“Mattinata di lavoro con la Dott.ssa Gemma Carafa Jacobini, responsabile della Soprintendenza ai Beni Culturali. – dicono gioiosamente i volontari dell’associazione Arco di Diana Aps – Abbiamo messo sul tavolo tanti bei progetti, abbiamo parlato di molti siti e – con lei – abbiamo visitato il cunicolo “Miralago”, da noi segnalato ed ancora in fase di esplorazione”. L’accesso al misterioso cunicolo è in una vecchia stanza di servizio, nei pressi di un hotel di Albano Laziale, in provincia di Roma. Albano Laziale, uno dei centri più importanti dei castelli Romani, è un comune di circa 40mila abitanti, ad alta “vocazione archeologica”.
Una stanza che sulla parete rivela una porta di metallo e l’entrata nel budello. L’edificio fu addossato a una parete di roccia e inglobò il passaggio segreto. Il cunicolo presenta evidenti segni di scavo. E potrebbe essere molto antico. Albano laziale è una località ricchissima di testimonianze archeologiche. Le ipotesi? Abbottonatissimi i soci dell’Arco di Diana e la Soprintendenza. Ma tanta è l’emozione. Si cercano altre testimonianze, altre vie.
Il Gruppo, che nelle scorse ore ha visitato il cunicolo con gli esperti della Soprintendenza, aveva esplorato il budello, segnalandolo alla Soprintendenza stessa durante la scorsa estate.
Il 9 settembre 2021 i soci dichiaravano: “Un’altra impostante scoperta archeologica è stata fatta nel nostro territorio. Un sito Sotterraneo, ma anche no”.
“Abbiamo già iniziato le rilevazioni topografiche e sono subito venute fuori belle sorprese Ma torniamo ai fatti. In data odierna, Arco di Diana ha effettuato il primo sopralluogo ufficiale nel sito – molto interessante – che avevamo regolarmente segnalato ai primi di Agosto e che oggi abbiamo “consegnato” alla Soprintendenza ai Beni Culturali, rappresentata dall’archeologa Dott.ssa Simona Carosi e con l’amichevole partecipazione dell’archeologo Dott. Alessio Biagioni. Ringraziamo con affetto la Signora Carla, titolare dello storica attività Hotel Miralago di Albano Laziale
Da anni amica dell’associazione, ha avuto il cuore di raccontarci i suoi ricordi di bambina arricchiti da una serie di racconti che le faceva il padre, (Non possiamo dare ulteriori indicazioni, non possiamo mostrarvi foto esplicative..ma – incrociando le dita – a breve saremo più chiari. Attendiamo che gli Enti ci autorizzino)
Noi abbiamo dato credito alle sue parole e ci siamo adoperati per “scoprire” cosa fosse quella “struttura” di cui ci parlava”.