Quando trovi questi oggetti eleganti e complessi, così interrogativi, il cuore accelera il battito. E’ un insieme di domande, di speranze, di scansioni tra ricordi, di ansia. Poi pulisci un po’ il reperto con le mani, eliminando il terriccio fangoso, e trovi persino una perla o un occhio di cavallo che ti osserva. Che sarà?
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Emma Harris, una giovane appassionata di metal detecting, ha scoperto in un campo del Dorset un oggetto affascinante e misterioso che ha subito attirato l’attenzione degli esperti del gruppo Metal Detecting Finds UK & British Coins. Proprio in queste ore, la giovane signora inglese – mamma di due bambini e appassionata di ricerche storiche – ha chiesto agli esperti di oggetti antichi cosa possa essere l’oggetto che ha trovato nei campi. Il reperto, mostrato nelle immagini, è una placca metallica corrosa, con una struttura che solleva interrogativi sulla sua funzione originaria e sul contesto storico di appartenenza. Sembra formato da una lega di metallo simile all’ottone, nella parte superiore o al bronzo dorato. Gli strati inferiori sembrano invece di materiale ferroso. Nell’insieme decorativo pare uscire dalle sontuosità degli apparati decorativi del Conte di Montecristo. Perché?
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Un’ipotesi: bardatura frontale per cavallo
La forma complessa e riccamente decorata suggerisce che si tratti di un elemento di bardatura, collegato all’equitazione o al nobile trasporto con cavallo.
Si può ipotizzare che si tratti di una placca frontale, parte della bardatura ornamentale posta sul capo dei cavalli in contesti cerimoniali o militari. La superficie – che appare incisa in diversi punti – mostra motivi che ricordano la struttura di uno scudo, sormontato da una figura che potrebbe richiamare un’aquila stilizzata la quale potrebbe rinviare allo stemma del casato di riferimento.
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Al centro spicca un elemento sferico prominente, simile a un umbone, – blocco difensivo-offensivo che aveva la funzione di rinforzare lo scudo, scaricando lateralmente i colpi e che poteva essere usato come strumento d’offesa per colpire, nel corpo a corpo, l’avversario – che evoca simbolicamente l'”occhio” del cavallo. Visto da lontano il globo nero, inserito al centro dello scuro dorato, poteva apparire come il terzo occhio del destriero e come preziosa “perla nera”.
Questa configurazione sembra suggerire una possibile funzione simbolica: il “terzo occhio”, elemento spesso presente in culture dove i cavalli rivestivano ruoli cerimoniali, potrebbe essere stato pensato per protezione o decorazione.
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Oltre ad essere scudo e occhio del cavallo, la placca, osservata da vicino, appariva come una ninfea o come un’ostrica con un fiore-perla all’apparenza preziosissimo. Una citazione a mondi lontani e favolosi, a tesori e a odalische. Anche in Dumas e nel Conte di Montecristo ci sono citazioni dell’orientalismo. E, naturalmente, i tesori eccessivi, anche come forma, sono al centro del romanzo.
Riferimenti storici: il Barocco e Luigi Filippo
Dicevamo che l’oggetto potrebbe ben stare in un fotogramma del Conte di Montecristo, romanzo del 1844-46. Noi infatti ipotizziamo che la placca possa appartenere alla cultura visiva della metà del XIX secolo, reiterata fino alla fine dell’Ottocento e, incerti ambienti, anche oltre. L’epoca di Luigi Filippo (1830-1848) – che poi è quella di Montecristo – vide un forte revival del barocco, caratterizzato da forme elaborate e decorazioni sontuose. Questo stile influenzò anche la produzione industriale di oggetti decorativi, come le bardature equine cerimoniali, grazie alla diffusione di tecniche avanzate di lavorazione dei metalli.
I fermi e ganci presenti sul retro della placca, secondo i nostri esperti, sono fondamentali per la datazione del prodotto. Suggeriscono, infatti, una produzione semi-industriale e ci dicono che siamo nell’Ottocento citazionista e non nel Barocco: questi sistemi – progettati per fissare l’elemento decorativo su asole di cuoio o stoffa, garantendo stabilità durante l’uso – appaiono tecnicamente piuttosto evoluti.
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Un precedente artistico: il ritratto di Carlo V di Tiziano
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Un dettaglio curioso emerge confrontando questa placca con le bardature visibili nel celebre ritratto di Carlo V a cavallo, dipinto da Tiziano nel 1548. Anche in quella rappresentazione, il cavallo indossa una decorazione frontale riccamente ornata – ma, in quel caso, finalizzata a reggere l’asta del pennacchio – che sembra anticipare soluzioni estetiche simili a quelle osservabili nel reperto del Dorset.
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Come veniva montata?
La placca sarebbe stata fissata direttamente ai finimenti o al copricapo di stoffa o cuoio del cavallo mediante i ganci posteriori, probabilmente all’interno di apposite asole.
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Probabilmente si trattava di un elemento rimovibile, utilizzato solo in occasioni cerimoniali per aggiungere prestigio e imponenza alla figura del cavallo e del cavaliere.
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Il contesto geografico: il Dorset
Il Dorset, territorio del singolare ritrovamento, è una contea situata nella regione sud-occidentale dell’Inghilterra, nota per il suo paesaggio collinare, le scogliere spettacolari e una ricca storia archeologica che abbraccia epoche romane, medievali e successive. Le vaste campagne del Dorset hanno spesso restituito ritrovamenti legati alla vita rurale e cerimoniale, inclusi numerosi reperti equestri.