L’atteggiamento di allerta si configura come uno dei massimi esempi della funzione iconografica svolta, nei dipinti, dagli animali da compagnia, che si rivelano, nella maggior parte dei casi, non tanto come elemento scenografico, quanto come autentici motori di senso finalizzati al condizionamento della scena stessa. Cani e gatti, dunque, come indicatori di tracce sonore, atti a coinvolgere non solo la vista ma anche l’udito dello spettatore.
Leggi tutto L’abbaiare del cane e le bestie in allerta davano un senso preciso alle scene dipinteEsplorazione di uno degli atteggiamenti più maturi e complessi, che implica il contenimento delle emozioni e la sofferenza dell'attesa, nella certezza che nessuno può risolvere un problema immediatamente e che le strade per giungere a destinazione sono lunghe e tortuose
Leggi tutto Giorgio Vasari, così nacque l’Allegoria della Pazienza Un cassone ligneo come ammonimento contro le tentazioni peccaminose... Nell’iconografia religiosa l’animale mantiene un’accezione negativa. In alcune scene di san Gerolamo nel deserto, ad esempio, alluderebbe alle passioni e alle tentazioni demoniache contro cui deve lottare l’eremita. Agli uccelli - creature del cielo, simili ad angeli - è invece affidato il compito di stanare le “malvagie” lepri.
Leggi tutto Gli sposi combattano la lussuria: il monito viene da pellicani e conigli dipintiCarlo Crivelli, ma pure Mantegna e i pittori della scuola ferrarese, utilizzarono molto spesso festoni di frutti, infilzati e legati per decorazione, con il fine di elebrare l'apoteosi di vita delle scene della Madonna in trono con bambino. Maria era fecondità, gioia, ricchezza; a Maria ci si rivolgeva per avere anche la grazia di ottenere il pane quotidiano, attraverso un'intercessione a Dio padre. Gli spnedidi troni di questa pittura, con tripudi vegetali, dell'Italia settentrionale, costituiscono, peraltro, un precedente alla natura morta che, in molti casi, sarebbe stata collezionata volentieri, come genere pittorico, anche dagli altri prelati, tra i quali il cardinale Borromeo, con fini religiosi e per amore della pittura
Leggi tutto Un cetriolo per la Madonna. Ma perchè quella presenza impudica nei quadri sacri?Quando il male ha il sopravvento. Ottone Marcellis dipingeva in modo ossessivo rettili che divoravano farfalle. Vanitates crudeli, che poggiavano sul piccolo zoo casalingo allestito dal pittore per copiare dal vero. Il piano dei simboli. I soggetti che proponeva agli acquirenti sembrano invariabilmente quelli: muta la prospettiva, cambia lo scenario, ma i protagonisti sono sempre loro. Serpi viscide (con la variante di chioccioline striscianti) e farfalle vibratili, intrise di luce-colore. Nato in Olanda - a Nimega, nel 1619 -, ha viaggiato in Francia, Inghilterra, Germania e Italia, luogo in cui è stato apprezzato più a fondo, tanto è vero che è conosciuto anche con il nome italianizzato di Ottone Marcellis
Leggi tutto Il pittore seicentesco maniaco dei serpenti e delle farfalle. Vanitas e doloreUna ricerca di Bernardelli Curuz dedicata alla funzione iconografica degli animali da compagnia dei dipinti mette in luce il ruolo basilare svolto da cani e gatti nella delineazione dell’atmosfera della scena. Gli atteggiamenti delle bestiole anticiparono così il ruolo svolto nel cinema dalle colonne sonore
Leggi tutto Silenzio, parla il cane. La funzione degli animali domestici nella pittura"La cultura di Arcimboldo risente certo del clima delle Wunderkammern - dice Maurizio Bernardelli Curuz - ma non ci troviamo di fronte, osservando i compositi ritratti, soltanto ad un gioco stupefacente. Egli infatti, sotto il profilo alchemico e neoplatonico, fornisce l'immagine spirituale del dio o del demone che sta dietro la materia. La sua pittura, così squillantemente materiale, canta l'immaterialità dei motori dell'universo che appaiono dietro la superficie del mondo. Tra neoplatonismo e animismo, il pittore induce a pensare che è necessario andare al di là delle apparenze della natura che, osservata da un certo punto di vista e nell'unita del suo complesso, rivela un senso superiore, garantito da quegli spiriti intermedi che portano all'Essere superiore"
Leggi tutto ARCIMBOLDO – Perché dipingeva quelle facce? Il significato simbolico. I costi delle sue opereLa piccola tavola mostra Sant'Antonio, che è identificabile dalla croce a forma di T sul suo mantello. La mano sinistra poggia sul bastone, anch'esso a forma di tau. mentre usa la destra per riempire una brocca d'acqua. Il santo è minacciato in questa esistenza, dedicata a Dio, dalle strane creature che lo circondano. Anche se l'immagine è stata pesantemente ritoccata e sovraverniciato durante un restauro del ventesimo secolo, la mano di Bosch è ancora chiaramente riconoscibile nel pennellata originale
Leggi tutto Il Bosch scoperto negli Usa. Cosa significano gli animali ai piedi di Sant'AntonioLa Pittura di Savoldo è tutta attraversata dall’azione di un doppio registro – basso continuo dell’ombra o la melodia vibrante e concertante della luce – quasi che il pensiero dei pittori collocati sulla linea Bergamo-Venezia rimbalzasse costantemente dai fumi di paesaggi dell’anima di Petrarca al Vangelo di Giovanni, in buona parte sviluppato sul fitto contrappuntare tra struggimento malinconico e divina epifania contrassegnata dall’irruzione della luce. Tristi ombre e luci giovannee, in costante regime di interlocuzione, agiscono in Savoldo nella forma di un gigantesco mantice pittorico-emotivo, che fa dilagare l’ansia della notte incipiente e la stempera nella certezza luminosa di Cristo
Leggi tutto Luminismo – La luce in pittura che vince il dolore. Origini teologichePoichè le Natività non dischiudevano il dramma della Passione e la Gloria della Resurrezione, si procedette sostituendo la figura di Gesù adulto, nei pressi della Croce o proprio sulla Croce, con l'immagine di Cristo bambino. Un bambino di tre o quattro anni, addormentato sul legno della condanna capitale o già collocato sullo strumento di tortura e di morte
Leggi tutto Così misero in Croce Gesù Bambino. Iconografia e iconologia del Bambino