Tomba romana di 2000 anni contenente 10 scheletri sconvolti trovata presso il tempio dello Sterminatore dei topi

Come sappiamo ogni divinità era venerata per numerose capacità che oggi definiremmo specialistiche. In alcune aree si poneva l'accento cultuale soltanto su una di queste specializzazioni - come avvenne qui - e si costruivano templi dedicati a una particolare abilità del dio


di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

28 dicembre 2023 – Nel villaggio di Gülpınar, situato nella regione di Çanakkale, nella Turchia occidentale, sono stati portati alla luce, nel corso della campagna di scavi da poco conclusa, i resti di una monumentale tomba romana risalente a 2000 anni fa.

L’edificio sorgeva nei pressi del Santuario di Apollon Smintheus. Sminteo significa “sterminatore di topi” e questo epiteto fu conferito ad Apollo per aver liberato la Troade – questo il nome antico della regione in cui sono avvenuti gli scavi – da questi roditori che la infestavano. Come sappiamo ogni divinità era venerata per numerose capacità che oggi definiremmo specialistiche. In alcune aree si poneva l’accento cultuale soltanto su una di queste specializzazioni – come avvenne qui – e si costruivano templi dedicati a una particolare abilità del dio.

Smintheion o Smintheum – luogo del ritrovamento della tomba romana – era una città sacra greca e poi romana. Qui Apollo schiacciava i ratti, parlava con loro, fermava le epidemie, guariva malattie. Nel tempio di Apollo c’era una statua del dio, con un topo sotto il piede ( Strabone. xiii. p.604 , &c.; Eustath. ad Hom. p. 34 ), e sulle monete della regione Apollo è rappresentato con un topo tra le mani. Templi di Apollo Sminthens e feste (Smintheia) esistevano in diverse parti della Grecia, come a Tenedos, vicino a Hamaxitos in Aeolis, vicino a Parion, a Lindos a Rodi, vicino a Coressa e in altri luoghi. (Strabone. x. p 486, xiii. pp. 604, 605.). E’ all’inizio dell’Iliade che Omero descrive il sacerdote troiano di Apollo, Crise, che si rivolge al dio al vocativo come Σμινθεῦ ( Smintheu , ‘O Sminthian’) implorandolo di mandare una pestilenza contro i Greci perché Agamennone aveva sequestrato sua figlia Criseide e si era rifiutato di riscattarla. Quindi Apollo Smintheus, secondo il mito, era in grado di portare malattie mortali come la peste, probabilmente facendo uso dei topi, che egli era in grado di uccidere o di utilizzare come arma. Probabilmente Apollo, dio senza macchia, creatura celeste dotata di virtù, era l’antipode dei piccoli mammiferi assatanati che vivevano tra le pieghe della terra. Un po’ come Maria, nel Cristianesimo, nemica del serpente demoniaco, fino a schiacciarlo sotto il suo stesso piede.

La recente scoperta archeologica – presso il tempio del dio sterminatore dei topi – ha svelato una tomba monumentale contenente i resti scheletrici di oltre 10 individui, adulti e bambini. La disposizione caotica delle ossa suggerisce che le sepolture erano state disturbate, quando non sconvolte nel corso del tempo, ma la presenza di una grande tomba indica che probabilmente si trattava di membri di famiglie benestanti. Questi individui avevano il privilegio di essere sepolti in un luogo sacro di grande importanza vicino al maestoso tempio di Apollo. Nonostante la consuetudine romana dell’incinerazione, gli individui furono inumati, probabilmente perchè vicini alle tradizioni greche.

Il tempio era un luogo di pellegrinaggio per gli abitanti della regione, e durante il periodo romano, fu ampliato per includere bagni pubblici, cisterne d’acqua e una strada sacra che collegava il tempio alla città di Alessandria Troas.

Gli scavi nel sito del tempio sono stati condotti con regolarità fin dal 1980, ma la stagione di scavi di quest’anno ha portato alla luce nuove e intriganti scoperte. Due tombe e le fondamenta di diversi edifici sono stati i protagonisti di questa recente campagna di scavo.

Hüseyin Yaman, membro del gruppo di scavo, ha condiviso: “Il nostro obiettivo non è solo acquisire informazioni sulle tradizioni di sepoltura degli individui e delle comunità che un tempo esistevano qui, ma anche contribuire alla delineazione dell’area di distribuzione delle strutture sacre, o in altre parole, per determinare i confini dell’area sacra. Sulla base dei reperti rinvenuti nell’unica stanza che sembrava essere sopravvissuta con le fondamenta intatte della tomba monumentale, stimiamo che la sua origine sia circa 2.000 anni fa, intorno al I secolo d.C.”

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Maurizio Bernardelli Curuz
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