E’ stato durante i lavori di costruzione di una nuova rete fognaria. La pala per l’escavazione del terreno si è imbattuta in qualcosa che non poteva essere un macigno isolato. I lavori sono stati fermati. L’ingresso all’ipogeo era chiuso da cumuli di pietre con i quali, originariamente, il luogo era stato protetto. Il materiale è stato rimosso dopo l’arrivo degli archeologi. La rimozione delle pietre ha consentito l’accesso a una camera sepolcrale dalla volta a botte. La parte superiore imbiancata. Quella inferiore – al di sotto di un dipinto nastro dorato, caratterizzato dalla presenza di fiocchi d’unione – è colorata con un pigmento rosso sangue. A terra, due corpi, uniti nel sonno eterno, e un corredo sfarzoso.
La notizia del ritrovamento è stata data nelle ore scorse dal direttore del museo di Vergina – Macedonia Centralle – Angeliki Kottaridi. Nell’antica città di Aegae, situata nell’odierna Vergina della Macedonia centrale, è stata così scoperta scoperta una tomba macedone di grande importanza storica. Aegae, capitale originaria della Macedonia, ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nella storia di questa regione, conservando la memoria dei suoi re anche dopo il trasferimento della capitale del Regno a Pella nel IV secolo a.C.
La scoperta assume un significato particolare poiché Aegae è stata il luogo in cui Filippo II di Macedonia, uno dei sovrani più influenti della storia antica, fu assassinato da uno dei suoi stessi guardie del corpo, Pausania di Oresti. Questo fatto tragico, accaduto lungo le strade di questa antica città, ha segnato indelebilmente il corso della storia macedone.
L’annuncio della scoperta è stato reso pubblico dall’archeologa Angeliki Kottaridi, in questi giorni, durante il 36° incontro archeologico annuale per il “Progetto archeologico in Macedonia e Tracia” . La tomba è stata rinvenuta, ha detto la relatrice, durante i lavori per la costruzione di una nuova rete fognaria, quando gli operai hanno scoperto un ingresso nascosto sotto cumuli di pietre. Le dimensioni della tomba, 3,7 x 2,7 metri, e i suoi dettagli decorativi, come una fascia dorata con fiocchi, testimoniano dell’importanza e del prestigio del defunto.
Secondo gli esperti, la tomba risale al III secolo a.C., un periodo cruciale dopo il regno di Alessandro Magno, e si trova nelle vicinanze di una tomba simile scoperta per la prima volta nel 1969. All’interno della tomba, gli archeologi hanno trovato i resti di un uomo, accanto ai quali erano deposti uno scudo con parti in ferro rinforzato e diverse armi, suggerendo il suo status militare. Accanto a lui, giacevano i resti di una donna, presumibilmente la sua sposa, accompagnati da gioielli come perle, collane e una corona di mirto dorato, simbolo di prestigio e nobiltà, nonché pianta matrimoniale.
Angeliki Kottaridi ha sottolineato che questa parte della necropoli di Aegae era riservata alle sepolture dei macedoni di alto rango, come evidenziato da numerose scoperte precedenti di tombe contenenti ricchi oggetti funerari. Questa scoperta getta nuova luce sulla vita e sulle pratiche funerarie dei nobili macedoni, offrendo preziose informazioni per comprendere meglio la storia e la cultura di questo antico regno.
Il Regno di Macedonia, situato nella regione meridionale della Penisola balcanica, sorse inizialmente come un piccolo Stato periferico. Secondo la tradizione, il regno fu fondato agli inizi dell’VIII secolo a.C. da Carano, un re leggendario. Tuttavia, fu con Filippo II, che salì al potere nel 359 a.C., che la Macedonia iniziò a emergere come una potenza regionale. Filippo II orchestrò una serie di riforme militari e politiche che trasformarono la Macedonia da una potenza minore a una che dominava l’intera Grecia continentale.
Il culmine della potenza macedone fu raggiunto sotto il regno di Alessandro III, meglio conosciuto come Alessandro Magno, figlio di Filippo II. Dopo esser succeduto al padre nel 336 a.C., Alessandro condusse una serie di campagne militari senza precedenti che portarono alla conquista di gran parte del mondo conosciuto. Attraversò l’Asia Minore, sconfisse l’Impero persiano e si spinse fino alle porte dell’India, creando così uno degli imperi più estesi della storia antica. La sua morte nel 323 a.C. segnò la fine dell’Impero macedone unitario e diede inizio all’era degli “Diadochi”, i successori di Alessandro, che governarono i vari territori dell’impero diviso.
Dopo la morte di Alessandro, la Macedonia divenne teatro di conflitti tra i Diadochi. Le lotte per il controllo del regno portarono alla frammentazione dell’Impero macedone in vari regni ellenistici, governati dalle dinastie dei Diadochi. Alcune di queste dinastie furono di origine macedone, come quella degli Antipatridi e degli Antigonidi, mentre altre furono fondate da generali di Alessandro, come i Seleucidi e i Tolomei.
La dinastia argeade, che aveva governato la Macedonia fin dai suoi primi giorni, si estinse con la morte di Alessandro IV. Successivamente, il regno passò sotto il controllo delle dinastie Antipatride e Antigonide. Durante questo periodo, vi furono brevi interruzioni al dominio macedone, come i regni di Pirro, Lisimaco e Tolomeo Cerauno.
La Macedonia perse definitivamente la sua indipendenza dopo essere stata sconfitta nella battaglia di Pidna nel 168 a.C. da parte della Repubblica romana. Dopo la sconfitta del re macedone Perseo, la Macedonia fu divisa in quattro repubbliche romane. Nel 148 a.C., la Macedonia fu completamente assorbita come provincia romana, ponendo così fine alla sua storia come regno indipendente.