In alcune composizioni poetiche l’interprete dell’espressionismo nietzschiano racconta l’origine del celeberrimo dipinto: una passeggiata con amici portò in evidenza il dolore atroce di ogni segmento di vita di fronte alla natura matrigna. E quel volto contorto che deforma il mondo con un suono deflagrante conferma la posizione dell’uomo senza dio: un’immensa sofferenza che diventa grido di guerra al cospetto del nulla
L'arenaria è stata scoperta nei pressi del sentiero CAI 456 attualmente in manutenzione, ma che fra qualche settimana tornerà a essere percorribile. Una semplice curiosità geologica o il luogo rivela - grazie alla forma geometrica dell'entrata - un antichissimo uso come sepoltura?
In un periodo non precisato, compreso tra il terzo e il quarto decennio del Trecento, Stefano fiorentino, uno dei migliori allievi di Giotto (darà il nome del maestro a suo figlio, lui pure pittore di vaglia, e noto con l’appellativo di Giottino), lascia la Toscana per raggiungere Milano, chiamato da Matteo Visconti, che gli affida numerose ed importanti commissioni. Tornerà a Firenze per problemi di salute (“essendosi per la mutazione dell’aria ammalato”, scrive Vasari), e qui morirà, sembra nel 1350
L'uso della fotografia, prima della stesura del quadro. Bacon conferisce un tempo lungo all'otturatore per cogliere il movimento del volto in strisciata. Poi interviene sulla stampa con violenza, prefigurando, in questo modo, la realizzazione del dipinto. Una tecnica singolare e particolarmente efficace. E' possibile cogliere in questo atto qualcosa di simile alla profanazione dell'unità di un'immagine sacra
Abbiamo analizzato struttura e lessico figurativo della grande opera di Picasso. Da ciò emerge con chiarezza che il capolavoro-denuncia pone le proprie radici nel Trionfo della Morte affrescato da un anonimo a Palermo a metà del XV secolo. Ecco come l’artista novecentesco recupera e rilancia creativamente l’antica matrice
Così la pittura riuscì ad evocare realisticamente elementi che non potevano essere dipinti, come i suoni, gli odori e le atmosfere psicologiche che dominavano gli ambienti delle scene. Il caso delle voci spaventose dei Giganti di Giulio Romano, le urla laceranti di Leonardo, il raccordo con la statuaria antica
Cinquantadue straordinarie prove grafiche di Leonardo, delle quali trenta conservate e non esposte a Venezia, tornano alla luce nel capoluogo veneto. Per seguire il tratto grafico del grande maestro e per ripercorrere i passi che condussero al grande affresco perduto