Scavano e trovano un oggetto con strani simboli. Cos’è? A che epoca risale? Cosa vogliono rappresentare quei segni? Le risposte degli archeologi

L’oggetto è stato trovato nella seconda metà del 2024 durante uno scavo archeologico in Europa. Essendo in profondità e in uno strato sigillato è impossibile che sia del Novecento. La funzione del reperto?

Tra le rovine di una sala di tessitura nel cuore di Tønsberg, un antico filatoio o fusaiola ha visto la luce dopo secoli di oblio. Nascosto tra strati di pavimento risalenti al XIII secolo, l’oggetto, in arenaria rossa, racconta una storia antica. Decorato con quattro simboli incisi, di cui tre orientati a destra e uno a sinistra, il filatoio porta con sé il fascino di un’epoca passata e la complessità di un simbolo le cui radici affondano nella storia dell’umanità.

Una sala di tessitura nel XIII secolo

La scoperta è avvenuta nell’area di Vektertorvet, dove gli archeologi del Norwegian Institute for Cultural Heritage Research (NIKU) hanno scavato per tutta l’estate e l’autunno 2024. L’edificio, identificato come una sala di tessitura, ha restituito numerosi manufatti legati alla produzione tessile: pesi da telaio, ruote da filatoio, tessuti e un raro ditale in lega di rame. Questi oggetti suggeriscono che l’attività principale fosse artigianale, forse familiare, ma non necessariamente su larga scala.

Pesi da telaio e altre fusaiole – in primo piano- trovati durante lo scavo

L’analisi stratigrafica e la straordinaria conservazione degli strati archeologici hanno permesso di datare la struttura con precisione. Questo edificio rappresenta uno dei più significativi esempi di attività produttiva medievale rinvenuti a Tønsberg, una città che, durante il XIII secolo, era un importante centro politico e commerciale del regno di Norvegia. L’individuazione di una sala di tessitura suggerisce un’economia locale vivace e una certa indipendenza nell’approvvigionamento di tessuti, elemento cruciale per una comunità in espansione.

La fusaiola, cuore della produzione antica

La fusaiola ritrovata a Tønsberg è un manufatto realizzato in arenaria rossa, un materiale ampiamente disponibile nella regione. La sua forma piatta con bordi arrotondati lo rendeva facile da maneggiare, suggerendo un utilizzo pratico e quotidiano. Gli strumenti come questo erano fondamentali nella produzione tessile, consentendo di trasformare fibre grezze, come lana o lino, in fili pronti per la tessitura.

Ciò che rende unico il reperto sono le incisioni decorative presenti sulla sua superficie: quattro simboli, tre orientati a destra e uno a sinistra. Sebbene i motivi decorativi fossero comuni nell’arte medievale e nei manufatti norvegesi dell’età del Ferro, è estremamente raro trovarli su strumenti di uso quotidiano come i filatoi. Questa particolarità conferisce all’oggetto una valenza sia pratica che simbolica.

La fusaiola, come sappiamo, è un piccolo oggetto in ceramica, pietra o osso che veniva utilizzato in antico come componente essenziale per filare i tessuti. Il suo funzionamento era semplice ma ingegnoso e si basava sul principio della rotazione per torcere le fibre in un filato continuo.

Struttura e utilizzo

  1. Componente del fuso:
    La fusaiola era inserita sulla parte inferiore di un bastoncino di legno chiamato fuso. Il fuso, insieme alla fusaiola, costituiva lo strumento di base per filare.
  2. Peso e stabilità:
    La fusaiola aveva una funzione pratica fondamentale: agiva come un peso per mantenere stabile il fuso durante la rotazione. Questo equilibrio consentiva di torcere le fibre, trasformandole in un filo uniforme.
  3. Tecnica di filatura:
    • Le fibre grezze, come lana, lino o cotone, venivano prima attorcigliate a mano per iniziare il processo di filatura.
    • Una volta avviato il filo, esso veniva fissato al fuso.
    • La filatrice faceva ruotare il fuso con un movimento rapido della mano o facendolo oscillare nell’aria, mantenendo una torsione costante nelle fibre.
    • Il peso della fusaiola aiutava a tirare e torcere le fibre in modo continuo, mentre la filatrice regolava manualmente la tensione per ottenere lo spessore desiderato del filo.

Forme e decorazioni

Le fusaiolae variavano per forma, dimensione e peso, adattandosi al tipo di fibra da lavorare e al filato richiesto. Alcune erano semplici e funzionali, mentre altre erano decorate con incisioni o motivi ornamentali, riflettendo il gusto estetico delle culture che le utilizzavano.

Importanza nella produzione tessile

La fusaiola era uno strumento diffuso in molte civiltà antiche, dalla Mesopotamia all’Europa preistorica, passando per le culture mediterranee e asiatiche. Grazie alla sua semplicità ed efficacia, ha avuto un ruolo cruciale nella produzione tessile fino all’avvento di macchinari più complessi nel Medioevo e oltre.

Una simbologia antichissima

I simboli incisi sulla fusaiola trovata in Norvegia hanno una lunga storia che attraversa culture e periodi. In Europa e in Asia, motivi simili sono stati utilizzati per rappresentare prosperità, buon auspicio o protezione. In Norvegia, questi simboli compaiono già nell’età del Ferro, decorando brattee d’oro, placchette lignee e, talvolta, tessuti. La nave di Oseberg, uno dei più celebri ritrovamenti dell’età vichinga, presenta esempi di motivi decorativi che potrebbero aver ispirato i simboli del filatoio di Tønsberg. Questa croce con uncini rappresentava, originariamente il sole e comunque elementi astronomici in transito. Essa aveva anche le funzione di suggerire un movimento vitale e, successivamente, il tempo.

Nel Medioevo, l’uso di simboli decorativi si estendeva anche a manufatti di uso quotidiano, come utensili, gioielli e strumenti artigianali. Tuttavia, non sono note altre fusaiole decorate in modo simile, rendendo questo reperto un’eccezione significativa. Gli archeologi ritengono che tali incisioni potessero avere un significato protettivo o rituale, oltre che estetico, in un contesto in cui la produzione tessile era strettamente legata alla vita domestica e comunitaria.

La produzione tessile nel Medioevo

Durante il XIII secolo, la produzione tessile in Norvegia era un’attività centrale per l’economia e la vita quotidiana. I tessuti non erano solo una necessità, ma anche un bene di scambio e un elemento distintivo dello status sociale. La tessitura richiedeva una serie di passaggi complessi, dalla filatura delle fibre grezze alla realizzazione di stoffe finite. Gli strumenti come il filatoio rappresentavano il primo passo di questo processo, trasformando la lana o il lino in filo utilizzabile.

In un contesto come quello di Tønsberg, una sala di tessitura ben attrezzata suggerisce l’esistenza di artigiani qualificati e di una rete di produzione e distribuzione che supportava la comunità locale. La presenza di pesi da telaio e altri strumenti conferma che l’attività non era limitata a una produzione domestica sporadica, ma aveva una dimensione organizzata e sistematica.

Un’arte tra fili e simboli

Il filatoio di Tønsberg ci ricorda che, nel Medioevo, la produzione tessile non era solo un’attività pratica, ma anche un’espressione artistica. I tessuti prodotti potevano essere decorati con motivi geometrici o simbolici, riflettendo una cultura visiva ricca e stratificata. La presenza di simboli su uno strumento come il filatoio suggerisce che l’arte e la funzionalità erano strettamente intrecciate, proprio come i fili di un tessuto.

Un confronto interessante è offerto dal Salterio di Eleonora d’Aquitania, un manoscritto del XII secolo che raffigura una donna intenta a filare con un filatoio simile a quello di Tønsberg. Questa rappresentazione evidenzia l’importanza del filatoio nella vita quotidiana medievale e il suo ruolo come simbolo di produttività e abilità femminile.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa