Eccezionale: la Chartula un raro frammento scritto dalle mani di San Francesco. Cosa rivela? Esposta a Roma nella mostra “San Francesco, tra Cimabue e Perugino”. Le immagini.

Un evento di straordinario rilievo culturale e spirituale arricchisce il panorama delle celebrazioni giubilari del 2025. A Palazzo della Minerva, nel cuore di Roma, si è aperta la mostra “San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico delle Creature”, che offre ai visitatori l’opportunità unica di ammirare la Chartula, uno dei più importanti documenti storici legati al Poverello di Assisi.

Promossa dal Senato della Repubblica in collaborazione con il Ministero della Cultura e la Direzione regionale Musei Nazionali Umbria, questa esposizione rappresenta un viaggio tra arte, fede e storia. In occasione dell’ottavo centenario delle Stimmate di Francesco (1224) e della stesura del Cantico delle Creature (1225), l’iniziativa celebra una figura che ha segnato profondamente la spiritualità e l’identità culturale italiana.

Pietro Vannucci detto Perugino, Gonfalone della Giustizia, 1496, olio su tela, Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria

La Chartula: un testo scritto dalle mani di San Francesco

La protagonista indiscussa della mostra è la Chartula, una pergamena scritta di pugno da San Francesco nel 1224, subito dopo aver ricevuto le Stimmate sul monte della Verna. Prestata in via eccezionale dalla Cappella di San Nicola, situata nella Basilica inferiore di Assisi, la Chartula rappresenta una reliquia di immenso valore storico e religioso.

Su di essa, il santo lasciò due scritti che riassumono la sua visione spirituale:

  • Sul recto: le “Lodi di Dio Altissimo”, una lirica in cui Francesco celebra la grandezza divina con un linguaggio essenziale e diretto, rivelando l’intensità del suo rapporto con il Creatore.
  • Sul verso: una benedizione rivolta a frate Leone, suo fedele compagno, intrisa di dolcezza e umanità. La benedizione è accompagnata dal simbolo del Tau, segno distintivo del santo.

La Chartula è una testimonianza scritta che consente di avvicinarsi intimamente alla spiritualità francescana, offrendo uno sguardo diretto sull’animo del santo e sulla sua straordinaria umiltà.

Chartula autografa di frate Francesco con rubriche di frate Leone, 1224, settembre, ambito centro-italiano, inchiostro bruno ferro-gallico e rosso cinabro su pergamena di pelle di capra, Assisi, Cappella di San Nicola, Basilica di San Francesco (chiesa inferiore); © Archivio fotografico del Sacro Convento di S. Francesco in Assisi. Italia; Photo Marcello Fedeli

Un viaggio tra Cimabue, Perugino e i grandi maestri

Accanto alla Chartula, la mostra propone un percorso tra i capolavori di artisti che hanno contribuito a definire l’immagine di San Francesco nell’arte. Da Cimabue a Perugino, passando per Benozzo Gozzoli, Taddeo di Bartolo e Niccolò di Liberatore, le opere selezionate illustrano l’evoluzione iconografica del santo dal Medioevo al Rinascimento.

Tra i pezzi più significativi spiccano:

  • L’effigie di San Francesco dipinta da Cimabue, realizzata su una tavola che, secondo la tradizione, servì da copertura della prima umile cassa che accolse il corpo del santo dopo la morte.
  • Il Gonfalone della Giustizia di Perugino, dove il santo appare accanto a San Bernardino in adorazione della Madonna col Bambino, con sullo sfondo una veduta mozzafiato di Perugia.
  • Il Polittico di San Francesco al Prato di Taddeo di Bartolo, che rappresenta il santo mentre schiaccia le allegorie dei vizi opposti ai voti francescani: Superbia, Lussuria e Avarizia.

La spiritualità del Tau e delle Lodi di Dio Altissimo

Il Tau, simbolo con cui San Francesco firmò la Chartula, è una lettera che evoca la croce e l’obbedienza a Dio, diventando emblema del suo ordine e della sua missione. Nelle “Lodi di Dio Altissimo”, Francesco esprime la sua profonda gratitudine al Creatore, usando un linguaggio semplice e diretto che riflette la bellezza e l’armonia della natura, temi centrali nel Cantico delle Creature.

Le parole rivolte a frate Leone, invece, rivelano un lato più intimo e umano del santo. Nella benedizione, Francesco scrive: “Il Signore ti benedica e ti custodisca; mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga a te il suo sguardo e ti dia pace”, dimostrando un legame profondo con il suo compagno di vita spirituale.

Un tributo corale all’Umbria e alla sua identità

La mostra si inserisce in un contesto di valorizzazione del patrimonio culturale e spirituale dell’Umbria, terra che ha visto nascere e crescere San Francesco. Promuovendo opere provenienti da istituzioni come la Galleria Nazionale dell’Umbria, il Museo della Porziuncola e altri centri culturali regionali, l’esposizione celebra la ricchezza artistica e paesaggistica di questa regione, che tanto ha ispirato il santo.

Niccolò di Liberatore detto L’Alunno e Lattanzio di Niccolò, Cristo in Pietà tra la Vergine, san Giovanni Evangelista, le Pie donne e san Francesco, 1500 circa, olio su tela, Perugia, Fondazione Perugia, Museo di Palazzo Baldeschi al Corso

Informazioni pratiche sulla mostra

Titolo: San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico delle Creature
Dove: Palazzo della Minerva, Roma
Quando: [Inserire date di apertura e chiusura]
Orari: [Inserire orari se disponibili]
Sito ufficiale: [Inserire link se fornito]

Questa straordinaria esposizione non è solo un omaggio al passato, ma un ponte verso il presente, offrendo una riflessione sul messaggio universale di Francesco d’Assisi. Un appuntamento imperdibile per chi desidera scoprire l’anima del santo attraverso le sue stesse parole e l’arte immortale dei grandi maestri.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa