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Specchio per truccarsi, spada e scudo per combattere. Il dna conferma. La tomba anomala di 2000 anni fa era di una donna guerriera


La tomba che presentava una spada, uno scudo e uno specchio femminile © Isles of Scilly Museum Association

di Federico Bernardelli Curuz
I dati di genere erano contraddittori. Che ci facevano una spada a, uno scudo accanto a uno specchio femminile e a una spilla piĂą da donna che da uomo, insieme, nella stesse tomba di 2000 anni fa, nelle Isole Scilly?

La risposta è giunta in questi giorni, grazie alle nuove tecniche di estrazione e di esame del dna, che possono essere svolti anche son frammenti organici di piccole dimensioni, estratti – in questo caso – dallo smalto dei denti. I laboratori hanno eliminato ogni dubbio: la persona sepolta era una donna dell’EtĂ  del ferro. Una guerriera, evidentemente. Al di lĂ  delle mitiche Amazzoni, l’archeologia ha consentito, negli ultimi anni, di scoprire alcune interessanti sepolture di donne potenzialmente impegnate nei combattimenti.

Probabilmente erano cresciute in famiglie della classe dirigente e formate come i fratelli.
La necessitĂ  di formare e di armare donne alla guerra, al di lĂ  di un possibile collegamento con l’alto lignaggio della famiglia di provenienza, potrebbe essere scaturita anche come esigenza di piccole comunitĂ  nelle quali non poteva essere raggiunta una differenziazione rigida dei ruoli tradizionali di genere.

Le isole dell’arcipelago britannico © Historic England Archive

E lassĂą, alle Isole Scilly o Sorlinghe, in un arcipelago situato a 45 chilometri di distanza dalla punta sud-occidentale della costa dell’Inghilterra, dove risiedevano piccoli ma organizzati gruppi umani, la salvaguardia dei villaggi doveva passare anche attraverso la mano armata delle donne.

La spada e lo specchio © Historic England Archive

Per decenni gli archeologi si erano chiesti se la camera funeraria rivestita di pietra, scoperta nel 1999, contenesse quindi i resti di un uomo o di una donna. A causa della natura del terreno i resti umani erano consumati e l’apparato scheletrico si era quasi completamente dissolto nel terreno. Quindi non fu possibile una semplice ispezione dello scheletro, che avrebbe consentito, con una certa rapiditĂ  e sicurezza, di stabilire – soprattutto grazie all’inclinazione delle ossa femorali e all’osservazione del bacino – il genere della persona sepolta. E del resto le tecniche di prelievo e di indagine del Dna non consentivano, fino a pochi anni fa, di lavorare con la stessa efficacia di oggi.

Nuove considerazioni vengono compiute dagli archeologi, in queste ore. Gli specchi, oltre a svolgere la funzione tradizionale, avrebbero potuto essere molto importanti per comunicare con membri della stessa popolazione arroccati in un punto distante, soprattutto in caso di attacco nemico.

Finita l’autopsia delle due antiche “amazzoni” uccise con spade e colpi d’ascia. Facevano la guerra come professione