[U]na preziosa gemma di agata, incisa con una figura mitologica probabilmente legata all’abbondanza e alla fertilità, è stata trovata nei giorni scorsi durante la terza campagna di scavo archeologico sul sito sommerso di età romana a Lio Piccolo (Cavallino-Treporti) condotta dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari Venezia sotto la direzione del professor Carlo Beltrame, assistito dalla dott.ssa Elisa Costa, con il supporto tecnico dell’impresa Idra di Venezia. Lo ha annunciato l’Università di Venezia.
“Un simile ritrovamento avvalora l’ipotesi che si tratti di un sito frequentato da romani benestanti, forse proprio di quella villa che è stata ipotizzata da altri” dice l’Unive.
“In ambiente lagunare si tratta di un ritrovamento piuttosto raro, ad oggi abbiamo notizia di altre due gemme preziose ritrovate a Torcello e presso Barena del Vigno”, afferma Beltrame.
La glittica – a cui l’incisione su agata trovata a Lio Piccolo appartiene sotto il profilo tipologico – è l’arte dell’incisione di gemme e pietre dure per la produzione di cammei, sigilli (in pietra), intagli, statuette e altri piccoli oggetti.
Questi oggetti erano utilizzati anche come sorprendenti teofanie – manifestazioni sensibili della divinità – che riluceva a tratti, uscendo dall’indistinto, quando l’oggetto veniva colpito dalla luce. Lo scavo della pietra, come un bassorilievo ottenuto con minuscoli utensili, consentiva di dare una splendida corposità e tridimensionalità alla figura. Girando la pietra dalla parte opposta a quella in cui era stata incisa è possibile osservare questa “apparizione” sotto la superficie diafana della pietra stessa.
Chi avrà perso questa divinità preziosa? Perché cadde? Chi la teneva con sé?
Lo scavo che ha permesso il recupero dell’oggetto prezioso è stato eseguito in regime di concessione del Ministero della Cultura – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, con il referente dott. Alessandro Asta, e con la collaborazione del Comando della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Venezia.
La campagna è stata finanziata dal progetto CHANGES “Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society”, parte del PNRR, in cui l’Università Ca’ Foscari è partner dello Spoke 1 “Historical Landscapes, Traditions and Cultural Identities” coordinato dall’Università Aldo Moro di Bari, e dal Comune di Cavallino Treporti.
Lio Piccolo, il luogo in cui sorgeva la villa romana delle ostriche e dell’agata, è una frazione del Comune di Cavallino Treporti e si trova nella Laguna Nord di Venezia.
La frazione sorge su un insieme di isolotti lagunari, separati da strettissimi canali, ricoperti da orti e vegetazione spontanea ed alternati alle barene.
“Le indagini subacquee hanno permesso di conoscere meglio la struttura con base di mattoni sesquipedali e pareti in tavole di legno di quercia del 1°-2° secolo d.C. adibita alla conservazione di ostriche. – dice Unive – La vasca, che giace a -350 cm sul livello medio del mare, contiene ancora centinaia di molluschi al suo interno ed è munita di paratoia in legno che doveva dividerla in almeno due ambienti”. I sesquipedali, corrispondenti alla misura di un piede e mezzo, erano grossi laterizi usati dagli antichi Romani.
“La collaborazione scientifica con il biologo Davide Tagliapietra del CNR-ISMAR e il geologo Paolo Mozzi dell’Università degli studi di Padova ha permesso di identificare questa struttura come un bacino per la conservazione prima del consumo, più che per l’allevamento, delle ostriche presumibilmente sepolto dai sedimenti lagunari per un evento improvviso. – prosegue Unive – Unico confronto possibile con questa singolare struttura è l’imponente peschiera, munita di piccolo ambiente per la conservazione di ostriche, scavata nel sito romano di Lac de Chapelles, port la Nautique, presso Narbonne”.
“A fianco di questo impianto sono presenti una pavimentazione in mattoni posata su pali, moltissimi frammenti di affresco di pregio e alcuni frammenti di mosaico bianco e nero che, negli anni Ottanta, hanno spinto lo scopritore di questo sito, l’archeologo amatore Ernesto Canal, ad interpretarlo come una villa di pregio – aggiunge Beltrame – La vasca e i piani pavimentali offrono un marker prezioso, perché ben datato, per lo studio delle variazioni del mare e della subsidenza locale’.
“L’archeologia sta continuando a darci risposte scoprendo le nostre radici. Il ritrovamento della preziosa gemma di agata è un altro tassello che conferma l’importanza di continuare a finanziare progetti di ricerca al fine di delineare un’identità al passato del territorio e della comunità di Cavallino-Treporti. – afferma l’assessore alla cultura Alberto Ballarin – La collaborazione con il prof. Beltrame si sta concretizzando anche con la divulgazione scientifica delle scoperte archeologiche subacquee della laguna nord. Ci fa molto piacere che abbia colto il nostro invito a partecipare agli incontri pubblici con la cittadinanza per condividere l’esperienza e l’attività degli scavi.’
https://stilearte.it/var/www/vhosts/stilearte.ithttpdocs/i-sub-archeologi-trovano-a-lio-piccolo-una-vasca-frigorifero-con-ostriche-di-epoca-romanail-video/
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