Il dio sanguinario emerge durante i lavori per la realizzazione della stazione della metropolitana

Era una divinità che presiedeva alla rinascita, al passaggio dalla morte alla vita e viceversa, dio dell'agricoltura, dell'occidente, delle malattie, della primavera, dei fabbri e delle stagioni. Si tolse la pelle per dare nutrimento all'umanità

Fino al 2 aprile 2023, il Museo Templo Mayor (MTM) espone, per la prima volta, la scultura Moyotlan, un’importante opera d’arte preispanica scoperta lo scorso anno a Città del Messico, durante lavori a una stazione della metropolitana.

Organizzata dal Ministero della Cultura del Governo del Messico, attraverso l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), la mostra “La scultura della parzialità di Moyotlan. L’immagine nell’arte Mexica” presenta quest’opera antropomorfa di 69 centimetri di altezza, 22,5 di larghezza e 15,3 di spessore. All’inaugurazione della mostra, in rappresentanza del direttore generale dell’INAH, Diego Prieto Hernández, il segretario tecnico dell’istituzione, José Luis Perea González, ha annunciato che, sebbene l’opera sia ancora in fase di studio, un’ipotesi è che rappresenti Xipe Tótec , “nostro signore lo scorticato”.

“Fu al dio Xipe che, all’inizio di marzo, egli offrì le migliori spighe di grano e i migliori guerrieri catturati in battaglia. Si riteneva che il dio, in risposta, garantisse il rinnovamento dei raccolti e della vita stessa”, ha detto l’antropologo.

Xipe-Totec (“Nostro Signore lo Scorticato”), era una divinità mixteca, in origine chiamata semplicemente Xipe, assimilata poi alla mitologia azteca. Era una divinità che presiedeva alla rinascita, al passaggio dalla morte alla vita e viceversa, dio dell’agricoltura, dell’occidente, delle malattie, della primavera, dei fabbri e delle stagioni. Si tolse la pelle per dare nutrimento all’umanità, simboleggiando il seme del mais, che perde la scorza esterna per poter germogliare. Veniva raffigurato senza pelle, come un dio dorato, oppure con una seconda pelle umana.
Il culto di questo dio fu adottato dagli Aztechi durante il regno di Axayacatl (1469–1481). Ogni anno, durante il Tlacaxipehualiztli, secondo mese rituale dell’anno azteco che cadeva all’equinozio di primavera, venivano fatti festeggiamenti in onore di Xipe Totec con sacrifici umani. Si costringevano schiavi e prigionieri a combattere in tornei chiamati Tlahuahuanaliztli. A quelli che perdevano il combattimento veniva tolto il cuore e rimossa la pelle, che, tinta di giallo (chiamata teocuitlaquemitl ovvero “abito d’oro”) era poi indossata dai vincitori.

Durante la presentazione della scultura, la direttrice del Museo del Templo Mayor, Patricia Ledesma Bouchan, ha affermato: “Vogliamo sottolineare quanto le sculture siano state potenti per i messicani, quanto sia stato complesso il processo della loro elaborazione e la sacralità che le ha avvolte, poiché non erano solo figure ma rappresentazioni degli dei. Ragioni sufficienti, per molti indigeni, di rischiare la vita per salvare questi pezzi, che ora sono una fonte per conoscere il nostro passato e ammirare il talento artistico preispanico”.

All’evento hanno partecipato anche il direttore del Sistema di Trasporto Collettivo Metro (STCM) di Città del Messico, Guillermo Calderón Aguilera; la coordinatrice nazionale di Archeologia dell’INAH, Martha Lorenza López Mestas, nonché la direttrice del Trust del Centro Storico di Città del Messico, Loredana Montes López.


La scultura –probabilmente realizzata in andesite, data l’abbondanza di quarzo in essa contenuta– è una delle più rilevanti che gli specialisti INAH hanno scoperto durante i lavori svolti dal Dipartimento di Recupero Archeologico in via Delicias, nel Centro Storico di Città del Messico, per i lavori di ammodernamento della Sottostazione di Buen Tono della STCM.

I materiali archeologici recuperati consentono di ricostruire più di 500 anni di continua occupazione: dall’era preispanica, quando nell’area erano ubicati i quartieri di Yopico e Teocaltitlan, nel distretto di Moyotlan, muri e pavimentazioni residenziali, sepolture umane. Sono state trovate urne, oltre a canali, chinampas e resti che mostrano la vocazione agricola di quell’area di Tenochca.

Tra gli elementi portati alla luce spiccano frammenti di vasi e bacini con raffigurazioni zoomorfe, fitomorfe o monogrammatiche. Allo stesso modo, sono stati individuati cocci ceramici macchiati, che suggeriscono l’esistenza di una bottega dedita alla conciatura di pelli.


Sulle caratteristiche della scultura preispanica, la coordinatrice del lavoro di recupero archeologico, Alicia Bracamontes Cruz, distingue il braccio destro in posizione di lancio; un chiodo scolpito in tezontle nero sul braccio sinistro, che avrebbe avuto la funzione di ospitare uno scudo o chimalli ; e, soprattutto, una finitura lucida sul viso.

L’indagine sulle fonti storiche, intrapresa dagli esperti, ha rivelato che Xipe Tótec era il santo patrono del quartiere di Yopico. Poiché la creazione della scultura sarebbe avvenuta nel tardo periodo postclassico (1200-1521 d.C.), e in base al suo buono stato di conservazione – essendo stata depositata sotto tre livelli preispanici riempiti di mattoni-adobe, non è escluso che la statua sia stata nascosta da popolazioni indigene sopravvissute all’invasione spagnola.

Dopo la sua scoperta nel 2022, la scultura di Moyotlan è entrata nel MTM per un meticoloso processo di pulizia e consolidamento, effettuato dai restauratori del sito.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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