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Operaio comunale trova due antichi torque d’oro durante un sopralluogo all’acquedotto. I gioielli di 2500 anni fa portati a valle da un piccola frana


Il terreno smotta per le piogge. Non è una grande frana, ma un dilavamento. Così un operaio scopre uno straordinario tesoro, emerso tra il pietrisco.
Il Governo delle Asturie ha confermato il ritrovamento di due collane d’oro a Cavandi, a Peñamellera Baja, in Spagna. Il Viceministero della Cultura, delle Politiche Linguistiche e dello Sport sottolinea lo straordinario interesse storico e archeologico di entrambi i pezzi per la loro qualità tecnica e per la ricchezza e diversità dei motivi decorativi.

I torques sono un tipo di collane rigide, aperte sul davanti. Sono uno dei gioielli più rappresentativi della lavorazione dei metalli dell’età del Ferro (nella penisola iberica, approssimativamente, tra il IX e il II secolo a.C.)

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Le circostanze della scoperta sono casuali. La storia, in sintesi, è la seguente. Il 29 agosto 2023, la direzione del Museo Archeologico delle Asturie ha ricevuto comunicazione, tramite Pablo Arias Cabal, professore di Preistoria all’Università della Cantabria, del ritrovamento di un collare d’oro nei pressi di Panes. La scoperta è stata fatta da un operatore dell’azienda idrica ingaggiato dal Comune di Peñamellera Baja, mentre stava monitorando il livello dell’acquedotto nella località di Cavandi.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, il personale del museo ha visitato la zona in compagnia dello scopritore e di Pablo Arias. Durante il rilievo superficiale del luogo esatto in cui era avvenuto il ritrovamento, sono stati rinvenuti quattro frammenti appartenenti ad una seconda collana. I pezzi sono stati recuperati in superficie, su materiali provenienti da una frana prodottasi su un ripido pendio.

La Direzione Generale dei Beni Culturali e il Museo Archeologico hanno promosso un intervento urgente che ha permesso di recuperare le parti rimanenti della seconda collana, fino al suo completamento.

Caratteristiche


Il primo degli esemplari – che vediamo nella foto qui sopra – è quello rinvenuto dall’operaio dell’azienda idrica. E’ una collana rigida dalla superficie dorata assimilabile al set di toques genericamente chiamato Astur-Norgalaico, caratterizzato da aste con doppia finitura scozzese e decorazioni che si sviluppano motivi ornamentali geometrici.

In questo caso è riprodotta una distribuzione ornamentale molto simile a quella nota come Torques de Langreo, oggi depositata nel Museo Instituto Valencia de Don Juan, a Madrid. Anello la cui sezione centrale è ricoperta da sei false corde con decorazione incisa che fiancheggiano spirali interposte tra le sezioni distali decorate con rivestimento in filo. Termina con due teste a doppio giro.


Il secondo pezzo, ritrovato frammentato in sei parti, – che vediamo qui sopra – è stato provvisoriamente recuperato nel Museo Archeologico, ed è stato accertato che è completo. Si tratta di una collana rigida dalla superficie dorata con cerchio a sezione rettangolare rifinito con doppie teste a sezione scozzese. La decorazione mantiene una distribuzione classica con motivi cordati sui dischi, sezione centrale liscia e scanalature nello sviluppo laterale.

I primi torques possono essere considerati, per la qualità delle dimensioni, delle finiture e della fattura tecnica, un’opera unica nel panorama dell’oreficeria tipica del nord-ovest della penisola spagnola durante l’età del Ferro. Insieme al secondo pezzo costituiscono un insieme eccezionale come il primo caso di collane rigide in oro per le quali esiste un preciso riferimento al luogo e alle circostanze del ritrovamento.

Il contesto culturale

La fabbricazione di oggetti d’oro nella storia delle Asturie è documentata fin dall’inizio dell’età del bronzo, circa 4.500 anni fa. L’anello recuperato in un dolmen della Sierra del Aramo o i dischi dal sapore irlandese e dall’origine incerta sono i primi pezzi dell’oreficeria preistorica delle Asturie.

In epoche successive, soprattutto durante l’età del Ferro, il repertorio di gioielli si è ampliato, ma il suo studio è stato limitato dall’endemica mancanza di riferimenti relativi all’origine e alle circostanze in cui sono avvenuti i ritrovamenti. Si tratta per la maggior parte di un inventario non molto ampio nel quale, purtroppo, i reperti sono privi di qualsiasi contesto che consenta di determinare una data più o meno precisa di fabbricazione degli oggetti o l’epoca del loro deposito.

Fanno eccezione gli oggetti recuperati a seguito di ricerche archeologiche, ma si tratta principalmente di pezzi legati alla manipolazione e trasformazione di metalli preziosi e alcuni piccoli gioielli. Si tratta in ogni caso di un set da cui sono assenti i torcs, che costituiscono l’oggetto più caratteristico dell’oreficeria dell’età del ferro, non solo nelle Asturie ma in tutta l’Europa atlantica.

La scoperta e il recupero dei Torcs Cavandi costituisce quindi un evento straordinario, poiché indica, per la prima volta con assoluta precisione, lo spazio geografico di provenienza. Di conseguenza, faciliteranno lo studio dettagliato dello spazio in cui furono depositati e la conoscenza delle circostanze storiche in cui furono prodotti.

Entrambi i pezzi sono il frutto di una sapiente lavorazione artigianale, risolta con l’applicazione di elaborate tecniche orafe e nel rispetto di schemi estetici che, seppur riconosciuti in altri gioielli contemporanei, sono qui combinati in modo magistrale per offrire un risultato sorprendente.

Senza dubbio, l’analisi non distruttiva e l’esame topografico di entrambi i pezzi forniranno nuovi dati sulla tecnologia di fabbricazione, questione sulla quale gli studi realizzati dall’Istituto di Storia del CSIC in collaborazione con il Museo Archeologico delle Asturie, Non smettono di offrire notizie di enorme interesse riguardanti la composizione, l’uso dell’argento, le tecniche di doratura o i cambiamenti tecnologici riscontrati dopo la conquista romana.

Di conseguenza, lo studio dei torques Cavandi si integra in una linea di ricerca avanzata sull’oreficeria antica nelle Asturie. Il suo studio consentirà di contrastare alcune delle ipotesi finora avanzate alla luce delle nuove informazioni archeometriche e di avanzare nella risoluzione delle questioni legate all’antichità, alla sopravvivenza e alla progressiva trasformazione dell’oreficeria locale dopo la sua incorporazione nel mondo romano.

Comportamento esemplare e obbligo legale

Il Viceministro della Cultura ritiene che la scoperta dei torques di Cavandi torcs (Peñamellera Baja) possa essere definita un evento di estrema attualità per il messaggio che esso veicola. Il recupero , la salvaguardia e lo studio di questi oggetti preziosi è dovuto al comportamento esemplare di chi ha individuato il primo dei pezzi e ha informato le autorità competenti, come stabilito dalla Legge sui Beni Culturali. L’articolo 67 stabilisce che, in caso di oggetti rinvenuti casualmente, chi li ritrova deve darne comunicazione entro 48 ore alla Soprintendenza ai beni culturali, senza che ne venga data notizia al pubblico prima di aver informato l’Amministrazione. I resti e gli oggetti di interesse scoperti per caso sono considerati beni di dominio pubblico e devono essere depositati nel Museo Archeologico delle Asturie.