Nel tumulo appena scavato sono sopravvissute dieci sepolture e tre cremazioni senza urna. Il complesso funerario dovrebbe risalire a un periodo compreso tra 3500 e i 4000 anni fa
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L'edificio ha subito nel tempo profonde alterazioni: della struttura primitiva del IX-X secolo rimangono l'abside semicircolare e un frammento di pietra scolpito a motivi vegetali. Del monastero restano, inglobati nella canonica, tre pilastri circolari con capitello depresso che sostenevano le coperture del piccolo chiostro. All'interno dell'abside sono state rinvenute le fondazioni di due chiese dell'VIII e del IX secolo. L'abside, attualmente visibile in elevato, risale al X secolo
E' proprio su una strada che si infila nel bosco Valentino che è avvenuto il ritrovamento. Sulla strada, sbriciolati, alcuni frammenti di ceramica. Forse la pioggia ha smosso il terreno impervio della scarpata che si affaccia sulla carreggiata
Le ossa del roditore trovate nel quartiere servile della villa di Civita Giuliana., lo splendido edificio che era stato oggetto di scavi abusivi, con la realizzazione di tunnel che consentivano di raggiungere l'edificio sotterraneo senza essere visti dall'esterno
Ciò che colpisce è il numero elevato di cantine a servizio di ogni edificio abitativo. L'ipotesi è che qui venissero stoccati i prodotti che poi venivano immessi sul mercato attorno al santuario, alle terme e al teatro. E' chiaro che, specie in certi periodi dell'anno, i pellegrini fossero molto numerosi. Per questo la città doveva essere molto organizzata sotto il profilo dell'accoglienza
L'oggetto trovato nel campo è la raffigurazione di un'ampolla. E' dotato di spessore - quindi non è uno stemma - è lievemente convesso, sull'esterno - come un contenitore - ed è sigillato su tutti i quattro lati. Il reperto è in lega di piombo. E' alto 4,98 centimetri, è largo 3,75 ha lo spessore di 1,15 e un peso di 53,29 grammi
Il mausoleo, in cui erano state riposte le sue ceneri, conteneva complessivamente i resti mortali di sei persone, inseriti in altrettante urne cinerarie, una delle quali era di vetro. L'una vitrea era stata utilizzata, dopo il rogo funebre, per accogliere proprio i resti della donna. Qui gli archeologi hanno trovato tracce di una borsa di stoffa nella quale stava l'intatto flacone di cristallo di rocca - contenente il profumo - e tre grani di ambra
All'epoca la somma trovata era pari a 125 anfore di vino o 10 tonnellate di grano, ma il tempo e la storia la rendono oggi un tesoro inestimabile
La vicinanza alla foce del Tevere e alle saline costiere costituisce il fattore principale che determinò la nascita e lo sviluppo di Ostia (dal latino ostium, “foce”), dapprima in funzione strategico-militare, poi soprattutto commerciale.
Sono questi i primi risultati dello scavo archeologico aperto nel grande complesso da oltre 10mila metri quadrati sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, all’interno dell’enorme cantiere edile aperto dalla Provincia di Lucca per i lavori di ristrutturazione, recupero e adeguamento dell’immobile che tornerà ad ospitare studenti e professori del Liceo delle scienze umane ‘Paladini’ e dell’istituto professionale ‘Civitali’ di Lucca.