“Nel corso dei lavori della variante del Cassero è stato rinvenuto un ponte in pietra e mattoni di presumibile epoca medievale, del quale gli uffici tecnici comunali stanno analizzando l’interesse culturale di concerto con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria”. A renderlo noto è l’assessore ai Lavori Pubblici Riccardo Carletti a seguito del sopralluogo di stamattina nell’area del cantiere a ridosso delle mura urbiche cittadine. Insieme al direttore dei lavori e all’archeologo al quale il Comune ha affidato l’incarico di monitorare il ponte e sorvegliare il luogo della scoperta per prevenire danneggiamenti a eventuali ulteriori ritrovamenti di interesse culturale, l’amministratore ha verificato direttamente quanto è affiorato durante le opere di sbancamento per la realizzazione della futura sede stradale che bypasserà la strettoia del Cassero. Il manufatto in pietra e mattoni, che attraversa il fosso della Reglia, era seppellito dagli strati di terreno accumulatisi nei secoli ed era completamente nascosto dalle alberature e dalla vegetazione, che ora sono state rimosse.
Antico centro umbro non sottomesso dagli Etruschi, Città di Castello fu fiorente Municipio romano, con il nome di Tifernum Tiberinum, ricordato nelle sue epistole da Plinio il Giovane che sui primi del II secolo vi eresse un tempio.
Verso il principio del IV sec. vi predicò il Vangelo S. Crescenziano, legionario romano. È tradizione che Tiferno fosse distrutta da Totila e risorgesse per opera del Vescovo Florido. Durante il periodo longobardo la città assunse il nome di Castrum Felicitatis, mentre nel medioevo fu libero comune di parte guelfa che, con il nome di “Civitas Castelli”, estese il suo dominio sui territori confinanti fino al di la dell’Appennino.
I due splendidi palazzi dei Priori e del Podestà sono la testimonianza di questo florido periodo.
Costituitasi in comune fu alternativamente libera o soggetta alla Chiesa, a Perugia, a Firenze. Ebbe anche il predominio dei Pietramala e nel ‘300 quello di Branca Guelfucci; nel 1422 fu presa da Braccio Fortebraccio; finalmente dopo contese delle famiglie rivali Tarlati, Giustini e Fucci, vi si stabilì nella seconda metà del ‘400, la Signoria dei Vitelli che abbellì la città con splendidi palazzi ed opere d’arte. La città passò con Cesare Borgia definitivamente alla Chiesa, ma, di fatto, continuò ad essere governata per tutto il 1550 dai Vitelli.