Gli studiosi inglesi si interrogano su sepolture particolari, risalenti al periodo dell’occupazione romana: uomini e donne sepolti con la testa tagliata e deposta tra le gambe. E il mondo degli studiosi si divide. C’è chi ritiene che quei defunti fossero legionari o collaboratori dei romani, forse appartenenti alle truppe ausiliarie condannati alla pena capitale, che veniva eseguita – per i romani – con un “onorevole” taglio della testa, a differenza degli altri condannati. Chi invece sostiene che la decapitazione fosse legato a un particolare rito funebre, correlato a credenze di cui abbiamo perduto la memoria.
L’ultimo caso di un ritrovamento di uno scheletro decapitato è recentissimo ed è stato compiuto da una scoetà di archeologi e studiosi, la Rubicon heritage. Altri ne sono stati trovati all’inizio dell’anno nel territorio del Regno Unito. Altri ancora, sempre recentemente, sono stati rinvenuti in Francia – erano un uomo e una donna – ai confini con la Germania. Persone giovani, con il teschio posto all’altezza delle caviglie, senza lesioni alle altre ossa del corpo.
Giovani come il defunto sepolto supino, con la testa, tagliata, messa poco sopra i piedi i cui resti sono stati trovati nel corso di un’indagine archeologica preventiva nel Regno Unito. L’uomo – di un’età compresa tra i 20 e 25 anni, è stato sepolto con il ventre in giù e la testa ai piedi. Nei pressi è stata trovata un altra tomba contenente i resti di un altro giovane con una spada, i calzari chiodati e una spilla romana d’argento, a balestra probabilmente risalenti alla fine del IV secoli e all’inizio del V, in un periodo coincidente con la caduta dell’impero romano d’occidente.
Entrambi giacevano nei pressi della villa romana di Whitton Lodge.
Gli scheletri sono stati sottoposti a prelievo di Dna per capire da dove venissero quei giovani: erano romani Appartenevano a eserciti di mercenari provenienti dal continente oppure erano ausiliari? L’indagine genetica potrà aggiungere allo studio un importante tassello.
Resta il mistero sul fatto che, orientativamente, il 2-3 per cento delle sepolture romane nel territorio britannico presenti scheletri con la testa tagliata e collocata a livello delle caviglie.
In alcuni luoghi, la percentuale sale. A febbraio un altro gruppo di archeologi britannici della COPA JV ha annunciato la scoperta di 425 sepolture, di cui circa il 10 per cento decapitato, nel più grande cimitero di epoca romana trovato in Gran Bretagna.
Gli studiosi inglesi non concordano sull’origine delle sepolture anomale. Secondo alcuni, il taglio della testa, potrebbe essere avvenuto dopo la morte per evitare che i defunti risorgessero in forma di lemuri, mentre altri ritengono – forse più fondatamente – che i decapitati appartenessero agli invasori romani o stretti collaboratori, dotati di uno status superiore, condannati a morte per tradimento, intelligenza con il nemico o gravi reati.
I ricercatori hanno compilato un database utilizzando i dati di 891 sepolture in 49 cimiteri di epoca romana nel Cambridgeshire e nel Peterborough. Hanno notato un aumento dal 5% delle sepolture per decapitazione nel I e II secolo d.C. a quasi del 10% nei cimiteri databili tra il terzo e il secondo secolo. V secolo d.C.
Forse, hanno ipotizzato, ciò è collegato al fatto che durante il III e il IV secolo d.C. le pene previste dal diritto romano divennero sempre più dure. “Il numero di crimini che comportavano la pena di morte – affermano gli studiosi – crebbe da 14 all’inizio del terzo secolo a circa 60 alla morte di Costantino nel 337 d.C.” hanno affermato gli studiosi.