Gli archeologi scoprono ad Aquileia i resti di un mega-centro commerciale romano, “unico nell’Impero”. 4 edifici collegati, portici e botteghe all’esterno. Impressionante modernità

I quattro edifici dovevano essere composti in modo modulare (due a due), lasciando uno spazio intermedio fra loro, ove nello scavo di quest’anno è stata individuata una strada acciottolata, che dal decumano posto a nord del mercato e quindi dall’area della basilica portava al grande centro commerciale: essa permetteva il passaggio dei numerosi avventori che quotidianamente popolavano questi spazi e dei carri per il trasporto delle merci, come confermano anche le tracce individuate sul suo piano di calpestio
Una singolare fila di contenitori trovata nell’area commerciale romana @ Fondazione Aquileia

Un’équipe dell’Università di Verona – Dipartimento Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, ha da poco concluso concluso una nuova campagna di scavo nell’area del Fondo ex Pasqualis, posta all’estremità sud-orientale di Aquileia. I lavori sono condotti su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. “Continuano le entusiasmanti nell’area del mercato dell’Aquileia tardoantica – annuncia la Fondazione Aquileia –
Investigate tre nuove vaste aree e aperte pagine di grande interesse da verificare con la prosecuzione dell’attività di ricerca.
E’ stata infatti avanzata l’ipotesi di un grande complesso commerciale, costituito da almeno quattro edifici paralleli affiancati fra loro, ognuno caratterizzato da un’area scoperta attorniata da portici e botteghe: si tratterebbe di un mercato davvero straordinario per monumentalità e ampiezza, unico nell’Impero, almeno allo stato attuale delle conoscenze, e quindi tale da attestare con particolare evidenza la vitalità di Aquileia come centro di scambi e commerci nel Tardoantico.

L’elaborato uso di materiali @ Fondazione Aquileia

Si è trattato di una campagna particolarmente importante, quella appena conclusa. Sulla base dell’accordo di collaborazione scientifica e finanziaria con la Fondazione Aquileia, cui è conferita l’area archeologica e che fin dal 2018 sostiene generosamente i lavori, si è convenuto di allungare il periodo di scavo e di orientare la ricerca anche in funzione della futura valorizzazione del sito. Le indagini si sono protratte per due mesi e hanno coinvolto più di una ventina di studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell’ateneo veronese , permettendo così di investigare tre nuove vaste aree e aprendo pagine di grande interesse da verificare con il prosieguo della ricerca.

“Innanzitutto, nel corso dei lavori di quest’anno è venuto alla luce un quarto lastricato, oltre ai tre già noti dagli scavi degli anni Cinquanta del Novecento e dalle recenti indagini.- prosegue la Fondazione Aquileia – Quest’ultimo è ubicato a est degli altri e a una quota più alta, perché probabilmente si adeguava al naturale andamento del terreno. Tale scoperta indirizza verso l’ipotesi, come dicevamo, di un grande complesso commerciale, costituito da almeno quattro edifici paralleli affiancati fra loro, con portici e botteghe. I quattro edifici dovevano essere composti in modo modulare (due a due), lasciando uno spazio intermedio fra loro, ove nello scavo di quest’anno è stata individuata una strada acciottolata, che dal decumano posto a nord del mercato e quindi dall’area della basilica portava al grande centro commerciale: essa permetteva il passaggio dei numerosi avventori che quotidianamente popolavano questi spazi e dei carri per il trasporto delle merci, come confermano anche le tracce individuate sul suo piano di calpestio. Come dimostrato nel corso degli scavi condotti in questi anni, al mercato si accedeva anche dal fiume, attraverso una serie di ingressi aperti sul più esterno dei due muri di cinta urbani portati alla luce a sud delle stesse piazze e correlati a rampe per il trasporto delle merci”.

Infine, fra le scoperte di quest’anno si segnala il rinvenimento lungo un muro perimetrale di uno degli edifici di una decina di anfore poste in posizione verticale, segate all’altezza della spalla e quindi mancanti del collo e dell’orlo. La loro funzione andrà chiarita con il seguito dei lavori, ma esse già da ora risultano riferibili a una fase precedente alla realizzazione del mercato, quando nell’area esisteva una banchina fluviale e altre strutture ancora individuate solo parzialmente, perché in gran parte coperte dalle piazze. Di questa banchina nella campagna 2023 è stata messa alla luce una scalinata acquea composta da 4 gradini in arenaria che era funzionale proprio alla discesa verso il fiume.

Parte integrante del lavoro sul campo è stato anche quello svolto negli archivi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia con la possibilità di riesaminare la documentazione grafica, fotografica e manoscritta lasciata dagli archeologici che hanno indagato l’area prima di noi. Alcune delle loro intuizioni sono state confermate dai nostri scavi, mentre per altre è stato necessario un’attenta lettura dei dati d’archivio. I risultati di queste ricerche hanno trovato spazio in un primo volume di prossima uscita, in cui si raccontano le vicissitudini di più di un secolo di scoperte archeologiche nell’area.

Durante i mesi di lavoro, lo scavo è sempre rimasto aperto al pubblico, che ogni giorno è stato coinvolto in visite guidate da parte degli studenti veronesi. Di particolare interesse fra le attività di comunicazione e racconto dei dati raccolti, vanno menzionati i due open day organizzati il 17 giugno e il 23 settembre dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e altri enti che lavorano per la valorizzazione della città.

@ Fondazione Aquileia
@ Fondazione Aquileia
Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz