Firenze, Palazzo Vecchio. Dal recupero di una ‘scala segreta’ emergono pitture a grottesche del ‘500

Dalle fonti e dai documenti si evince che la 'scala segreta' era stata realizzata per fornire un percorso che consentisse a Eleonora di Toledo e a Cosimo de’ Medici di avere una via di fuga e di esodo in caso di necessità, evitando il passaggio nelle scale monumentali, oltre che per funzioni di collegamento tra le varie parti del Palazzo.

La scoperta durante i lavori a una via di esodo dal terrazzo di Saturno verso via dei Leoni. Erano impegnati nel recupero di una scala ‘segreta’, ancora inutilizzata, che dal Terrazzo di Saturno conduce fino al piano terra, sulla via dei Leoni. Durante le operazioni di ‘descialbo’ delle volte e delle pareti, ovvero nella rimozione accurata di tutti gli strati coprenti l’intonaco antico, i restauratori hanno riportato alla luce le superfici decorate a ‘grottesche’ risalenti all’incirca agli anni di poco successivi alla metà del ‘500, coeve a svariate pitture ubicate in altri ambienti di Palazzo Vecchio, attribuibili all’artista Marco Marchetti da Faenza.

“Palazzo Vecchio è uno scrigno di bellezze che si celano dietro ogni angolo e questa ennesima scoperta lo dimostra: si tratta di decorazioni a grottesche risalenti all’incirca alla metà del ‘500 che stanno tornando al loro originale splendore grazie a un lavoro certosino – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella –. L’amministrazione, attraverso l’ufficio Belle Arti, è impegnata al massimo per la manutenzione e la valorizzazione di questo grande patrimonio artistico e architettonico”.

“Tornano alla luce bellissime superfici decorate, è il risultato dell’impegno di tecnici e restauratori, un grande lavoro di squadra per tutelare e valorizzare una parte di Palazzo ancora da riscoprire” ha commentato la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini.

I lavori di recupero della scala, a cura dei tecnici del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze, sono in corso da alcuni mesi. A questo intervento si aggiunge il restauro delle superfici decorate emerse, in seguito a saggi stratigrafici, durante la riqualificazione della ‘scala segreta’, e situate nelle voltine a botte delle rampe e nelle volte a crociera dei pianerottoli, e poi nel piano intermedio all’altezza degli uffici che attualmente ospitano l’avvocatura, nelle cui pareti e nel soffitto sono presenti ulteriori grottesche dipinte su legno e tela. Queste ultime risultano essere di una mano diversa rispetto a quelle della scala, attribuibili al pittore Marco Marchetti da Faenza, e potrebbero risalire anche ad un’epoca successiva – in questo frangente, infatti, non è possibile al momento fare una valutazione certa fino al termine delle prove di pulitura. In molti casi la superficie dell’intonaco è risultata a rischio di distacco per cui si è rivelato necessario intervenire preventivamente con azioni di consolidamento e rifacimento della pellicola pittorica. Per questo tipo di interventi è opportuno l’utilizzo di strumentazione specializzata, da parte di restauratori professionisti, compreso strumenti a laser per la pulitura.

Al termine, la scala sarà integrata nel sistema di esodo dal Palazzo, recuperando il suo carattere storico, per implementare la sicurezza degli uffici. Obiettivi, da un lato valorizzare alcuni ambienti finora utilizzati come spazi di servizio, dall’altro riportare alla luce le tracce della decorazione originaria, ridando vita in tutta la sua bellezza a un luogo nascosto che fa parte della storia più antica del palazzo. L’investimento complessivo è di circa 150mila euro.

Dalle fonti e dai documenti si evince che la ‘scala segreta’ era stata realizzata per fornire un percorso che consentisse a Eleonora di Toledo e a Cosimo de’ Medici di avere una via di fuga e di esodo in caso di necessità, evitando il passaggio nelle scale monumentali, oltre che per funzioni di collegamento tra le varie parti del Palazzo.

 

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Maurizio Bernardelli Curuz
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