Sai cos'è il biscuit? E dove veniva usato? E cosa c'entra la mollica di pane?

La raccolta di biscuit del Palazzo Reale di Torino documenta la fase conclusiva di questa passione, fra gli ultimi fuochi della chinoiserie, ormai in decadenza nella seconda metà del secolo XVIII secolo, e il sorgere del Neoclassicismo, con nuovi interessi e temi. Nel dettaglio, i biscuits in mostra rimandano in prevalenza alle manifatture francesi, che hanno fornito ai Savoia le produzioni più abbondanti, almeno a giudicare da quanto è sopravvissuto. Allo stato attuale degli studi non si può del resto distinguere in tutti i casi cosa fu direttamente richiesto da essi e cosa invece pervenne da altre residenze dopo l’unificazione italiana
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Cosa sono i cripto-ritratti? Ecco i misteriosi personaggi che posano per Lotto. Il video

Ciò che è straordinariamente importante per la pittura italiana di matrice lombardo-veneta è il riconoscimento universale dato a un artista fuori-linea, rispetto alle certezze rinascimentali, che seppe vedere ciò che gli altri non capivano e che sarebbe invece emerso secoli dopo, con un'unità sistemica: il mondo sommerso che sta dietro all'io. Solitario, anti-conformista, malinconico, religioso ma a proprio modo, conoscitore dell'alchimia. Errabondo, introverso, perseguitato anche dai propri più celebri colleghi. Gli studi di Enrico Maria Dal Pozzolo confluiti nella mostra del Prado
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Cosa succede se si toglie la vernice a un quadro ad olio? Il video

La vernice finale stata è stata accuratamente rimossa. Dopo il restauro delle parti sulle quali, nel passato, si era intervenuto grossolanamente, si apporrà altra vernice finale, indispensabile per dar forza al colore e uniformare le parti, in direzione di una percezione reale della figura. La vernice finale ha anche la funzione di preservare il film pittorico dagli agenti esterni. I visitatori possono fermarsi e guardare come Fiona Beckett lavora a questo dipinto italiano.
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Quella tela? E’ di rame. Le differenze? Molte. Tutto iniziò dal Rinascimento, quando…

La lamina del rosso metallo si dimostrava ideale per la pittura ad olio poiché costituiva un supporto non assorbente, rigido, liscio e caratterizzato dalla stessa colorazione delle preparazioni dei fondi. Così tra Cinque e Seicento la tecnica conobbe momenti di grande splendore. Vi si dedicarono pure Rembrandt e Rubens, i Carracci e Guido Reni
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Salvador Dalì – Ossessione del cibo, ricette afrodisiache, compulsioni gastro-erotiche

"La mia pittura è gastronomica, spermatica, esistenziale". Nulla di più chiaro, e conciso, con cui descrivere le proprie pulsioni, anche creative, poteva essere detto. Basti pensare a quanto accadde ai suoi quadri: uova fritte al tegamino - senza tegamino - penzolanti da cucchiai surrealisti; pani sodomiti, rivoluzionari o sentimentali; costolette d'agnello che ammiccano dalla spalla nuda di Gala o che "firmano" l'autoritratto dell'artista: telefoni a forma di astice o coperti da sardine fritte; orologi molli, sensuali, pronti a segnare una "Memoria persistente" come il gusto intenso del Camembert leggermente sciolto al caldo estivo a dalì libro 2
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Mare, bagnanti e cieli immobili nell'estate neo-metafisica di Ram, dopo l'esperienza futurista. Perché?

Pittore, scultore, cartellonista, scenografo, illustratore, Ruggero Alfredo Michahelles, conosciuto con lo pseudonimo di RAM, insieme al brillante e più noto fratello maggiore Ernesto, in arte Thayhat, famoso inventore del rivoluzionario abito tuta, rappresenta ancora oggi un caso singolare di artista polimorfo difficilmente etichettabile se non prendendo a prestito la definizione che Alberto Savinio coniò per se stesso, di «centrale creativa».
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Il sogno di Raffaello. Un’opera fitta di mistero? No. Parla d’amore e di dovere. Il significato

Due donne nude nei pressi di una città in fiamme ci portano alla guerra che nasce dall’amore. L’incisione di Raimondi venne certamente tratta dall’Eneide e rappresenta una visione onirica nella quale il tempo si contrae e si concentra
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Ratatouille, così Gualtiero Marchesi ridisegnò artisticamente il piatto francese

Il Maestro scrisse per Stile arte: "Il grande successo di Ratatouille, il film d’animazione della Walt Disney-Pixar diretto da Brad Bird e Jan Pinkava, mi ha spinto a proporre ai lettori di Stile, questo mese, una mia interpretazione del celebre piatto francese. Eccola. I motivi delle scelte compositive".
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Rosso Fiorentino si suicidò per calunnia? La versione di Vasari e l'ipotesi di oggi

Fu allievo di Andrea del Sarto, ma la sua formazione si svolse in maniera piuttosto autonoma. Partendo dalle costruzioni equilibrate del maestro, ne forzò le forme esprimendo un mondo inquieto e tormentato. Il 26 febbraio 1517 fu immatricolato nella Compagnia di San Luca tra i pittori. Risale al 1521 l’opera considerata il suo capolavoro: la Deposizione di Volterra. Dal 1523 al 1527 fu a Roma alla corte pontificia di Clemente VII, che lasciò per sfuggire al Sacco della città, durante il quale subì diverse disavventure. Trovò accoglienza prima a Perugia, poi a Borgo San Sepolcro e ad Arezzo. Nel 1529 l’artista si stabilì a Venezia, ospite di Pietro Aretino. L’anno seguente raggiunse Parigi, dove iniziò a lavorare al servizio di Francesco I
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Sai cos’è il pastello? Viaggio tra i capolavori colorati con "polvere di farfalla". Video

Uno dei problemi dei pastelli tradizionali – e non stiamo parlando dei pastelli ad olio, che si fissano perfettamente – è il fissaggio del colore, una volta ultimata l’opera. Il loro comportamento, che può essere parzialmente assimilato a quello dei gessi colorati, può portare a cadute colore, in forma di polvere, come alla base di una lavagna scolastica. E’ per questo che molti dipinti a pastello sono protetti dal vetro. Per il fissaggio è possibile intervenire con quantità modestissime di vernice finale, data a spray a una distanza tale che il fissante sia quasi nebulizzato e pertanto molto rado. Se dovessimo, infatti, spruzzare vernice finale in quantità. i colori incupirebbero e si dilaverebbero, con problemi di gravissimi mutamenti del dipinto
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