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L’avevano nascosto in una cassa poi sepolta. Trovato in montagna tesoro di 3200 anni fa. Lo scavo, le foto


Nell’ambito del progetto di ricerca in corso “CVMBAT” sulla campagna di conquista romana delle Alpi, è stata fatta un’eccezionale scoperta archeologica a Oberhalbstein (Surses), in Svizzera. Questa volta non sono emersi gladi, lance, elmi romani, ma reperti ben più antichi. Ai piedi dell’insediamento preistorico di Motta Vallac presso Salouf- una frazione di 216 abitanti del comune svizzero di Surses, a un’altitudine di 1258 metri – il servizio archeologico dei Grigioni ha potuto documentare e recuperare 80 oggetti della tarda età del bronzo. Questo deposito è di gran lunga l’insieme più grande e importante, sotto il profilo archeologico, dei Grigioni, il cui complesso contesto è ora oggetto di ricerche più approfondite.

L’area montana. Nel prato, circondato da alberi, il luogo in cui è avvenuto lo scavo che ha portato al ritrovamento del deposito dell’Età del Bronzo @ Foto Cantone dei Grigioni
Un momento dello scavo archeologico che ha consentito il recupero del materiale prezioso @ Foto Cantone dei Grigioni

Nell’ambito del progetto di ricerca “CVMBAT”, il servizio archeologico dei Grigioni (ADG) indaga da tre anni a Oberhalbstein (Surses) su un campo di battaglia dell’epoca della campagna alpina romana, svolta intorno al 15 a.C. Durante la ricerca sistematica e su larga scala dell’area intorno alla gola di Crap-Sec, con rilevatori di metalli è stato scoperto un deposito dell’età del bronzo sul lato sinistro della valle. I depositi o tesori sono costituiti da oggetti di valore intenzionalmente depositati, sepolti o nascosti, per lo più in metallo. Il sito stesso si trova nel campo “Vostga” a sud sotto l’importante insediamento preistorico di Motta Vallac vicino a Salouf, in stretta relazione con una via di trasporto transalpina centrale.

Corretto scavo archeologico e recupero

Dopo aver ricevuto la relazione del ritrovamento, i dipendenti dell’ADG hanno effettuato lo scavo archeologico, la documentazione e il recupero dei reperti. Un totale di 80 oggetti in bronzo con un peso totale di circa 20 chilogrammi sono stati scoperti in una fossa strettamente definita, registrati digitalmente e recuperati.

Deposito di bronzo e rame: dai falcetti alle asce, dai frammenti ai panetti di metallo fino ai gioielli @ Foto Cantone dei Grigioni

Gli oggetti sono per lo più pani di metallo fuso e pezzi di metallo grezzo in rame. Tali articoli sono solitamente legati alla produzione di metalli dell’interno alpino. Il deposito comprende anche falci dell’età del bronzo, diverse asce, un frammento di sega e parti di oreficeria e costumi. Le analisi precedenti indicano che tutti gli oggetti – parzialmente resi inutilizzabili di proposito – venivano depositati in una cassa di legno e avvolti nel cuoio nel terreno. La datazione tipologica e scientifica colloca l’insieme nella tarda età del bronzo, cioè nei secoli XII/XI. secolo a.C.


Nuove intuizioni sulla visione del mondo dell’Età del Bronzo

Il dumping selettivo o la “distruzione” di oggetti di valore in metallo è una pratica storica e interculturale e nel 3./2. millennio a.C un aspetto centrale dell’economia dell’età del bronzo. E’ interessante capire perchè soprattutto le armi venivano spezzate o rese inservibili. L’ipotesi più logica è che le armi, probabilmente sottratte al nemico, potessero divenire oggetto di offerta alla divinità e alla casta sacerdotale che gestiva i templi. Le armi stesse venivano rese inservibili sia per un fine magico – annullare completamente la potenza del nemico – che per evitare che esse, pur offerte alla divinità, potessero essere riutilizzate senza controllo. Rimaneva, invece, il metallo che, a quei tempi aveva valori molto elevati. Nel caso del ritrovamento svizzero potremmo invece pensare che gli oggetti rotti o usurati venissero raccolti e tesaurizzati grazie al valore intrinseco del metallo. E’ evidente che chi nascose questo tesoro morì prima di rivelare a qualche familiare dove si trovassero i 20 chili di prosperità.

“L’indagine scientifica completa che seguirà ora questo ritrovamento, unico nella nostra zona, fornirà sicuramente approfondimenti sulla storia culturale, economica e paesaggistica della tarda età del bronzo”, afferma con convinzione l’archeologo del Cantone dei Grigioni Thomas Reitmaier. “Sottolinea inoltre il potenziale della prospezione archeologica su larga scala e della collaborazione con esploratori volontari.

Nel Cantone dei Grigioni, l’uso di metal detector per la ricerca di oggetti archeologici richiede un’autorizzazione dal competente ufficio pubblico. L’uso abusivo di un metal detector è un reato punibile e, per di più, non un reato banale, poiché il contesto archeologico si perde irrimediabilmente senza documentazione e conoscenze specialistiche. I reperti archeologici sono di proprietà del cantone in cui si trovano.