“Sorvola” virtualmente un campo con le immagini del computer. Ed ecco cosa scopre, sotto terra. Cose sono quelle strutture? A che epoca risalgono? Hanno quasi duemila anni? Le risposte dell’intelligenza artificiale

La struttura, articolata, appare con evidenza, anche se i resti sono coperti dal terreno e l’area è oggi un campo agricolo. Ciò che colpisce è l’eleganza planimetrica, l’armoniosa interazioni tra le parti di quello che doveva essere un complesso antico.

L’appassionante segnalazione archeologica riguarda un’area nelle vicinanze di León, in Spagna, “intercettata” grazie all’uso della tecnologia LiDAR (Light Detection and Ranging). Un appassionato polacco di archeologia, Mariusz Dawid, ha individuato, attraverso l’analisi di immagini topografiche avanzate, quella che sembrerebbe essere una villa romana dotata di un edificio termale. Le immagini aeree e questa tecnologia hanno permesso di scoprire tracce architettoniche sepolte sotto il suolo, che dovranno essere oggetto di scavo. Dawid ha condiviso le immagini con i colleghi del gruppo LiDAR and Aerial Archaeology.

Mariusz Dawid

Il funzionamento del LiDAR e il suo impatto sull’archeologia

Anche le immagini aeree tradizionali già sono in grado di rivelare strutture sepolte dal terreno. Provate, anche voi, con le immagini satellitari offerte anche da Google maps ed esplorate campi e radure. Poiché l’erba e la vegetazione crescono in modo più stentato sopra pietre e muraglie sepolte, i resti di edifici coperti dal terreno si rivelano come linee di colore diverso da quello del resto del campo. Il LiDAR – sempre più utilizzato anche per le ricerche archeologiche – è invece un nuovo strumento di rilevamento remoto che utilizza impulsi laser emessi da sensori montati su aerei, droni o satelliti. Questi impulsi attraversano la vegetazione e colpiscono il terreno, generando un modello digitale estremamente preciso della superficie terrestre. La tecnologia consente di “filtrare” elementi superficiali come alberi, cespugli o edifici moderni, rivelando le variazioni del suolo che spesso segnalano la presenza di strutture antiche. Le immagini Lidar sono accessibili a tutti. Ma ci sono zone, come l’Italia, in cui l’accesso al sistema si rivela più complesso, rispetto ad altre aree d’Europa.

Le strutture di edifici sepolti scoperte da Mariusz Dawid durante un’esplorazione virtuale del campo

Le anomalie individuate a León mostrano forme geometriche e linee regolari che suggeriscono – come vediamo nell’immagine qui sopra, scattata dall’alto – la disposizione di una villa con annessi ambienti termali, tipici delle abitazioni romane di prestigio. Queste configurazioni sono compatibili con un complesso residenziale di epoca imperiale. Quelli che paiono i resti di una villa romana portano in evidenza una struttura complessa che potrebbe essere sorta anche grazie a successivi ampliamenti dell’edificio originario e da interventi di completamento.

Perché i resti sepolti diventano visibili

Le strutture sepolte sotto il terreno lasciano tracce sottili ma riconoscibili in superficie. I muri, i pavimenti e altri elementi architettonici alterano la composizione e la compattezza del terreno sovrastante, influenzando il drenaggio dell’acqua e la crescita della vegetazione. Queste variazioni si manifestano come rilievi, depressioni o zone con vegetazione più rigogliosa o, al contrario, meno densa. Il LiDAR amplifica e mappa queste differenze, permettendo agli studiosi di individuare i siti di interesse con precisione millimetrica.

León: un crocevia del mondo romano

I resti di questa struttura complessa – che poi dovrà essere scavata dagli archeologi – si trovano nel circondario dell’antica città di León, che ha radici profonde nell’epoca romana. Fondata nel 29 a.C. come accampamento per la Legio VI Victrix, diventò successivamente la base della Legio VII Gemina, una delle più celebri unità militari dell’Impero Romano. La sua posizione strategica, lungo la via che collegava Asturica Augusta (Astorga) e Caesaraugusta (Saragozza), ne fece un centro vitale per il controllo militare e commerciale della regione nord-occidentale della Hispania Tarraconensis.

