Dal punto al ponte. Dal rilievo aereo allo scavo, dallo scavo al recupero di un viadotto romano di 142 metri sulla via Traiana

Di fatto fu realizzato non per oltrepassare un fiume, ma una zona paludosa. Per questo il tratto del manufatto antico è particolarmente lungo

di Redazione

Stile arte è un quotidiano di arte e archeologia, fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

Brindisi, Puglia, 30.05.2024 – Prima, sulla mappa fotografica c’era un punto giallo. Un solo punto, circondato da arbusti e coperto da vegetazione. In questi giorni, come ha comunicato l’azienda De Marco Srl, – specializzata nel campo dell’archeologia e del restauro – con un post, sono assai evidenti i lavori nel cantiere Cantiere di restauro del ponte romano di Apani – Brindisi – sull’antica via Traiana. Tutto ciò è bel visibile dall’immagine, qui sotto.

Nella parte superiore veniva identificato, in un’immagine aerea, il punto di scorrimento della struttura che, da secoli, si era interrata fino ad essere coperta. Nelle altre tre immagini pubblicate dalla De Marco srl, che ha svolto i lavori, la progressiva liberazione del viadotto dalla morsa millenaria che lo aveva praticamente cancellato.


Il viadotto Viadotto della via Traiana è ubicato in un vigneto a circa m 600 a Nord della Masseria Apani, nel territorio comunale di Brindisi, in Puglia. È stato realizzato in  ‘opus reticulatum’ – le pietre o i mattoni disegnano un reticolo – listato con due corsi di laterizio.

E’ lungo m 142, incluso il varco di m 11,20 che era scavalcato da un ponte; è largo m 6,35 compresi i muretti di circa m 0,80 di spessore, per cui la sede stradale si riduceva a m 4,75. Era alto oltre m 2 e rinforzato con speroni sporgenti m 1,35 e distanziati da m 3,10 a m 3,82. I laterizi sono spessi cm 3/3,5; i letti di malta cm 1/1,9. Di fatto fu realizzato non per oltrepassare un fiume, ma una zona paludosa. Per questo il tratto del manufatto antico è particolarmente lungo.

Le tre fasi di intervento con la completa riemersione della struttura @ Foto De Marco srl

La via Traiana, conosciuta anche come via Appia Traiana, era una strada romana dell’epoca imperiale che collegava Benevento (Beneventum) a Brindisi (Brundisium).

Costruita tra il 108 e il 110 d.C. per ordine dell’imperatore Traiano, rappresentava un’alternativa alla più antica via Appia e rimase in uso fino al medioevo e, in parte, fino all’epoca moderna, specialmente nel tratto appenninico.

La via Traiana ripercorreva, in larga misura, la preesistente via Minucia, un antico e difficile percorso di epoca repubblicana. Tuttavia, nel tratto iniziale particolarmente accidentato, furono necessarie alcune rettifiche. Sembra poi che la vecchia via Minucia, a differenza della Traiana, non attraversasse in altezza i monti della Daunia, ma seguisse piuttosto la più meridionale valle del Cervaro o, più probabilmente, la vallata del Sannoro, affluente del Cervaro, proseguendo poi internamente senza passare per Barium.

Tratto in Campania
La strada partiva da Benevento verso est, attraverso l’Arco di Traiano; superato un ponticello, si dirigeva verso il vicus di Forum Novum (tra gli attuali comuni di Paduli e Sant’Arcangelo Trimonte), proseguendo poi verso Buonalbergo. In questo tratto si trovano tracce dei ponti Latrone e San Marco, oltre ai resti del ponte delle Chianche. La strada continuava verso Santa Maria dei Bossi, nell’area di Casalbore, e fino al fiume Miscano seguiva il tracciato del tratturo Pescasseroli-Candela.

Dopo aver attraversato il torrente Ginestra con il ponte di Santo Spirito (conosciuto anche come ponte del Diavolo, di cui resta un solo pilone), la via proseguiva verso il pianoro della Malvizza, nella valle del Miscano. Superato il fiume tramite il ponte della Malvizza (anch’esso anticamente chiamato ponte del Diavolo, ma del quale rimangono pochi resti), la via Traiana risaliva verso l’altipiano di Sant’Eleuterio, dove sorgeva Aequum Tuticum, nell’attuale territorio di Ariano Irpino, all’incrocio con la via Herculia e la via Aemilia.

Il percorso continuava poi verso il casale Tre Fontane, in territorio di Greci, coincidente con il tratturello Camporeale-Foggia, fino a raggiungere il valico appenninico di San Vito.

Tratti in Puglia
Al valico di San Vito (nel territorio di Faeto) la strada raggiungeva la massima altitudine (947 m s.l.m.), dominato da un’altura isolata, il Castiglione, di grande rilevanza strategica. La strada superava poi l’ultima difficoltà, la dorsale dei monti della Daunia, attraverso un passaggio angusto (forse artificiale), detto il Buccolo. Da qui, la via scendeva ripida verso Aecae, l’attuale Troia, abbandonando il tracciato del tratturello Camporeale-Foggia per dirigersi verso Herdonia, al centro del Tavoliere delle Puglie, dopo aver attraversato il fiume Cervaro con un lungo ponte (le cui rovine si trovano presso la masseria Ponte Rotto).

Da Herdonia, la strada proseguiva verso Canusium (Canosa), Rubi (Ruvo) e Butuntum (Bitonto), per poi continuare su due tracciati differenti. Una era La “via Appia-Traiana” che si estendeva lungo la costa e che che toccava Barium (Bari), Neapolis (presso Polignano a Mare) ed Egnatia (a nord-est di Fasano).
L’altra era la “via Minucia Traiana”, più interna, che passava per Midunium (Modugno), Caelia (Ceglie del Campo), Capursi (Capurso), Noa (Noicattaro), Azetium (Rutigliano) e Norba (Conversano), riunendosi poi alla costiera nei pressi di Egnazia.
La strada proseguiva infine fino a Brindisi, cittadina nella quale è stato portato alla lungo il lungo viadotto.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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