Farfalle, forse crostacei, forse pesciolini. Animali mitici e splendidi, dalla coda o dalle ali triangolari. I grandi di occhi che seducono, come quelli di una giovane donna o di un minuto pesce che scruta, dall’onda, chi cammina sulla battigia. I gioielli emergono dalla tomba. L’oro contrasta con il colore vivido e sanguigno delle decorazioni, simile a quello del rubino.
Nelle montagne della Crimea, sul suggestivo altopiano di Mangup, un team di archeologi ha riportato alla luce sepolture di nobildonne risalenti a circa 1.600 anni fa, corredate da gioielli d’oro e argento di straordinaria bellezza. Le scoperte, effettuate nel cimitero di Almalyk-dere, testimoniano la presenza di un’élite sociale che abitava questa regione tra il IV e il VI secolo d.C., arricchendo le nostre conoscenze sulle culture che hanno popolato la Crimea durante l’Alto Medioevo.
L’altopiano di Mangup si trova a un’altitudine di circa 583 metri sopra il livello del mare.
Questo altopiano è noto per le sue spettacolari formazioni rocciose, le ripide scogliere che lo circondano e le numerose testimonianze archeologiche e storiche, tra cui il sito medievale di Mangup-Kale, che un tempo fu una delle principali fortezze della regione. L’altitudine e la posizione strategica del Mangup Plateau lo hanno reso un luogo ideale per insediamenti fortificati e luoghi di culto, come dimostrano le sue necropoli e i complessi religiosi rupestri.
Il cimitero di Almalyk-dere: luogo di riposo dell’élite
L’Almalyk-dere, situato sull’altopiano di Mangup, è il più grande necropoli medievale della regione e sorge a soli 13 chilometri da Sevastopoli, l’antica città greco-romana di Chersonesos. Questo cimitero non era destinato alla popolazione comune, ma fungeva da luogo di sepoltura per le classi più elevate della società.
“La letteratura conferma che questo necropoli non era adatto alla popolazione ordinaria: i complessi funerari appartengono a gruppi d’élite che vivevano nell’area sud-occidentale della Crimea,” ha spiegato Valery Naumenko, decano della Facoltà di Storia presso l’Università Federale V.I. Vernadsky.
Nonostante il saccheggio intensivo subito nei secoli, gli archeologi hanno scoperto oggetti di valore eccezionale, offrendo uno sguardo inedito su usi, costumi e rapporti commerciali di queste comunità.
I ritrovamenti: gioielli e oggetti preziosi
Tra i reperti spiccano monili raffinati e manufatti d’uso personale:
1. Gioielli d’oro e d’argento
- Orecchini d’oro: Realizzati con lamine dorate e inserti di pietre preziose come granato o corniola, gli orecchini ritrovati rappresentano una rarità per la Crimea. La forma ricorda lampade o lanterne sfaccettate. All’interno erano vuoti per catturare la luce colorata di rosso, in trasparenza. Rubino e granato erano pietre utilizzate spesso nell’ambito dei gioielli delle donne sposate
- Fibule d’argento dorato: Decorate con sottili motivi ornamentali e pietre rosse, queste grosse spille erano probabilmente prodotte localmente a Chersonesos o nel Bosforo Cimmerio, ma il loro stile raffinato suggerisce influenze esterne.
- Applicazioni d’oro: Elementi che decoravano probabilmente il colletto di abiti, testimoniano l’attenzione per l’abbigliamento e il lusso delle nobildonne.
2. Contenitore di cosmetici
In una delle cripte è stato ritrovato un pyxis, un piccolo contenitore decorato realizzato in corno animale (nella foto sopra, al centro), usato per conservare polveri cosmetiche come il fard. Questo oggetto non solo testimonia le pratiche estetiche delle donne di alto rango, ma rappresenta anche un raro esempio di artigianato dell’epoca.
Chi erano le nobildonne sepolte ad Almalyk-dere?
Gli archeologi ritengono che queste tombe appartenessero a donne di rango elevato, i cui ornamenti raccontano storie di connessioni culturali e commerci internazionali:
- Eredità locale e influenze esterne: Mentre le fibule erano probabilmente prodotte localmente, gli orecchini d’oro sembrano importati, forse dall’Impero Romano d’Oriente.
- Stili di vita sofisticati: La presenza di gioielli raffinati e di oggetti personali, come il pyxis, suggerisce che queste donne facessero parte di una classe sociale che viveva con agi e aveva accesso a beni di lusso.
Il contesto storico: il Mangup Plateau e la Crimea tardo-antica
Un crocevia culturale
Durante il IV e il VI secolo d.C., la Crimea era un importante crocevia tra il mondo romano, bizantino e le steppe eurasiatiche. L’altopiano di Mangup, sede del necropoli di Almalyk-dere, era abitato da una popolazione mista, probabilmente composta da goti, romani e altre etnie locali, che vivevano in un delicato equilibrio tra commercio, diplomazia e conflitti.
Mangup e Chersonesos
Mangup dista pochi chilometri da Chersonesos, un centro urbano fiorente che serviva da nodo commerciale e culturale. Le tombe di Almalyk-dere potrebbero appartenere a famiglie che avevano stretti legami con Chersonesos, beneficiando del suo ruolo di porta verso il mondo mediterraneo.
Chersonesos, tra greci e romani: la porta della Crimea sul Mediterraneo
Chersonesos Taurica, situata nei pressi dell’attuale Sevastopoli, era una delle città più importanti della Crimea antica. Fondata nel V secolo a.C. dai coloni greci provenienti da Eraclea Pontica (l’odierna Turchia), Chersonesos si sviluppò come un fiorente centro urbano e commerciale, svolgendo un ruolo cruciale nel collegare il Mar Nero al Mediterraneo.
La città, costruita su un promontorio che si protende nel Mar Nero, era dotata di una cinta muraria imponente, un teatro greco-romano, un sistema stradale ortogonale e un porto che la rendeva un nodo vitale per il commercio di cereali, vino, olio e altri beni preziosi. Durante il periodo ellenistico, Chersonesos si affermò come una potente città-stato, governata secondo i principi democratici dell’epoca.
Con l’arrivo dei Romani nel I secolo a.C., la città divenne un avamposto strategico dell’Impero, garantendo la sicurezza delle rotte commerciali e fungendo da punto di controllo per le popolazioni nomadi delle steppe. Durante il periodo bizantino, Chersonesos continuò a prosperare come un importante centro religioso e amministrativo.
La città è famosa anche per il suo ruolo nella diffusione del cristianesimo. Secondo la tradizione, fu a Chersonesos che il principe Vladimir di Kiev si convertì al cristianesimo nel 988, evento che segnò la cristianizzazione della Rus’ di Kiev.
Oggi, le rovine di Chersonesos sono un sito archeologico di rilevanza mondiale, inserito nel patrimonio UNESCO dal 2013. Il sito offre uno sguardo unico sulla storia della Crimea e sul suo ruolo di crocevia culturale tra il mondo greco, romano e bizantino.