ROMA – 04 settembre 2024 -. Era qualcuno che si stava preparando alla fuga. Od era pronto a tutto. Alla difesa estrema e alla fuga, colui che nascose le monete per un viaggio e il necessaire militare per la difesa sotto il pavimento di un antico edificio,. I tempi erano mutati, dallo splendore di Roma. Erano giunti gli anni della crisi. Oscurità, aggressioni e tanti goti, in giro.
Il Parco archeologico dell’Appia antica ha annunciato, in queste ore, proprio il ritrovamento di armi e un gruzzolo di monete romane del VI secolo nei pressi della copertura pavimentale di un edificio romano appartenente al complesso di Villa di Sette Bassi, situato nel territorio comunale di Roma. In particolare, osservando il punto del rinvenimento, pare che chi nascose gli oggetti avesse agito nei pressi di una canaletta di scolo dell’acqua piovana. Un punto davvero sicuro, a cui, evidentemente nessuno ha messo mano per 1500 anni. Nemmeno colui che nascose denaro e armi ebbe tempo di tornare lì. Morì, è evidente, senza poter rivelare il proprio piccolo segreto.
“In questa fase – spiegano gli archeologi del Parco – le ricerche si stanno concentrando sul fienile, dove le indagini preliminari al progetto di riqualificazione dell’edificio hanno messo in luce una probabile area produttiva di epoca tarda antica, a sua volta installata su di una struttura precedente forse adibita a stalla o legata all’uso agricolo del fondo”.
“Nel corso dello scavo – spiegano gli archeologi – sono stati rinvenuti un gruzzoletto monetale e delle armi del VI secolo che raccontano delle tensioni del periodo e della necessità di nascondere gli averi degli abitanti, ma la ricerche continuano e gli archeologi sono all’opera per ricostruire la storia di questo settore del sito”.
Il VI secolo segna il punto più alto della crisi demografica in Italia, aggravata dalla guerra greco-gotica e dall’invasione longobarda. Questa crisi si estende a tutta Europa tra il VI e il VII secolo, accompagnata dalla diffusione della peste. In questo contesto, l’economia schiavistica subisce una trasformazione significativa, con il passaggio dalla schiavitù alla servitù della gleba, un sistema in cui i contadini, pur non essendo più schiavi, sono legati alla terra che coltivano e al signore feudale.
Monete e armi sono strettamente collegate. Chi ha nascosto il gruzzolo e le armi era pronto a tutto. Si muoveva all’interno della parte rustica della grande, splendida villa che già mostrava i segni della rovina e del passaggio dei barbari.
Il sito archeologico situato sulla destra della via Tuscolana, nei pressi dell’incrocio con via delle Capannelle, rappresenta uno degli esempi più significativi di villa romana nel suburbio di Roma. La villa, conosciuta come “Sette Bassi”, è una delle più grandi e meglio conservate della zona, offrendo una testimonianza eloquente dell’opulenza e dell’importanza che le residenze aristocratiche suburbane rivestivano durante l’epoca imperiale.
Il nome “Sette Bassi” deriva dal toponimo medievale e si pensa sia associato a Settimio Basso, una figura di rilievo nella Roma imperiale, che ricoprì la carica di Prefetto della città sotto l’imperatore Settimio Severo, tra il 193 e il 211 d.C. Questa attribuzione suggerisce che il complesso fosse proprietà di una famiglia di alto rango e strettamente legata all’élite politica dell’epoca.
La villa si estende su un ampio pianoro ed è composta da tre distinti corpi di fabbrica, costruiti in periodi differenti, ma strettamente connessi tra loro, creando un insieme architettonico di grande imponenza e complessità. Il primo nucleo della villa, realizzato interamente in mattoni, risale agli inizi del regno dell’imperatore Antonino Pio, tra il 138 e il 161 d.C. Questo primo complesso era composto da una serie di ambienti disposti attorno a un vasto peristilio-giardino, oggi completamente scomparso. Tra gli ambienti meglio conservati di questa fase, spiccano una grande sala di soggiorno, un locale con una nicchia rettangolare e una sala dotata di un sofisticato sistema di riscaldamento, che testimonia l’alto livello di comfort di cui godevano i proprietari.
Il secondo nucleo, costruito tra il 140 e il 150 d.C., rappresenta un’espansione e un arricchimento del complesso originario. Esso comprendeva sontuose sale di rappresentanza e stanze da letto decorate con lusso, che dovevano servire per ospitare membri dell’aristocrazia romana e altre figure importanti. Un elemento di grande interesse di questa sezione è la balconata con finestre, che offriva una vista panoramica sulla campagna circostante, e un belvedere semicircolare ornato da colonne, che accentuava il carattere monumentale e scenografico della villa.
Il terzo nucleo, costruito alla fine del regno di Antonino Pio, fu progettato principalmente per funzioni di rappresentanza e per ospitare grandi eventi sociali. Questo complesso comprende vaste aule distribuite su più piani, un impianto termale di notevoli dimensioni e ulteriori sale di soggiorno. Questo terzo nucleo si affacciava su un grande peristilio-giardino, che costituiva il fulcro scenografico della villa. Il giardino, lungo 320 metri, era delimitato da un lungo terrazzamento artificiale, che fungeva da sostegno per un criptoportico, una struttura sotterranea utilizzata per il transito pedonale al riparo dal sole o dalle intemperie, o come area di servizio per il personale.
Accanto alla villa principale sorgevano altri edifici, identificabili come parte della sezione rustica del complesso, destinati probabilmente alle attività agricole e produttive che garantivano l’autosufficienza della tenuta. Questi edifici includevano magazzini, stalle, e forse abitazioni per i lavoratori. All’interno di questo complesso rustico, si trova anche un piccolo tempio, sorprendentemente ben conservato, che risale al II secolo d.C. Questo tempio, dedicato probabilmente a una divinità protettrice della villa o della famiglia, testimonia l’importanza delle pratiche religiose nella vita quotidiana dei proprietari e dei loro ospiti.
In sintesi, la villa di Sette Bassi rappresenta un esempio straordinario di architettura residenziale romana, capace di coniugare lusso e funzionalità, e di riflettere lo status sociale e il gusto estetico dei suoi proprietari. Il sito, con la sua articolata stratificazione di edifici e la ricchezza delle sue strutture, offre uno spaccato prezioso della vita dell’élite romana durante l’Alto Impero, e costituisce un’importante testimonianza del patrimonio culturale e storico dell’antica Roma.