Gli amici aiutano Modigliani nel trasloco. Dove andava? Per terra i suoi quadri. Un’opera per un Pernod

Dalle comuni si andava e veniva, si lavorava, si discuteva, si beveva, si fumava hascisc, si litigava, ci si appartava con le ragazze. Passava qualche settimane e via, in un'altra comune. Quando fu scattata questa immagine

In quegli, a Parigi, c’era il fervore delle comuni. Gli artisti senza alcun reddito si univano in case messe a disposizione da mecenati – alcuni dei quali pur con scarse disponibilità – che pagavano l’affitto di edifici fatiscenti e che garantivano un minimo sostentamento, in cambio di quadri o sculture. Dalle comuni si andava e veniva, si lavorava, si discuteva, si beveva, si fumava hascisc, si litigava, ci si appartava con le ragazze. Passava qualche settimana e via, in un’altra comune. Le vite erano caotiche e, viste con occhio di sincero realismo, allucinate e allucinanti, anche se sorrette dalla speranza di vivere dipingendo.
Con questa foto torniamo esattamente al 5 luglio 1913. Amedeo Modigliani trasloca da rue du Delta – dove aveva abitato nella comune allestita dal dottor Alexandre, un piccolo mecenate – a place Dancourt. La foto mostra lo scarico dei materiali di Modigliani nella nuova abitazione condivisa di piazza Dancourt. Il vecchio palazzetto fatiscente nel quale abitava, in precedenza, il gruppo d’artisti era stato sgomberato poichè il Comune ne aveva reclamato la proprietà.
Così il dottor Alexandre cercò una nuova collocazione. Aveva trovato questa palazzina, in piazza, non lontano dalla sede precedente.

I carri del trasloco sono arrivati da poco in place Dancourt. Ci si arrangia, come si può, con un piccolo gruppo di amici e di colleghi. Persino il mecenate non si tira indietro. Vediamo, infatti, il dottor Paul Alexandre, sul carro dei materassi. Jean Dupont, amico di Modigliani, si è messo una poltroncina in testa e si dirige verso la nuova casa. Nell’immagine vediamo anche altri amici o conviventi temporanei dell’artista italiano: Henri Gazan, De Saint-Albin e De Val De Guymont. A terra, i dipinti di Modigliani, Studio di nudo (1908) e “Testa di donna di profilo”(1907).

Nel 1907 il mecenate Paul Alexandre aveva affittato questa fatiscente – seppur affascinante – palazzina in Rue du Delta al numero 7 (IX arrondissement, ai piedi di Montmartre) e l’aveva messa a disposizione degli artisti sconosciuti che vi trovano un tetto e un pasto gratuiti. La casa – compressa dai palazzoni della speculazione edilizia – aveva ospitato Modigliani ed era frequentata dallo scultora Costantin Brancusi, dai pittori Pablo Picasso, Rapahel Drouart ed Henri Doucet

Mesi prima, a marzo dello stesso anno, Modigliani era tornato a Livorno. Suo fratello Umberto – molto preoccupato per le condizioni di Amedeo – gli aveva pagato il viaggio. mentre Paul Alexandre si era preoccupato di mettere al sicuro le sue cose. Queste che vediamo nella foto, le sue cose. A Livorno, un disastro. Modì, rasato a zero, viene scambiato per un evaso. Viene anche ricoverato per la progressione della tubercolosi.
A luglio, in seguito al trasloco da rue Delta alla piazza, torna a Parigi e vive qui solo per qualche mese, per poi spostarsi in un’ altra comune. Nei giorni immediatamente successivi a questa immagine realizza ritratti nei bar, in cambio di un bicchiere di Pernod.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz