Quella foglia vibra di luce, nel terreno. E’ talmente intenso, il suo bagliore, e talmente pura la sua luce che non ci sono dubbi che sia d’oro. Che ci fa un oggetto così prezioso tra i resti di un insediamento di legionari o di ausiliari? L’osservazione attenta del reperto permette di sciogliere il mistero.
Durante gli scavi al forte romano di Gonio-Apsaros, situato poco prima del confine turco nella regione dell’Ajara, in Georgia, un team di archeologi ha portato alla luce questo oggetto straordinario. E’ una placca votiva in oro. L’antico oggetto, dedicato a Giove Dolicheno, divinità misteriosa di origine orientale venerata da molti soldati romani, rappresenta un ritrovamento di grande valore storico e simbolico. L’oggetto è una sorta di ex voto, quindi. Un’apertura di credito del fedele nei confronti del dio o qualcosa di simile a un attestato prezioso di grazie ricevuta. Forse chi lo donò ebbe salva la vita.
«È raro trovare un oggetto votivo così perfettamente conservato e dedicato a Giove Dolicheno», ha spiegato il professor Radosław Karasiewicz-Szczypiorski, a capo della spedizione polacco-georgiana e docente al Centro di Archeologia Mediterranea dell’Università di Varsavia. «Questa scoperta conferma l’influenza e la diffusione del culto di Giove Dolicheno tra i legionari romani stanziati ai confini dell’impero».
Un antico culto dalle radici orientali
Giove Dolicheno, una divinità enigmatica per i romani, era conosciuto anche come il “Baal di Doliche” o “Baal Dolichenico” e venerato con particolare devozione dai militari romani. Nel II secolo d.C., questo culto misterioso e profondamente simbolico raggiunse l’apice della popolarità sotto l’imperatore Settimio Severo e la dinastia dei Severi, che lo sostenne fino al declino, avvenuto nei primi decenni del III secolo.
«Si credeva che Giove Dolicheno, proveniente dall’antico Oriente, fosse una figura protettrice e al tempo stesso temibile», ha sottolineato il dottor Lasha Aslanishvili dell’Agenzia per la protezione del patrimonio culturale dell’Ajara. «Trovare una testimonianza così chiara del suo culto in un sito militare come questo ci permette di immaginare meglio l’influenza culturale che le divinità orientali esercitavano sui soldati romani, specialmente in aree di confine».
Il forte di Gonio-Apsaros: un sito leggendario e strategico
Gonio-Apsaros, un forte romano risalente al I secolo d.C., sorge vicino al Mar Nero, nell’odierna Ajara. «Questo forte ha rappresentato per secoli un importante avamposto strategico», ha aggiunto il professor Karasiewicz-Szczypiorski. Costruito a protezione dei confini orientali dell’Impero Romano, Gonio-Apsaros divenne un punto di contatto tra la cultura romana e quella orientale. La leggenda vuole che sotto il forte sia sepolto Absirto, figlio del re Aietes, che guidò il mitico regno della Colchide, patria del Vello d’Oro, rendendo così il sito una vera e propria culla di miti e misteri.
Una scoperta dal significato storico profondo
Dal 2014, una collaborazione tra archeologi polacchi e georgiani scava nel sito di Gonio-Apsaros alla ricerca di reperti che raccontino le stratificazioni storiche e culturali della regione. In quest’ultimo scavo, la scoperta della placca votiva ha suscitato grande entusiasmo e nuove domande sul culto di Giove Dolicheno. «Questo reperto getta nuova luce sulla storia delle influenze religiose in epoca romana e sul sincretismo culturale tra i soldati», ha concluso Karasiewicz-Szczypiorski.
Il team internazionale continuerà gli scavi a Gonio-Apsaros, con l’obiettivo di comprendere meglio le dinamiche religiose e militari dei soldati romani al confine dell’impero. Questo sito, a duemila anni dalla sua fondazione, continua a regalare sorprese inaspettate, risvegliando la curiosità e l’interesse degli studiosi per uno dei culti più intriganti dell’antichità.
Fonti: naukawpolsce.pl, pcma.uw.edu.pl