Una Dea che divorava maialini. Scoperta in Sicilia. Coppe, micro-ceramiche e resti d’olocausto. Luce sui misteriosi rituali

AGRIGENTO – Con crescente chiarezza, emergono i dettagli dei rituali che si svolgevano nel tempio agreste presso la località Sant’Anna, nella Valle dei Templi, circa 2500 anni fa. Gli scavi, condotti dal Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi in collaborazione con l’Università di Augsburg, stanno portando alla luce un gran numero di ceramiche votive. Tra queste, sono stati ritrovati lucerne, vasi potori e contenitori miniaturistici, tutti sepolti nell’area rituale. Interessante anche la deposizione di perline di vetro, di diverse forme. Accanto a questi oggetti, gli archeologi hanno rinvenuto un cospicuo numero di resti di maialini, la cui presenza si rivela particolarmente significativa per comprendere le pratiche sacrificali che vi si svolgevano.

Come spiega l’antropologo Roberto Micciché, che lavora allo scavo, – intervista nel video, in fondo alla pagina, i piccoli suini costituivano il 95 per cento degli animali sacrificati in questo contesto, il che suggerisce un legame profondo tra queste creature e i rituali che si tenevano nel santuario. Alcuni di questi animali venivano consumati durante i banchetti rituali dai fedeli, mentre altri erano destinati all’olocausto, bruciati completamente sulla pira per nutrire una misteriosa divinità che governava il luogo. Le ossa degli animali consumati dai fedeli, spiega l’antropologo, sono pressoché intatte mentre quelle utilizzate per la pira del sacrificio sono calcinate, cioè combuste nel profondo. Un trattamento che indica il “fuoco fino in fondo” della cremazione rituale e non un apratica di cottura.

In misura nettamente minore – forse utilizzati per il consumo rituale da parte dei fedeli – piccoli molluschi di mare, dei quali sono stati trovati i gusci. Conchiglie di dimensioni maggiori si presentano qui generalmente con fori, per essere appese a una corda o a una collana. Perché tanti piccoli maiali? E’ forse questa la chiave per comprendere a fondo l’identità di questa che era probabilmente una dea legata alla terra, alla vita e alla morte? E’ forse Demetra con Kore? A lei, in genere, si sacrificavano piccoli suini.

Gli archeologi sono riusciti a raggiungere il cuore devozionale di questo sito, un luogo di culto situato al di fuori delle mura dell’antica città di Agrigento, nel cuore della Valle dei Templi. I reperti che stanno emergendo dal terreno sono straordinari: si tratta di oggetti legati alle offerte votive dei devoti, che venivano seppelliti dopo i rituali e le preghiere. Le divinità cui erano destinate queste offerte potrebbero essere figure femminili legate alla fertilità e alla prosperità, divinità che avevano un ruolo centrale nella vita agricola della comunità.

Le dimensioni ridotte degli oggetti votivi, come spiegano le archeologhe in un video allegato al resoconto degli scavi, sono indicative della loro funzione simbolica e liturgica. Tra gli oggetti ritrovati spicca un grano di vetro, probabilmente usato come perlina votiva. Questi piccoli doni alla divinità rappresentavano una sorta di preghiera tangibile, lasciata nel terreno come memoria eterna o ringraziamento alla divinità stessa. Un parallelo interessante può essere fatto con il rosario cristiano, composto da una serie di grani che fungono da memento per le preghiere…

Il santuario extraurbano di Sant’Anna rappresenta uno dei siti archeologici meno noti della Valle dei Templi, ma di grande importanza storica e religiosa. La sua posizione fuori dalle mura cittadine suggerisce un ruolo speciale, probabilmente legato a culti agrari o a divinità associate alla fertilità della terra. Questo tipo di santuari, tipici della cultura greca, erano spesso dedicati a figure come Demetra e Persefone, divinità profondamente connesse ai cicli della natura e alla crescita delle colture. Non è da escludere che anche il santuario di Sant’Anna fosse dedicato a culti simili, data la sua collocazione in un’area agricola.

Le indagini archeologiche hanno riportato alla luce diverse strutture sacre, inclusi altari e resti di edifici. Questi ritrovamenti suggeriscono che il santuario sia stato utilizzato durante un periodo di grande prosperità della colonia greca di Akragas, tra il VI e il V secolo a.C. Le pratiche rituali che vi si svolgevano erano complesse e variavano dalle offerte votive ai sacrifici di animali, spesso legati a richieste di protezione per i raccolti o alla benedizione della terra.

Dal punto di vista storico-archeologico, il santuario di Sant’Anna rappresenta una preziosa finestra sulla vita religiosa dell’antica Akragas. Esso testimonia l’importanza della religione nella gestione delle risorse agricole e nel mantenimento della prosperità della comunità. Inoltre, siti come questo offrono indizi su come le popolazioni locali e i coloni greci interagissero e talvolta fondessero i loro culti, creando sincretismi religiosi che arricchirono la cultura della Valle dei Templi.

Questo santuario è particolarmente rilevante anche per comprendere la diffusione del culto agrario nelle colonie greche del Mediterraneo occidentale. Mentre le scoperte continuano a rivelare nuovi dettagli, il sito di Sant’Anna sta assumendo un’importanza crescente come centro spirituale e agricolo per gli antichi abitanti della regione.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa