Si moltiplicano i ritrovamenti di fibule romane, in questi giorni in Gran Bretagna. Ciò si può desumere dal registro dei ritrovamenti archeologici compiuti dalla popolazione che affluiscono e che vengono giornalmente aggiornati in un centro unico di registrazione e valutazione nazionale. Molte fibule hanno un montante che vuole ricordare una balestra o la figura benigna di un delfini. Ma una delle spille romane trovate nelle ore scorse in un campo arato di Hatford ha una particolarità. Sembra nascondere un volto umano. Come ben sappiamo le fibule erano spille utilizzate dai romani per la quotidiana vestizione. Vesti o mantelli erano chiusi da questi strumenti che, nella parte esterna divenivano elementi decorativi e identificativi.
Hatford è un minuscolo villaggio e parrocchia civile di circa 400 ettari nella Valle del Cavallo Bianco. Faceva parte del Berkshire fino a quando i cambiamenti di confine del 1974 non lo trasferirono nell’Oxfordshire. Un villaggio inglese di campagna. Tanto verde, minuscole case pittoresche, piccoli allevamenti. Se si esclude una bomba della Seconda guerra mondiale, la caduta di un meteorite nel 1634 e uno sfarzoso matrimonio in un palazzo nobiliare, avvenuto nel Cinquecento, la storia del luogo procede placida, in questo luogo senza tempo.
La prima prova di insediamenti umani è una punta di lancia dell’età del bronza , trovata vicino al fiume Hat. Sono stati rinvenuti anche segni di un insediamento della prima età del Ferro e si pensa che esistesse almeno una villa romana , nei campi vicini all’attuale villaggio. La fibula trovata in queste ore si inserirebbe proprio a livello di questa antica presenza.
La spilla di bronzo è lunga 61,6 mm, larga 31 mm, spessa circa 20 mm nel profilo e pesa 15,31 grammi. Sotto il profilo stilistico, dicono gli archeologi inglesi è un modello derivato romano di Colchester in lega di rame fuso e di una spilla Harlow a doppia aletta risalente al 43-100 d.C.
Ciò che appare singolare è la possibile modulazione di un volto alla fine del montante superiore. A chi si riferisce questo viso? A una divinità romana? A un sacerdote? O l’intersecazione del bronzo che forma una sorta di croce ha un significato particolare? Siamo temporalmente ancora molto lontani dalla diffusione del Cristianesimo. O un “capriccio” dell’artefice? Pare però evidente l’assunzione espressiva di un modello antropomorfo. Che ne pensate?