ANTICA ROMA – Impero romano, 14 agosto 2024. Un ricca domus romana del II secolo – con resti di un mosaico a tema acquatico – è stata scoperta in un centro dell’antica Britannia che, ai tempi dei romani, fu fondato con la realizzazione di un forte e di successive strutture civili finalizzate alla colonizzazione.
La scoperta è stata compiuta nella città romana di Wroxeter, originariamente nota come Viroconium, nello Shropshire, in Inghilterra. L’annuncio della scoperta è stato dato, in queste ore, da English Heritage.
Viroconium: un avamposto strategico
Fondata nel I secolo d.C. come avamposto di frontiera, Viroconium nacque per ospitare le truppe della Tracia Auxilia durante le campagne militari di Publio Ostorio Scapula, generale e governatore della provincia di Britannia. Le truppe ausiliarie (“Truppe d’appoggio”, in latino auxilia, cioè aiuti) erano originariamente un corpo dell’esercito romano reclutato fra le popolazioni sottomesse di peregrini, ovvero non ancora in possesso della cittadinanza romana.
Qui, a Viroconium si stanziarono inizialmente gli ufficiali di collegamento romani e le truppe della Tracia, regione che si trovava in un territorio compreso tra la Grecia settentrionale, la Bulgaria meridionale e la Turchia.
La posizione scelta del luogo di presidio era di grande importanza strategica: situata nella valle del fiume Severn, la città aveva il compito di proteggere questa regione dalle incursioni provenienti dalla vicina Cambria, l’attuale Galles. Inoltre, la sua vicinanza a Watling Street, una delle principali arterie stradali romane, facilitava i collegamenti con altre parti della provincia.
Una città in espansione
Nel corso del tempo, Viroconium crebbe fino a diventare il quarto insediamento – per numero d’abitanti – della Britannia romana, raggiungendo una popolazione di oltre 15.000 abitanti e un’estensione di 173 acri.
La città si dotò di numerose strutture pubbliche e civili, tra cui terme, templi, negozi, una basilica e un foro colonnato. Questi edifici testimoniano la fiorente vita urbana e l’importanza economica e culturale di Viroconium nell’ambito dell’Impero Romano. La città romana è stata solo in parte sottoposta a scavi archeologici. E’ per questo motivo che le scoperte si susseguono.
La scoperta: un edificio civico, un santuario e un mosaico intatto
Durante l’ultimo scavo condotto dall’English Heritage Trust, in collaborazione con l’Università di Birmingham, Vianova Archaeology & Heritage Services e Albion Archaeology, gli archeologi hanno portato alla luce i resti di un grande edificio civico, di un santuario e di una domus con un mosaico sorprendentemente ben conservato.
L’edificio civico maggiore, situato lungo la strada principale della città, presenta dimensioni notevoli: largo 8 metri e lungo almeno 40 metri. Il massiccio muro posteriore, rinforzato da contrafforti, suggerisce che la struttura potesse svilupparsi su più piani, indicando un ruolo di grande rilievo nell’amministrazione della città.
Il mosaico: un capolavoro del II secolo
Il mosaico è stato ritrovato invece all’interno di una casa urbana di alto rango – pur all’interno di una schiera – risalente al II secolo d.C. La qualità della decorazione è notevole. L’opera raffigura creature marine vivacemente colorate. Sorprendente è il fatto che alcune delle sezioni inferiori delle pareti della casa siano rimaste intatte, conservando l’intonaco dipinto originale, un elemento che offre un raro scorcio sulla decorazione domestica romana in Britannia.
Secondo una comunicazione dell’English Heritage: “Il mosaico risale al II secolo, subito dopo la fondazione della città che sostituì una fortezza legionaria”. I Romani, infatti, appena ciò risultasse possibile, fondavano città che riducessero l’impatto militare della conquista, offrendo a popolazioni romane o romanizzate la possibilità – con il trasferimento della famiglia – di colonizzare il territorio conquistato, con notevoli vantaggi economici e una garantita posizione di alto rango.
Roma intendeva usare sì il pugno di ferro, ma, al tempo stesso, si garantiva il controllo del territorio attraverso propri cittadini che si erano trasferiti e attraverso la seduzione emanante dalla propria civiltà avanzata, in grado di convincere con comodità e nuove opportunità economiche gli abitanti della zona.
Significato e collocazione del mosaico
Il soggetto del mosaico rinvia all’abbondanza della natura e al dominio dell’uomo sulla stessa. Gli esseri marini, che offrono colore e parvenza di movimento, sono racchiusi in un triplo recinto perimetrale, realizzato con tessere grigie-azzurre. La struttura ricorda una grande piscina. L’etimologia della parola che, per noi, oggi ha un altro significato, in passato si riferiva, più ovviamente, alla vasca dei pesci.
Le piscine erano utilizzate sia per l’allevamento di pesce pregiato che, nelle ville, per fini decorativi.
Il tema dell’acqua fu fondamentale per la civiltà romana. La scarsità della distribuzione di questo liquido prezioso, nelle società arcaiche, fu superata dai romani grazie ad opere tecnologiche di grande impatto, come sistemi idraulici complessi, acquedotti ampi e di estensione notevolissima, vasche, canali di diffusione.
“Avere l’acqua in casa” era una comodità e un’esibizione di status. Tubature di piombo portavano l’acqua nelle domus, nelle ville o nei grandi impianti per alimentare i bagni termali presenti sia a livello di strutture pubbliche o pubblico/private sia nelle case dei più ricchi. Uno degli indicatori di ricchezza era la quantità d’acqua di cui poteva disporre una famiglia o una città.
Il mosaico – che, per attinenza tematica, potrebbe essere stato collocato nelle vicinanze dei bagni di questa domus – ha così la funzione di celebrare l’acqua, amica e nemica irriducibile di ogni civiltà. I Romani, in parte, l’avevano soggiogata.