I resti di 28 cavalli adulti, di razza “gallica“, cioè di piccola taglia, sono stati trovati dagli archeologi dell’Inrap a Villedieu-sur-Indre, un Comune di 2781 abitanti della Francia centrale.
Gli animali non morirono per cause naturali. Infatti, in caso di epidemia, le fosse contengono individui, maschi e femmine adulti, accanto a puledri. Mentre qui sono solo individui maschi, deposti ritualmente in quella che ancora oggi appare come una composizione terribile e monumentale, al contempo. Tutto porterebbe alla formulazione dell’ipotesi che essi siano stati sacrificati nel corso di una cerimonia. Un’ecatombe. Gli indicatori temporali segnalano che la morte risale a un’epoca compresa tra il tardo periodo gallico e la prima antichità romana, cioè tra il I secolo a.C. e il I secolo d. C.
“Una nostra squadra – dicono gli archeologi dell’Inrap – sta attualmente scavando delle sorprendenti fosse di cavalli su prescrizione dello Stato (Centro Drac – Val de Loire). I resti di questi 28 cavalli, sepolti in modo spettacolare, evocano un possibile collegamento con un episodio delle guerre galliche. Le scoperte odierne di Villedieu-sur-Indre rinviano a quelle effettuate due decenni fa in Alvernia e ci portano a riconsiderare le pratiche religiose o funerarie della fine dell’età del ferro e dell’inizio del periodo romano”.
Fino ad ora gli archeologi hanno scavato completamente all’interno di due fosse nelle quali una dozzina di esemplari sono stati adagiati sul fianco, uno accanto all’altro e uno sull’altro, con la testa rivolta verso ovest. Le altre fosse saranno indagate successivamente. Per ora si pensa che siano 28, gli scheletri di animali, ma potrebbero anche essere di più.
Tra le due fosse finora scavate completamente ne è stata trovata una terza nella quale furono deposti due cani, probabilmente anch’essi sacrificati nello stesso rituale.
“La posizione dei corpi e i collegamenti ossei mostrano che furono sepolti contemporaneamente, molto rapidamente dopo la morte. – prosegue l’Inrap – Le osservazioni archeozoologiche rivelano che si tratta di piccoli cavalli, alti 1,20 m al garrese, caratteristici del bestiame gallico. Sono tutti maschi e adulti di età superiore ai 4 anni. Più piccola, la seconda fossa contiene solo due individui, identici ai precedenti. È da escludere un episodio epidemico o epizootico che possa aver colpito il bestiame in quanto mancano animali giovani e cavalle. Tuttavia, la causa della morte, accidentale o intenzionale, non è stata ancora determinata. Questi cavalli sepolti in un’esposizione spettacolare ricordano però le eccezionali scoperte dell’Inrap in Alvernia, a Gondole e l’Enfer, siti gallici nella pianura di Gergovie”
A Gondole furono trovati i resti di otto cavalieri e di altrettanti cavalli. I cavalieri si erano probabilmente sacrificati con i loro animali offrendo la propria morte al condottiero ai quali erano devoti. Questo comportamento viene narrato da Cesare, nel De Bello Gallico, che cita i sacrifici volontari di soldures, i compagni guerrieri di un re celtico che si uccidono se costui muore di morte violenta (Cesare BG III, 22, 1-335)
All’Enfer invece erano presenti esclusivamente 53 cavalli in cinque grosse buche. “A Villedieu-sur-Indre, come nella pianura di Gergovie, le fosse dei cavalli non contengono oggetti e non sono associate ad alcuna altra struttura funeraria. Inoltre, i tre siti si trovano a poche centinaia di metri da altrettanti oppida (Gergovie, Gondola e Camp de César). (L’oppidum era una cittadina fortificata, di di medie dimensioni, più grande di un vicus e più piccola di un urbs, ndr) La posizione geografica di Gergovie, la presenza massiccia di cavalli maschi adulti risalenti alla fine dell’indipendenza gallica, rendono interessante il legame tra la sepoltura di questi cavalli e le battaglie della guerra gallica. Questa ipotesi può essere estesa anche a Villedieu-sur-Indre. Il ritrovamento di proiettili di fionda romani sull’oppidum dell’accampamento di Cesare testimonia uno scontro, dimenticato dalla storia, in terra cubica di biturige, avvenuto forse prima del famoso assedio di Avaricum (Bourges)”.
Anche l’ecatombe di cavalli ora scoperta nella Francia centrale potrebbe rinviare a un evento drammatico per i Galli. Ciò che possiamo pensare è che i cavalli fossero deposti in modo funzionalmente simbolico, come in una scenografia teatrale, così da rappresentare cavalli in uno stallo, ma anche nel corso di una corsa o durante il tiro di una carrozza regale.
Il sacrificio di un cavallo al dio della guerra era ritualmente presente – pur in dimensioni molto ridotte rispetto alle usanze celtiche – anche nella religione romana. In autunno si celebrava l’October Equus, il cavallo di ottobre, sacrificio animale in onore di Marte, in coincidenza con la fine della stagione agricola e delle attività militari.