Enrico Baj, una delle figure più influenti della neoavanguardia italiana, è protagonista di una grande retrospettiva a Palazzo Reale, Milano, per celebrare il centenario dalla sua nascita. La mostra, allestita nella suggestiva Sala delle Cariatidi, ripercorre l’intero percorso creativo dell’artista, dalla sua adesione ai movimenti del Dadaismo e del Surrealismo fino alla fondazione del movimento dell’arte nucleare.
Curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, l’esposizione propone quasi cinquanta opere che attraversano i momenti salienti della carriera di Baj. Tra queste, I funerali dell’anarchico Pinelli, esposte a dodici anni dall’ultima volta nella stessa sala, ora integrati in un percorso che ne sottolinea il dialogo con altri lavori del maestro.
L’allestimento, curato da Umberto Zanetti e sponsorizzato da UniFor, trasforma la Sala delle Cariatidi in uno spazio immersivo. L’opera monumentale Apocalisse, con le sue trecento sagome in parata, accoglie i visitatori in un’atmosfera quasi onirica, evocando un mondo surreale e grottesco, segno distintivo della poetica di Baj.
Dieci sezioni tematiche esplorano i momenti più iconici della produzione dell’artista, dal gruppo dei Meccano agli Ultracorpi, con un focus sull’ironia e la critica sociale che caratterizzano il suo lavoro.
BAJ CHEZ BAJ
Milano, Palazzo Reale
8 ottobre 2024 – 9 febbraio 2025
a cura di
Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj
Info su www.palazzorealemilano.it
Biografia di Enrico Baj
Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924 – Vergiate, 16 giugno 2003) è stato uno degli artisti più originali e influenti della scena artistica italiana e internazionale del secondo Novecento. La sua carriera si è contraddistinta per una forte vena sperimentale e un profondo impegno sociale e politico, espresso attraverso opere caratterizzate da un uso innovativo di materiali e tecniche.
Fin da giovane, Baj si avvicina al mondo dell’arte studiando all’Accademia di Belle Arti di Brera e si laurea successivamente in giurisprudenza. Tuttavia, è nell’ambito artistico che si afferma rapidamente come una delle voci più interessanti della neoavanguardia. Nel 1951, insieme a Sergio Dangelo, fonda il movimento dell’arte nucleare, caratterizzato da una forte critica alle convenzioni accademiche e all’arte tradizionale, influenzato dalla paura nucleare e dalla distruzione post-bellica.
Le opere di Baj si distinguono per il loro carattere ludico, grottesco e ironico, mescolando tecniche tradizionali con materiali insoliti come tessuti, bottoni e oggetti di scarto. In particolare, i suoi celebri Generali e le figure Meccano, realizzate con frammenti meccanici e decorazioni kitsch, sono divenute simbolo della sua lotta contro il potere e il militarismo. Baj ha abbracciato anche tematiche sociali e politiche, schierandosi apertamente contro ogni forma di autoritarismo e ingiustizia, spesso con toni satirici e provocatori.
Nel corso della sua carriera, ha esplorato vari movimenti artistici, tra cui il Dadaismo, il Surrealismo e l’Informale, creando un universo artistico personalissimo. Collaboratore e amico di figure di spicco come Marcel Duchamp, Man Ray e Asger Jorn, Baj ha partecipato a numerose esposizioni internazionali, tra cui varie edizioni della Biennale di Venezia e della Documenta di Kassel.
Tra le sue opere più significative si ricordano I funerali dell’anarchico Pinelli, un imponente collage in omaggio al ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, e le serie dedicate ai Mobili antropomorfi, alle Parate militari e agli Specchi.
L’eredità di Enrico Baj è quella di un artista che ha saputo unire arte e critica sociale, proponendo un linguaggio visivo innovativo e potente, ancora oggi capace di affascinare e far riflettere il pubblico.