“Ricordi sbocciavan le viole…” – La musica di De Andrè fu scritta 200 anni prima da Telemann. Ascolta

Uno dei brani più intensi firmati da De André, “La canzone dell’amore perduto” (1966) trae una profonda e sorprendente ispirazione musicale nell'Adagio del “Concerto in Re maggiore per tromba, archi e continuo” di Georg Philipp Telemann (Magdeburgo, 14 marzo 1681 – Amburgo, 25 giugno 1767). De Andrè recupera ampiamente la linea melodica di Telemann, mantenendo la presenza della tromba e sfrondando l'apparato decorativo del musicista settecentesco

Uno dei brani più intensi firmati da De André, “La canzone dell’amore perduto” (1966) trae una profonda e sorprendente ispirazione musicale nell’Adagio del “Concerto in Re maggiore per tromba, archi e continuo” di Georg Philipp Telemann (Magdeburgo, 14 marzo 1681 – Amburgo, 25 giugno 1767).

De Andrè recupera ampiamente la linea melodica di Telemann, mantenendo la presenza della tromba e sfrondando l’apparato decorativo del musicista settecentesco. La “Canzone dell’amore perduto” costituisce una cesura rispetto alle ballate caustiche e ironiche che avevano caratterizzato la produzione del cantautore ligure, aprendo una nuova prospettiva e presentandosi come un punto nodale della canzone italiana.

Il crepuscolarismo del testo associato al malinconico e dolce segmento della musica alla quale De Andrè ha tolto l’elemento rocaille, porta a un basico e struggente senso della vanitas del tutto che assume un singolare sapore medievale. Si dice che il cantautore abbia trasposto nelle parole e nel recupero di questa melodia il dolore per la fine della storia d’amore con la moglie. Il pubblico ha amato profondamente questo brano, condividendo la predilezione dimostrata dalla stesso De Andrè che lo inserì nel 33 giri “Nuvole barocche” (1969), in “Canzoni” (1974) e le doppio album “Concerti 1991”. Qui sotto potrai ascoltare il brano di Telemann, dal quale De Andrè ricavò parte della musica per la propria canzone. Ascoltiamo, brevemente – cliccando il video – il brano di Telemann utilizzato dal cantautore .

Georg Philipp Telemann (Magdeburgo, 14 marzo 1681 – Amburgo, 25 giugno 1767), autore di quello che è diventato un noto refrain nella musica cantautorale,  era un compositore e organista tedesco. Autodidatta, espresse già nell’infanzia una spiccata facilità compositiva e una precoce padronanza di strumenti musicali quali violino, flauto dolce e clavicembalo.

Contemporaneo di Bach e Händel, cui lo legava una profonda amicizia, in vita era molto famoso e considerato uno dei maggiori musicisti tedeschi. La sua lunghissima parabola creativa (quasi settant’anni di attività) gli consentì di attraversare le diverse fasi musicali dal pieno Barocco allo Stile galante all’Empfindsamer Stil fino alle soglie del Classicismo, con una prodigiosa capacità di aggiornamento stilistico fino a oltre gli 85 anni di vita. E’ curioso notare che in diversi brani della Musica barocca o rococò  fossero già contenuti temi e sonorità che avrebbero portato alla più struggente musica romantica.

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