Leggono il “Piccolo principe” ai cani in diverse lingue. Esperimento dimostra che i cani capiscono bene la lingua dei padroni

Il pensiero dei cani e le loro capacità linguistiche al centro di alcune ricerche condotte da un'Università ungherese. Lo studio sulla percezione linguistica dei nostri migliori amici, pubblicato in queste ore. Eccolo

I cani sono capolavori di dolcezza e di intelligenza. E se noi dovessimo leggere un racconto, nella nostra lingua, a loro, nel momento in cui non sono distratti da altre cose, i cani dimostrerebbero un’elevata attenzione alle lingue utilizzate dai “padroni”. Questa abilità aumenta negli anni. I cani più vecchi maturano competenze linguistiche più elevate. E probabilmente cani ai quali si parla di più comprendono di più.

Non è quindi solo il tono di voce o la postura assunta da “papà e mamma umani” a creare una consuetudine di scambio linguistico-espressivo. E’ la parola in sé, oggettiva, assoluta.

Un cane comprende non solo le parole dette dai suoi padroni, ma anche quelle pronunciate, nella stessa lingua, da vicini di casa umani. E i nostri piccoli amici comprendono anche – molto probabilmente – discorsi più complessi di quanto si ritiene. Noi amici di questi animali, lo sappiamo bene e sappiamo bene che alcuni esemplari capiscono anche discorsi piuttosto complessi.
“Questo studio ha mostrato per la prima volta che un cervello non umano può distinguere tra due lingue”. dicono gli studiosi.

Un nuovo studio di imaging cerebrale condotto da ricercatori del Dipartimento di Etologia dell’Università Eötvös Loránd (Ungheria) – pubblicato in queste settimane su Science direct. – dimostra che il cervello dei cani è in grado di rilevare il linguaggio e mostrare diversi modelli di attività rispetto a una lingua familiare e non familiare. “Questo studio ha mostrato per la prima volta che un cervello non umano può distinguere tra due lingue”. dicono gli autori.

Uno dei cani durante l’esperimento, che è assolutamente incruento. Foto courtesy: Eniko Kubinyi

“Alcuni anni fa mi sono trasferita dal Messico in Ungheria per unirmi al Laboratorio di Neuroetologia della Comunicazione presso il Dipartimento di Etologia, Università Eötvös Loránd per la mia ricerca post-dottorato. – afferma Laura V. Cuaya , prima autrice dello studio. – Il mio cane, Kun-kun, è venuto con me. Prima, avevo solo parlato con lui in spagnolo. Quindi mi chiedevo se Kun-kun avesse notato che le persone a Budapest parlavano una lingua diversa, l’ungherese”. -. “Sappiamo che le persone, anche i neonati umani preverbali, notano la differenza. E i cani? Abbiamo progettato uno studio di imaging cerebrale per scoprirlo”.

“Kun-kun e altri 17 cani sono stati addestrati a rimanere immobili in uno scanner cerebrale. – dice la ricercatrice – Qui abbiamo fatto ascoltare loro brani del discorso de Il Piccolo Principe, in spagnolo e ungherese. Tutti i cani avevano sentito solo una delle due lingue dai loro proprietari, quindi in questo modo abbiamo potuto confrontare una lingua molto familiare con una completamente sconosciuta. Abbiamo anche giocato a versioni strapazzate di questi brani con i cani, che suonano completamente innaturali, per verificare se rilevano la differenza tra discorso e non discorso. I cervelli dei cani, come i cervelli umani, possono distinguere tra parola e non parola”.

Per scaricare l’intero studio scientifico, cliccare QUI

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Maurizio Bernardelli Curuz
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