Palle da cannone e assalti dai pirati. Un relitto di una nave da trasporto del XV secolo rivela mari infestati. E l’ultimo tiro

La nave, lunga circa 50 piedi, è realizzata in quercia e giace a circa 75 piedi di profondità. Attraverso analisi dendrocronologiche dei campioni di legno, gli archeologi hanno determinato che il materiale proveniva da diverse località del Nord Europa e che almeno una parte del legno era stata abbattuta nel 1467


Durante un’immersione nelle profondità del Mar Baltico, al largo delle coste svedesi, i subacquei avevano fatto una scoperta straordinaria: i resti di una nave affondata risalente a circa 500 anni fa. Questo relitto, situato al largo dell’isola di Maderö, nei pressi di Stoccolma, in Svezia, ha rivelato carichi e armi “sorprendenti”, gettando luce su un capitolo misterioso della storia marittima.

Il relitto di Maderö era noto da tempo agli abitanti locali, ma solo nel maggio 2022 una squadra di archeologi ha condotto una dettagliata indagine, catturando oltre 1.000 fotografie e prelevando numerosi campioni. Pubblicato sull’International Journal of Nautical Archaeology il 5 gennaio, lo studio ha svelato dettagli affascinanti sulla costruzione della nave e sul suo carico. Lo studio rivela quanto anche le navi mercantili che trasportavano oggetti non preziosissimi fossero oggetto di attacchi dei pirati, che non guardavano per il sottile. Attaccavano e prendevano ciò che trovavano. Per questo le nave si dotarono di armi e di cannoni per rispondere al fuoco ed evitare l’arrembaggio da parte dei pirati.

La nave, lunga circa 50 piedi, è realizzata in quercia e giace a circa 75 piedi di profondità. Attraverso analisi dendrocronologiche dei campioni di legno, gli archeologi hanno determinato che il materiale proveniva da diverse località del Nord Europa e che almeno una parte del legno era stata abbattuta nel 1467. Questa diversità di provenienza suggerisce che la nave potrebbe essere stata costruita utilizzando materiali importati da un’area più ampia anziché affidarsi al legno locale.

Il carico della nave, composto da tegole, mattoni rettangolari e speciali mattoni da costruzione, è stato sottoposto a un’analisi chimica. Sorprendentemente, la provenienza di questi materiali è stata tracciata nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore, una regione della Germania nord-orientale. Questa scoperta solleva domande interessanti sul commercio medievale nella regione baltica, suggerendo un possibile legame con la Lega Anseatica, un’organizzazione mercantile influente nella Germania settentrionale.

Nonostante l’apparente destinazione commerciale della nave, sono state rinvenute diverse palle di cannone a bordo, indicando una preparazione per situazioni più rischiose di un normale viaggio d’affari. La presenza di zolfo su una delle palle di cannone suggerisce che potrebbe essere stata caricata con polvere da sparo nel momento in cui la nave affondò. Ciò indicherebbe che la nave si imbatté in un’imbarcazione e che rispose al fuoco. Al momento non si sa ancora se la nave venne affondata dagli aggressori o se la fuga, forse sotto un vento proibitivo e in condizioni di mare avverse, portò al collasso della barca stessa.

Niklas Eriksson, uno degli archeologi coinvolti nello studio, ha sottolineato che nel XIV e XV secolo c’era molta pirateria nel Mar Baltico, suggerendo che le navi mercantili di quell’epoca potevano armarsi per difendersi dagli attacchi dei pirati. Inoltre, le grandi navi avevano spesso una duplice funzione: trasportare merci e proteggersi dagli aggressori.

Le armi ritrovate non erano solo strumenti di difesa, ma potevano causare danni significativi, a livello di attacchi preventivi, nei confronti di navi che manifestassero, già nella rotta, intenzioni aggressive. Brendan Foley, archeologo marittimo dell’Università di Lund, ha chiarito che queste armi erano antiuomo e potevano danneggiare anche le strutture di navigazione.

La posizione del relitto indica che la nave stava navigando verso Stoccolma quando affondò, suggerendo che potrebbe essere stata a poche miglia dalla sua destinazione quando si verificò il tragico evento. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione delle pratiche commerciali medievali nella regione baltica ma getta anche luce sulle sfide e le precauzioni adottate dai marinai di quell’epoca in un Mar Baltico teatro di intense attività piratesxhe.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz