Licenziata la direttrice di Documenta per l’esposizione di un’opera indonesiana, giudicata antisemita

"Prima di tutto, vorremmo esprimere il nostro rammarico, pensando che “People's Justice” abbia ferito molte persone. Per questo ci scusiamo con tutti e con il team di Documenta quindici, con il pubblico tedesco e soprattutto con la comunità ebraica. Abbiamo imparato da questo errore e ora ci rendiamo conto di come le nostre immagini avessero un significato e un impatto specifici nel contesto della storia tedesca. Pertanto, insieme a documenta quindici, abbiamo tolto lo striscione dalla nostra mostra".

La direttrice di Documenta, prestigioso appuntamento tedesco di arte contemporanea, a Kassel, lascerà il suo incarico a seguito di una controversia sui contenuti ritenuti antisemiti di un dipinto di un collettivo indonesiano.

Sfiducia nei confronti dell’alta dirigente – Sabine Schormann – che non è intervenuta per bloccare l’installazione è stata espressa dal consiglio di sorveglianza di Documenta che, in una nota, ha manifestato “profondo sgomento per il fatto che, nell’opera, possano essere osservati motivi chiaramente antisemiti”. Di conseguenza, è stato raggiunto un accordo con la curatrice, per rescindere il contratto. Non è bastato, evidentemente, che la direttrice, avesse fatto coprire il lavoro con un telo nero.

Nel dipinto “The Justice of the People” del collettivo indonesiano Taring Padi sono contenute critiche “del sistema capitalista e della violenza militare”, secondo una visione evidentemente influenzata dal mondo musulmano e comunista.
Ma se la critica all’Occidente, in ogni sua forma, è consentita, nel caso in cui si profili un attacco al mondo ebraico – che è parte dell’Occidente stesso – scatta, a causa dell’immane tragedia di cui questo popolo è stato vittima, una protezione particolare.

Il dipinto del collettivo di artisti, coperto con una stoffa

Una delle immagini del grande dipinto – che poi è stato coperto dal momento in cui le polemiche andavano in crescendo -mostrava un soldato con la testa di maiale, una stella di David e la scritta “Mossad” sull’elmo. Nell’opera figura anche un uomo con i denti lunghi, i capelli ricci, un cappello con la scritta delle SS naziste e un sigaro all’angolo della bocca, che ricorda le caricature antisemite nei confronti degli ebrei ortodossi.

Nelle scorse ore, il gruppo di artisti indonesiani è intervenuto con una nota esplicativa e di scuse. “Come collettivo di operatori artistici che condannano il razzismo in qualsiasi forma, siamo scioccati e rattristati nel vedere come l’indignazione dei media ci etichetti come un gruppo antisemita. – dicono – Attraverso questa dichiarazione, desideriamo sottolineare il nostro rispetto per tutti gli esseri umani indipendentemente dall’etnia, razza, religione, genere o sessualità. Vogliamo anche fornire il contesto storico e creativo dell’opera derivata”.

“Prima di tutto, vorremmo esprimere il nostro rammarico, pensando che “People’s Justice” abbia ferito molte persone. Per questo ci scusiamo con tutti e con il team di Documenta quindici, con il pubblico tedesco e soprattutto con la comunità ebraica. Abbiamo imparato da questo errore e ora ci rendiamo conto di come le nostre immagini avessero un significato e un impatto specifici nel contesto della storia tedesca. Pertanto, insieme a documenta quindici, abbiamo tolto lo striscione dalla nostra mostra”.

“La realizzazione dello striscione “People’s Justice” di 8×12 metri ha coinvolto molti membri di Taring Padi. Lo stendardo è nato dalla lotta per vivere sotto la dittatura militare di Suharto, dove violenza, sfruttamento e censura erano realtà quotidiane. Come tutte le nostre opere, lo striscione cerca di descrivere i rapporti di potere molto complessi che si sono svolti dietro le ingiustizie e l’eradicazione della memoria pubblica del genocidio del 1965, in cui più di 500.000 persone sono scomparse e sono state uccise”.

“Durante la guerra fredda, dopo la guerra anticomunista in Corea e durante la guerra anticomunista in Vietnam, il colpo di stato di Suharto, seguito dalla formazione del suo nuovo regime di ordine, ricevette un sostegno schiacciante da tutto il mondo. Le potenze democratiche occidentali, comprese le ex potenze coloniali dell’Indonesia, sostenevano – apertamente o meno – questo regime militare, piuttosto che sostenere la nascente repubblica democratica, che a quel tempo stava costruendo stretti legami con altri paesi socialisti e comunisti. La CIA e gli agenti segreti occidentali sono sospettati di fornire armi e informazioni al regime di Suharto”.

“Le immagini in “People’s Justice” presentano queste forze interne ed estere e cercano di mostrare le complicate condizioni storiche attraverso un linguaggio visivo che è inquietante quanto la realtà e la violenza stessa. “People’s Justice”, che è stato realizzato quasi 20 anni fa, esprime la nostra delusione, frustrazione e rabbia come studenti di arte politica che hanno anche perso molti amici durante la lotta di strada del 1998 che alla fine è riuscita a far cadere il dittatore Suharto. Le immagini che utilizziamo non sono mai intese come odio diretto a un particolare gruppo etnico o religioso, ma sono intese come una critica al militarismo e alla violenza di stato. E questo striscione, abbiamo ritratto il coinvolgimento del governo dello stato di Israele nel modo sbagliato – e ci scusiamo per questo”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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