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Il tesoro romano nella palude. Uno studio analizza origini di un servizio da tavola in bronzo nascosto durante le invasioni


Oggetti del Knaresborough Hoard. @ Foto Yorkshire Museum

Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

Newcastle – 13 gennaio 2024 – Il rinvenimento del tesoro di Knaresborough, la maggior raccolta di oggetti metallici tardo-romani nelle isole britanniche, avvenuto intorno al 1864, è stato recentemente oggetto di uno studio approfondito condotto da Jessica De Maso, una laureanda in archeologia presso l’Università di Newcastle. Knaresborough è un paese di circa a5mila abitanti della contea del North Yorkshire, in Inghilterra.

I risultati della sua ricerca sono stati pubblicati su The Antiquaries Journal. L’indagine, condotta in termini interdisciplinari, ha permesso di stabilire che l’elegante servizio da cucina e da tavola, in bronzo – che recava, in antico, alcune decorazioni con materiali preziosi – fu trovato in una zona paludosa, in cui probabilmente i romani, in fuga, lo nascosero, pensando di poter tornare a riprenderlo; che alcuni oggetti vengono da diverse parti dell’impero romano; che, probabilmente, il servizio fu utile a più generazioni poiché alcuni oggetti – come rivelano strumentazioni di rilevamento a raggi X – furono saldati nel corso di alcune riparazioni.

Ma c’è anche una seconda ipotesi. Siccome tra gli altri oggetti fu trovato anche un martello a croce, utilizzato dai fabbri, si può ritenere che al momento in cui questi oggetti furono occultati essi fossero già passati di mano – forse dopo il furto in una villa abbandonata – e fossero stati affidati a qualcuno in grado di poterli fondere. Cosa che poi non avvenne. Chi ne entrò in possesso, nascose il servizio da tavola romano, per ragioni di sicurezza. Erano decenni molto inquieti.

Il contenuto del tesoro è un mix di trenta manufatti in metalli vari. Tra i pezzi presenti, figurano diversi recipienti in lega di rame, come una grande ciotola scanalata, sei ciotole emisferiche di tipo “Irchester”, quattro colini con manici, un colino, un piatto con manici, due piatti, un piatto con bilancia e un grande vaso. Oltre ai manufatti in rame, sono stati rinvenuti oggetti in ferro, tra cui due asce e un martello a croce da fabbro. Basandosi sui paralleli con manufatti in argento di alcune tipologie di contenitori presenti in altri tesori romano-britannici, si stima che questo insieme possa essere datato al IV secolo.

La sua scoperta risale, come abbiamo detto, al 1864, quando fu casualmente individuato da lavoratori impegnati in lavori di bonifica di terreni, da recuperare all’agricoltura.
La ricerca di Jessica De Maso – che evidentemente ha origini italiane – e colleghi dell’Università di Newcastle suggerisce che il tesoro è stato probabilmente scoperto in un’area paludosa vicino a Farnham, nella valle di Mowbray, a circa due miglia a nord di Knaresborough. Durante il periodo romano, due importanti strade romane attraversavano la Valle: Cade’s Road, che correva da nord a sud sul lato orientale, e Dere Street a ovest, che era un percorso significativo che forniva un collegamento a York e al Vallo di Adriano.

Grazie a questi collegamenti, nella zona c’erano numerose ricche ville romane e si pensa che gli oggetti della collezione possano provenire da una di queste, o da una ricca residenza cittadina o insediamento nelle vicinanze.

Ulteriori dettagli della ricerca riguardano Thomas Gott – un commercianti di metalli e ferramenta -e il suo coinvolgimento nella scoperta. La connessione tra Gott e Frederick Hartley, membro della Knaresborough Improvement Commission, sembra aver giocato un ruolo cruciale nella scoperta del tesoro durante i lavori di drenaggio commissionati da Sir Charles Slingsby nel 1864.

Hartley consegnò la maggior parte del tesoro a Gott, che successivamente lo donò – in parte? -allo Yorkshire Museum, senza specificare dove questi pezzi fossero stati trovati. Durante l’indagine, il gruppo di ricerca ha anche scoperto che originariamente il tesoro doveva essere composto anche da altri oggetti, ma molti di essi probabilmente fusi accidentalmente nella fonderia di Gott. Ciò induce a pensare che esistesse un accordo sulla vendita di vecchi metalli, trovati durante i lavori di bonifica. Probabilmente i pezzi venivano portati da Gott per essere venduti e fusi. Gott si sarebbe accorto tardivamente di quanto era giunto in bottega, tra le ferraglie. E avrebbe salvato ciò che gli era risultato possibile sottrarre al fuoco.