A Visegrád, in un boschetto, in cui sorgevano strutture del palazzo reale, è stata scoperta, nel terreno, un particolare gioiello trecentesco, che avrebbe potuto decorare l’abito della regina Erzsébet Piaszt o di una donna della sua corte. “Questi fermagli così piccoli e ornati venivano usati nel medioevo a livello della scollatura di abiti femminili. – sostengono gli esperti del Magyar Nemzeti Múzeum -. I resti del palazzo dell’era angioina – XIV secolo, ndr – sono stati individuati dal personale archeologico del Museo Nazionale durante gli scavi effettuati nel territorio del Palazzo Reale di Visegrad. La ricerca è stata condotta per conto della Capitaneria del Castello nell’ambito del lavoro congiunto dell’Istituto Nazionale di Archeologia del Museo e del MNM Mátyás Király Múzeum Visegrád”. L’edificio fu demolito alla fine del XIV secolo, ma le sue vestigia sono trovate durante questo scavo.
Le repliche delle strutture storiche, incluso il palazzo di Visegrád, saranno presto costruite come parte del Programma di sviluppo rinascimentale di Visegrád.
Visegrád è una piccola città nella contea di Pest, in Ungheria. È situata a circa 35 chilometri a nord di Budapest, sulla riva destra del Danubio, dove inizia la relativa ansa, ai piedi dei monti omonimi. Il paesaggio è splendido. La cittadina ospitava vertici intergovernativi di rilievo ed era un luogo di soggiorno estivo dei regnanti. Il castello – tra i resti del quale è stato trovato il fermaglio – si riferisce all’era angioina. Pochi sanno che un nobile di nascita napoletana – Carlo Roberto d’Angiò – divenne sovrano d’Ungheria con il nome di Károly I. E il palazzo che ora oggetto di scavo era il suo.
Carlo Roberto d’Angiò, conosciuto anche come Carlo I d’Ungheria, Caroberto e Carlo I Roberto, nacque a Napoli nel 1288 o nel 1291 e morì proprio a Visegrád il 16 luglio 1342. Regnò come Re d’Ungheria dal 1308 fino alla sua morte. Figlio di Carlo Martello d’Angiò e Clemenza d’Asburgo, quest’ultima figlia dell’imperatore Rodolfo I e nipote diretto di Carlo II di Napoli, Carlo Roberto, noto come Carlo Roberto prima di salire al trono ungherese, rivendicò il titolo di Re d’Ungheria in quanto pronipote di Stefano V. Ottenne il sostegno del papa Bonifacio VIII in questa rivendicazione.
Sua nonna, Maria, figlia di Stefano V d’Ungheria, fu data in sposa a Carlo II d’Angiò, re di Napoli. Nel agosto del 1300, Carlo Roberto lasciò Napoli per recarsi in Dalmazia. La sua incoronazione come Re d’Ungheria avvenne nel 1310, dopo la morte di Andrea III, ultimo sovrano della dinastia degli Arpadi, avvenuta il 14 gennaio 1301.
Károly I, nel 1320, sposò Erzsébet Piaszt – Elisabetta Piast -, figlia del re di Polonia. A lei o a una donna della sua corte si riferiscono i fermagli trovati durante lo scavo autunnale 2023.
Robert Károly sposò Erzsébet nel 1320., Da quel momento in poi la regina giocò per sessant’anni un ruolo decisivo nella definizione della politica interna ed estera e della vita culturale del Paese, quasi come un co-governante Colta, illuminata, ricca di pietà nei confronti dei poveri, molto abile sotto il profilo diplomatico, la regina divenne un importante punto di riferimento nazionale ed internazionale. Elisabetta diede alla luce cinque figli, tra i quali raggiunsero l’età adulta Lajos, il futuro re ungherese, Endre , e István , che portava il titolo di principe dalmata – croato – slavo . La famiglia reale sopravvisse, proprio qui, a Visegrád, a più famigerati della storia ungherese: quello del 1330 . il 17 aprile un nobile, Zách Felicián, attaccò il re ungherese e la sua famiglia a . Nell’attentato fu ferita anche Elisabetta, che proteggeva i suoi figli: “… Feliciano si avvicinò di soppiatto alla tavola del re inosservato e, estraendo la sua spada affilata dal fodero , – dicono le antiche cronache – voleva uccidere senza pietà il re e la regina con un attacco feroce come un cane rabbioso e i loro figli. […] Ha inflitto una leggera ferita alla mano destra del re […]. Ma – oh, dolore – le quattro dita della mano destra della santa regina, che ella era solita tendere compassionevolmente ai poveri, ai miserabili e ai caduti quando distribuiva l’elemosina, furono immediatamente mozzate”.
“La prima stagione di scavo 2023 – dicono i responsabili del Museo ungherese – si è chiusa il 25 novembre, sotto la guida dello storico archeologo Gergely Buzás, direttore del Museo King Mátyás, e dell’archeologo Andrea Deák, dipendente dell’Istituto Archeologico Nazionale. I lavori, come proseguimento dell’esplorazione dei fossati di ricerca effettuata due decenni fa, sono stati realizzati ai piedi della collina del castello a sud dell’ex monastero francescano, creando l’occasione per una più completa interpretazione e sistemazione dei dati precedenti. L’edificio ora identificato faceva parte della residenza reale medievale, alla quale appartenevano anche il monastero francescano. L’obiettivo principale delle scoperte realizzate nell’ambito del programma di sviluppo rinascimentale di Visegrád è conoscere i dettagli del complesso edilizio almeno a livello fondamentale prima che inizi la rinascita del complesso di palazzo di Visegrad”.