Il bacio sensuale di Carolus-Duran. Affascinante lui, bellissima la moglie. I suoi quadri splendidi

Una bacio tenero e sensuale. Sentimentale, intenso. Tra i grandi baci della storia dell'immagine va sicuramente annoverato lo scambio di effusioni dipinte, in cui, probabilmente, il pittore rappresenta sé e la giovane moglie. Charles Émile Auguste Durand, detto Carolus-Duran (Lilla, 4 luglio 1837 – Parigi, 17 febbraio 1917) aveva 31 anni quando dipinse quest'opera (1868), conservata oggi al museo di Belle arti di Lilla, in Francia. L'anno successivo con un ritratto a figura intera della moglie, ottenne un tale successo a Parigi, dove iniziò una carriera particolarmente ricca di successi. Il suo pensiero era che in pittura i massimi effetti debbano essere ottenuti con il minimo sforzo. Un concetto vicino a quello di Raffaello, che non ha mai mostrato segni di fatica nella realizzazione delle opere

Carolus-Duran, Il bacio, 1868

Una bacio tenero e sensuale. Sentimentale, intenso. Tra i grandi baci della storia dell’immagine va sicuramente annoverato lo scambio di effusioni dipinte, in cui, probabilmente, il pittore rappresenta sé e la giovane moglie. Charles Émile Auguste Durand, detto Carolus-Duran (Lilla, 4 luglio 1837 – Parigi, 17 febbraio 1917) aveva 31 anni quando dipinse quest’opera (1868), conservata oggi al museo di Belle arti di Lilla, in Francia. L’anno successivo con un ritratto a figura intera della moglie, ottenne un tale successo a Parigi, dove iniziò una carriera particolarmente ricca di successi. Il suo pensiero era che in pittura i massimi effetti debbano essere ottenuti con il minimo sforzo. Un concetto vicino a quello di Raffaello, che non ha mai mostrato segni di fatica nella realizzazione delle opere.
Carolus-Duran, La dama con i guanti (Ritratto della moglie)

La moglie di Carolus-Durand era la bellissima Pauline Croizette, pittrice di pastelli e miniature, della quale fece il ritratto nel 1869, La Dame au gant. Avrebbero avuto tre figli: la maggiore, Marie-Anne, sarebbe divenuta moglie del noto commediografo Georges Feydeau.
Dotato di una grandissima tecnica, il pittore – legandosi a una linea che da Manet portava a Velazquez, considerato un maestro assoluto – fu indotto, dal successo della ritrattistica e dalle proprie smisurate capacità tecniche, a non cercare qualcosa di linguisticamente nuovo. Carolus-Duran aveva una massima: «Esprimere il massimo con il minimo mezzo». Secondo lui, il ritratto doveva essere realizzato a partire dall’abbozzo, direttamente sulla tela, senza uno schizzo preparatorio. Le cinque o sei parti principali del viso dovevano essere realizzate subito, senza fusione, e i dettagli costruiti sulla tela. La maggiore attenzione doveva essere posta sugli effetti di luce, piuttosto che sulla costruzione delle masse e dei volumi. Quando la pittura francese evolveva nell’impressionismo, gli si rimproverò – come fece Camille Pissarro – di non aver utilizzato il suo talento per un’arte più sincera e meno occhieggiante ai desideri del pubblico facoltoso. Émile Zola disse di lui: «Rende Manet comprensibile ai borghesi, s’ispira a lui solo fino al punto in cui piace al pubblico. Aggiungete che è un tecnico molto abile e sa piacere ai più»
Fu considerato, con il tempo, portatore di una pittura superficiale, di grande effetto, ma non innovativa. Ma che pittore, comunque. Da vedere. E non così scontato.
Carolus-Duran, La dama con i guanti (Ritratto della moglie)

Ritratto fotografico di Carolus-Duran

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