Le villae, come quella individuata tramite LiDAR, erano spesso costruite nei dintorni delle principali città romane e non distanti dalle strade, in posizioni favorevoli per l’agricoltura e il commercio. Oltre a essere centri produttivi, queste residenze fungevano da simboli di status per l’élite locale, spesso caratterizzate da ricche decorazioni, pavimenti a mosaico e impianti termali.

Questi edifici e ville di campagna venivano utilizzati – come poi accadde dal Rinascimento al secolo scorso – come luoghi di villeggiatura dell’aristocrazia, durante i mesi estivi, che coincidevano con quelli dei raccolti. Durante l’inverno, i proprietari di queste ville, in molti casi, tornavano a svernare nelle case di città.

La zona termale privata della presunta villa segnalata dal ricercatore potrebbe essere stata compresa – come vediamo nell’immagine qua sopra – tra i resti di una struttura poligonale tendente al cerchio e la stanza absidata, simile a una chiesa. Spesso le terme romane presentavano queste configurazioni. La presunta area termale absidata si inseriva probabilmente su un lato di una villa romana rustica, forse più antica, a pianta centrale. Nella parte inferiore della fotografia appaiono i resti di un altro edificio, forse residenziale, e tracce di quelli che potevano essere giardini e aree coltivate.

L’importanza degli edifici termali nelle villae romane

Le terme erano una componente fondamentale della cultura romana, non solo nelle città ma anche nelle residenze private più prestigiose. Gli ambienti termali di una villa riflettevano lo status del proprietario e offrivano agli abitanti e ai loro ospiti un luogo per il relax e il benessere. Nel complesso individuato a León, i resti suggeriscono la presenza di stanze tipiche di un impianto termale, come il calidarium (sala calda), il tepidarium (sala tiepida) e il frigidarium (sala fredda), probabilmente alimentati da un sistema di riscaldamento ipocausto.

La verifica con l’intelligenza artificiale

Analisi preliminare dell’immagine. Dopo aver osservato le componenti planimetriche dell’immagine aerea e avendo notato che la struttura – contrassegnata da quello che appare come un impianto termale nonché da un insieme composto di edifici residenziali e rurali – rinvia all’architettura romana, Stile arte ha chiesto all’intelligenza artificiale di analizzare questi resti sotterranei, raffrontandoli con le planimetrie delle ville romane. Di seguito, la risposta:

Il campo con cromie potenziate nell’elaborazione di Mariusz Dawid
  1. Forme rettangolari e allineamenti regolari:
    • Si notano contorni ben definiti, compatibili con muri perimetrali o fondamenta.
    • Queste caratteristiche corrispondono alle planimetrie di villae romane, che spesso avevano cortili centrali circondati da portici o stanze.
  2. Zone differenziate:
    • La porzione centrale dell’area più verde potrebbe indicare un’area termale (calidarium, tepidarium e frigidarium), data la simmetria tipica degli edifici termali.
    • Le sezioni laterali più ampie potrebbero essere sale residenziali, magazzini, o spazi produttivi come torcularia (per la produzione di olio o vino).
  3. Orientamento:
    • L’orientamento regolare delle strutture rispetto al terreno suggerisce una costruzione pianificata, caratteristica degli edifici romani.

Confronto con planimetrie di ville romane:

  • Le ville rustiche spesso comprendevano:
    • Zona residenziale (pars urbana): identificate qui come i rettangoli più ampi, che potrebbero essere stanze per gli abitanti o spazi di rappresentanza.
    • Zona produttiva (pars rustica): magazzini o spazi per animali, che potrebbero essere i rettangoli esterni più irregolari.
    • Impianti termali: la presenza di ambienti separati ma interconnessi è un tratto distintivo delle terme private romane.

Interpretazione da parte dell’intelligenza artificiale: Dalla disposizione visibile, questo sito potrebbe essere una villa di medie o grandi dimensioni con annessi termali, tipica dell’élite agricola romana. La prossima fase dovrebbe prevedere un’indagine sul campo per confermare l’identificazione, utilizzando saggi archeologici mirati, con il fine di verificare l’epoca delle strutture ipotizzate.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa