Un personaggio oscuro con un cappello da pellegrino in un’inquietante locanda. In un clima da “noir” ante litteram Moretto dipana una pittura sconvolgente con il fine di creare suspense nello spettatore. I meccanismi retorici della narrazione filmica trovano anticipazioni straordinarie nella storia dell'arte antica
Il cane simboleggia il guardiano coraggioso che lancia l’allarme contro le notturne insidie del Maligno. Ed è trasparente metafora della fedeltà dell’uomo al suo Creatore. Poiché il dovere del cane è di difendere il proprio padrone e di abbaiare quando lo si attacca, è biasimevole quando rimane muto. Così i pastori infedeli sono citati nei nostri libri sacri come sentinelle cieche che dimorano nell’ignoranza, cani che non sanno abbaiare e che si addormentano. “Tali erano, riprende San Gerolamo, gli scribi ed i farisei, ciechi che conducevano altri ciechi nell’abisso; cani muti che invece di custodire il gregge del Signore e di abbaiare per difenderlo non pronunciavano che menzogne”.
Boselli era uso firmarsi “Felix”, traduzione latina del proprio nome di battesimo. Giocando con l’analogia di questo termine con la parola “felino”, egli si divertiva sovente ad inserire nelle sue opere gatti, quasi fossero una seconda firma. Ecco dunque spuntare, sotto i tavoli, furbi musetti pronti ad avventarsi sulla cacciagione, o a puntare una fila di gustose salsicce
E' molto carino, questo gattino nero arrabbiato. Le forme tondeggianti delle zampine, che delineano una specie di cuore, lo rendono tenero, come un bambino che fa i capricci. Allora ecco le istruzioni per realizzarlo, in forma di segnalibro E' semplice, molto comodo e particolarmente decorativo. Può essere anche un piccolo gioco da fare con figli e nipoti per libri scolastici e piccoli romanzi che iniziano a leggere. La magia delle lettura è spesso interrotta dalla ricerca della pagina interrotta. Il gattino nero ci aiuterà ad entrare, con il volo fiabesco, al punto giusto della vicenda
Nel passato remoto, l'associazione tra una figura femminile e il gatto, non era ben percepita, nonostante essa nasca da un'empatia naturale. Le bambine e le donne riescono a comunicare meglio con questi piccoli animali, rispetto ai maschi. Eppure un tempo il gatto era simbolo del diabolico, al punto da essere rimasto nella superstizione, in base alla quale se un gatto nero ci attraversa la strada, finiremo nei guai. Il gatto nero era ritenuto un'incarnazione demoniaca. E il suo attraversarci la strada significava che avrebbe interrotto il percorso di linearità quotidiana per lanciarci sulle impervie strade del male. Il rapporto positivo con i gatti eisteva, ma non veniva cantato. Fu l'Ottocento a riconsiderare il gatto, ufficialmente, e non solo come utile nemico dei topi.
Il recupero di un grande amore per gli animali, porta spesso a simpatici eccessi, che divertono molto gli amici donne-uomini degli animali stessi. Le bestiole ci riempiono di affetto e ci riportano a un luogo di pace tutto infantile, nel quale possiamo recuperare le energie che ci sono state sottratte dal rapporti interpersonali improntati alla conflittualità. Qualcosa certo c'è da fare per mutare gli orizzonti malati della quotidianità. Qualche valore di condivisione e di umana fraternità deve tornare a creare la fluidità che funziona prima sotto il profilo del sentimento condiviso del tempo e che si trasfonde poi all'economia virtuosa. divertiamoci, intanto, con cani e gatti. E facciamo un sorriso per i nuovi super-arredamenti di design per micetti, che giungono dal Giappone
I mascheroni ebbero maggior fortuna apotropaica nel declino della centralità economica dell'Italia, a partire dal grave trauma del Sacco di Roma (1527), nella rottura insanabile tra il mondo protestante e quello cattolico, tra le inquietudini del Manierismo e, successivamente, nell'avanzare seicentesco del pensiero razionalista che tendeva a lasciare sempre più l'umanità a se stessa, senza celesti protezioni
Charles Burton Barber (Great Yarmouth, 1845 – Londra, 1894) , pittore inglese, è stato forse il maggior cantore di infanzia e d'animali, d'ogni tempo. La sua specializzaszione, nel Novecento, fu considerata tradizionalista, sentimentale, conservatrice e aperte alla categoria del grazioso, così lontana dalle virulente, politiche espressioni novecentesche. Per quanto questi lavori possano non piacere ai superstiti del 1968 e a chi ha un cuore vetero-comunista o cinico, essi sono reale specchio del sentimento fiabesco che unisce i bambini e gli animali. Nessuna esagerazione, quindi, da parte del pittore inglese. Perchè a chi abbia avuto figli e, al tempo stesso, abbia aperto la porta a cani e gatti, queste splendide sequenze sono ampiamente note
A causa della sua natura sfuggente, il felino domestico assume spesso il ruolo d'antagonista
negativo nelle opere pittoriche, simbolo del maligno e dei peccati dell’uomo. La sua presenza nelle Ulltime Cene si rivela come un sinistro presagio
A fine Ottocento Emilio Longoni fu il cantore di un'infanzia dolce e solitaria.La “Ragazzina col gatto” è un dipinto di eccezionale finezza interpretativa, assecondata da una magistrale sapienza pittorica; un dipinto che si può leggere in vari modi: come indice di solitudine (la protagonista si intrattiene con l’animale domestico per riempire il vuoto della sua giornata), ma anche di consapevolezza morale (l’amore per gli animali è segno di maturità interiore).