“Mio Dio, cos’è questa cosa che ho trovato?”. Dal bosco chiama gli archeologi. Arrivano e ne estraggono 500 pezzi. Furono prodotti 3000 anni fa. Perché tutti in un buco?

Certo, quando vedi una cosa del genere, nel terreno, ti aspetti che sia qualcosa di macabro. Si sono belli quei cerchi, ma forse calderiani, moderni, anni Sessanta-Settanta, da ragazza al night? Cosa c’è nascosto in questa buca? L’uomo si abbassa e guarda bene i raccordi metallici. ” Roba molto vecchia, pensa”. Ma è meglio chiamare qualcuno

In questi giorni – notizia freschissima – il museo ha deciso di acquistare tutto, in blocco. Non è stata resa nota la cifra di vendita, da parte di chi ha trovato tutti questi reperti. Certo che si tratta di un ritrovamento straordinario, destinato ad aggiungere un importante tassello alla storia dell’età del bronzo in Europa. Il ritrovamento è stato effettuato nelle Scottish Borders, vicino a Peebles. Oltre 500 oggetti in bronzo, datati tra il 1000 e l’800 a.C., sono stati recuperati in un contesto conservativo unico che ne ha preservato dettagli eccezionalmente rari.

Questa collezione, acquisita dopo quattro anni di studi e conservazione dai National Museums Scotland, rappresenta un unicum archeologico: oggetti singolarmente rari si sono ritrovati qui riuniti in un gruppo dalla composizione senza precedenti nella documentazione europea. La portata della scoperta, infatti, non si limita alla sola Scozia, ma si estende all’insieme dell’età del bronzo europea, sottolineando la rilevanza di questo sito per la comprensione delle reti di scambio e delle tradizioni artigianali dell’epoca.

Il contesto della scoperta: dalla segnalazione alla rimozione del tesoro

Nel giugno del 2020, il metal detectorista Mariusz Stępień individuò per la prima volta alcune parti del tesoro in una località vicina a Peebles. Invece di procedere a uno scavo amatoriale, Stępień ha immediatamente contattato la Treasure Trove Unit della Scozia, consentendo l’intervento tempestivo di un team di archeologi del National Museums Scotland. La loro esperienza ha portato alla decisione di rimuovere l’intero blocco di terreno circostante il tesoro, preservando così l’integrità dei manufatti e dei materiali organici presenti.

Questo processo, definito come “sollevamento a blocchi,” ha permesso di condurre le operazioni di scavo in condizioni di laboratorio, minimizzando il rischio di deterioramento dei materiali organici e facilitando un’analisi precisa e contestualizzata degli oggetti. La struttura interna del blocco è stata successivamente mappata tramite una serie di scansioni TC presso il µ-VIS X-ray Imaging Centre dell’Università di Southampton, che ha consentito agli archeologi di pianificare l’indagine stratigrafica e di avere una visione completa del contenuto del blocco ancora intatto.

Peebles e l’età del bronzo in Scozia: contesto storico e archeologico

Peebles, nell’attuale Scozia meridionale, si trova in una regione che durante la tarda età del bronzo era collegata attraverso vie di commercio e comunicazione con le culture del Mare del Nord. Sebbene molte culture insulari dell’età del bronzo siano state caratterizzate da una forte indipendenza artigianale e simbolica, Peebles emerge come un nodo di interconnessione con l’Europa continentale, in particolare con le aree della Danimarca, della Germania settentrionale e della Polonia settentrionale, suggerendo la presenza di scambi culturali, simbolici e commerciali tra le diverse regioni.

I tesori scoperti nel sito testimoniano un’attività artigianale altamente sviluppata, con un’abilità tecnologica rappresentata dalla fusione a cera persa, una tecnica rara nella Gran Bretagna dell’età del bronzo. La fusione a cera persa, di cui alcuni elementi del Peebles Hoard sono primi esempi, rappresenta infatti una tecnica sofisticata che permette di creare forme di grande precisione e dettaglio, indicativa di una maestranza specializzata e di una complessa organizzazione economica, con probabili reti di apprendistato e scambio di conoscenze tra le comunità del periodo.

Un viaggio tra gli oggetti: armi, ornamenti e manufatti senza eguali

Tra gli oggetti ritrovati si distingue una spada in bronzo, preservata all’interno di un fodero in legno, un dettaglio di sopravvivenza eccezionale dato che materiali organici di questo tipo sono generalmente molto rari nelle scoperte dell’età del bronzo. Questo elemento, insieme ad altri accessori in bronzo come bottoni infilati su corde e cinghie in cuoio, rappresenta una finestra unica sul mondo materiale di oltre tremila anni fa. Alcuni di questi elementi, come cinghie decorate e articolate, sono ancora oggi di incerta interpretazione e suggeriscono funzioni simboliche o cerimoniali, oltre che pratiche.

Particolarmente significativi sono due pendenti a sonaglio, mai rinvenuti prima in Scozia ma diffusi in aree continentali come la Danimarca e la Germania. Questo tipo di oggetto, costituito da anelli di bronzo intrecciati e da piastre pendenti, era probabilmente utilizzato come ornamento per veicoli di legno o cavalli, creando suoni distintivi durante i movimenti. Il simbolismo acustico legato a tali sonagli, e l’uso di materiali decorati come il bronzo, suggeriscono l’importanza della cerimonialità e della rappresentazione visiva e sonora nel contesto sociale e religioso dell’epoca.

Tra i manufatti più piccoli, ci sono borchie, spilli e decorazioni intricate, incastonate in frammenti di legno e cuoio, una testimonianza impressionante della sofisticazione tecnologica e artistica di questi popoli. Questi accessori sono decorati con disegni circolari e concentrici, motivi iconografici ricorrenti nell’arte dell’età del bronzo, probabilmente simbolici o rituali. La conservazione dei materiali organici, come il cuoio e il legno, permette di comprendere meglio l’interazione tra l’elemento decorativo e il supporto su cui era montato, un aspetto che è spesso assente nella ricostruzione di oggetti dell’età del bronzo.

Interpretazioni e domande aperte

La scoperta di un tale complesso non è casuale: la disposizione degli oggetti suggerisce una sepoltura intenzionale, con una valenza simbolica o rituale ancora in fase di interpretazione. Alcuni studiosi ipotizzano che il tesoro di Peebles potesse essere una sorta di deposito votivo, un’offerta destinata agli dei, o che potrebbe aver rappresentato la volontà di nascondere oggetti preziosi durante un periodo di crisi. La presenza di oggetti così differenti, sia per provenienza che per funzione, indica una rete di connessioni culturali e commerciali attraverso il Mare del Nord, e implica l’esistenza di interazioni culturali complesse e di scambi continui tra comunità geograficamente distanti.

Conservazione e futuro della ricerca

Dopo quattro anni di analisi, il Peebles Hoard è ora ufficialmente parte della collezione dei National Museums Scotland, ma il processo di conservazione è tutt’altro che concluso. Il mantenimento di materiali come il cuoio e il legno, così come il trattamento dei manufatti in bronzo per prevenire deterioramenti, richiede procedure altamente specializzate e un sostegno economico considerevole. Parallelamente, il programma di ricerca si propone di esplorare le relazioni culturali, economiche e tecnologiche che legavano la Scozia e l’Europa continentale durante l’età del bronzo, cercando di dare risposte definitive sulla funzione e sul significato degli oggetti.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa