi secoli
La volpe come simbolo secondo Leonardo da Vinci
Simbolo di astuzia e di falsità, fin dai tempi degli antichi, la volpe è stata sempre considerata un avversario temibile, non quanto il lupo, nemico diretto e terribile, per il mondo contadino di un tempo, ma rappresentazione di una furbizia che sembrava dividere con i malviventi e gli imbroglioni. Grande e paziente cacciatrice, la volpe ha molti tratti comuni con i cani - anch'essa, infatti, è un canide - e con i lupi. L'intelligenza acuta è pertanto ottimamente utilizzata con finalità predatorie
Filosofo, sei uno straccione. La nobile povertà di chi pensa
In un gioco ambiguo, i pittori del Seicento rappresentarono i pensatori in una dimensione dimessa che sfiorava la più nera povertà. Così nasceva l’intellettuale moderno: disprezzato e deriso per la sua incapacità di produrre ricchezza e potere. Ma da quegli stracci usciva anche la vittoria sul mondo