Inventato un sistema per “catturare” le incisioni rupestri, sgarbugliarle e leggerle perfettamente. Come funziona

La ricostruzione della sequenza operativa: 1) il rilievo con scanner e luce radente, 2) cioè che si vede al naturale sulla roccia, 3) il risultato dell’evidenziazione del disegno attraverso la rielaborazione informatica @ Fotografie di Liron Narunsky

I ricercatori dell’Università ebraica di Gerusaalemme hanno sviluppato un nuovo metodo di lettura ed evidenziazione delle incisioni rupestri – che spesso sono labili, a causa dell’erosione, e intricate con altri segni estranei al disegno originale – utilizzando il software ArchCUT3-D per rivelare dettagli delle antiche raffigurazioni. Questo nuovo approccio colma il divario tra processi di produzione e risultati visivi, offrendo approfondimenti completi sulla significatività culturale delle incisioni nel parco di Timna, nel sud di Israele.

La dottoranda Lena Dubinsky e il Prof. Leore Grosman del Laboratorio di Archeologia Computazionale presso l’Istituto di Archeologia dell’Università Ebraica hanno sviluppato un nuovo metodo per lo studio delle incisioni rupestri, combinando analisi tecnologiche e visive per scoprire i dettagli intricati delle antiche tecniche.

Utilizzando il software ArchCUT3-D sviluppato in casa, che consente un’analisi computazionale delle caratteristiche tridimensionali delle incisioni rupestri, la ricerca introduce un approccio innovativo che illumina i processi di produzione e la significatività culturale delle incisioni trovate nel parco di Timna, nel sud di Israele.

Storicamente, le incisioni rupestri sono state esaminate principalmente attraverso le loro caratteristiche visive utilizzando metodologie comparative e interpretative. Mentre lavori recenti si sono concentrati sull’identificazione dei processi di produzione, questi studi spesso trascurano i risultati visivi, che sono fondamentali per conoscere appieno l’originale e leggerlo senza possibilità di essere fuorviati da segni interferenti.

La ricerca di Dubinsky e del Prof. Grosman colma questo divario utilizzando un’analisi computazionale per integrare gli aspetti tecnologici e visivi, offrendo così una comprensione completa delle pratiche di incisione antiche.

“Abbiamo utilizzato il software ArchCUT3-D per condurre un’analisi dettagliata dei dati tridimensionali provenienti da varie incisioni rupestri. Questo metodo ci ha permesso di estrarre prove micro-morfologiche dalle linee incise, decodificando le tendenze tecniche e le variabilità nell’esecuzione di questi antichi lavori d’arte. Esaminando un gruppo specifico di figure incise, abbiamo stabilito un legame tra le tecniche utilizzate e le considerazioni visive che le guidavano,” spiega Lena Dubinsky.

Sulla base dei loro risultati, i ricercatori propongono il termine “Techné” per descrivere la scelta della tecnica che va oltre la mera praticità, comprendendo il design intenzionale e i concetti culturali incorporati nelle incisioni. Questo approccio integrativo sfida la tradizionale dicotomia tra ricerca visuale e tecnologica, presentando un quadro unificato per comprendere gli atti di produzione antichi.

Lo studio sottolinea come le strutture sociali e le azioni individuali influenzino i metodi di produzione, suggerendo che le decisioni relative alla selezione della tecnica riflettano contesti socioculturali più ampi. Questa prospettiva offre un racconto più ricco delle interazioni cognitive e materiali degli incisori antichi, fornendo approfondimenti più profondi sul loro ambiente culturale e tecnologico.

La ricerca evidenzia il potenziale degli strumenti digitali negli studi archeologici. La loro metodologia non solo fa avanzare lo studio delle incisioni rupestri, ma stabilisce anche un precedente per esplorare altri manufatti archeologici. Identificando “codici tecno-visivi” e le “impronte” dei complessi incisi, questo approccio migliora la nostra capacità di comprendere le sfumature culturali e tecnologiche delle società antiche.

“Questo studio segna un significativo passo avanti nella ricerca archeologica, combinando analisi computazionali avanzate con una comprensione sfumata delle tecniche antiche e degli stili visivi. Apre nuove vie per esplorare l’interazione tra tecnologia e visualità nei contesti storici, promettendo di approfondire la nostra conoscenza del passato,” afferma il Prof. Grosman.

Lo studio è stato pubblicato dal Journal of Archaeological Method and Theory

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa