di Federico Bernardelli Curuz
Critico d’arte e giornalista. E’ specializzato in giornalismo culturale
Nel corso di uno scavo d’urgenza, durante un intervento di archeologia preventiva, avvenuto nei giorni scorsi in un terreno di Szprotawa, in Polonia, un team di archeologi – diretto da Radosław Kuźbik – ha compiuto una scoperta di rilievo: un tesoretto di circa 150 monete bratteate della Slesia, un deposito medievale che getta nuova luce sulla storia e sull’economia. E non solo della regione. La notizia è stata comunicata nelle ore scorse dal Conservatore provinciale dei monumenti di Lubuskie.
Le monete bratteate sono sbalzate, da un lato, su una sottile lastra di metallo. In questo specifico caso il materiale della lamina è una lega di argento e rame.
Il sostantivo brattea indica una foglia, anche nei fiori. Nell’arte antica le brattee erano sottili lamine d’oro, d’argento o di elettro – una lega d’oro e d’argento – assottigliate grazie a colpi di martello e usate per rivestimento di sculture, mobili e stoffe, o per realizzare gioielli.
Questa sottile foglia metallica poteva essere messa su un punzone dov’era un’immagine. Comprimendo le due parti si otteneva un altorilievo o un bassorilievo, come ben vediamo nell’immagine, qui sopra. L’immagine era ben leggibile solo da un lato, quello del recto, mentre il verso presentava solo i segni indiretti dell’operazione svolta con il punzone.
Il sito degli scavi ha rilevato la presenza antica di un burgage, una tipica proprietà cittadina che si configurava come un edificio a stecca, che si affacciava su una strada stretta. Era, di fatto, ciò che noi, oggi, definiremmo come case a schiera di un borgo, costituite da una porzione abitativa autonoma e da un giardino lungo e stretto. Durante il Medioevo qualcuno sotterrò qui, poco sotto la superficie del terreno, una borsa di stoffa – della quale sono rimaste inequivocabili tracce – contenente le monete a brattea, ordinatamente disposte in pile cilindriche.
Un esame più dettagliato ha rivelato che le monete sono principalmente bratteate coniate tra il 1250 e il 1300.
Le monete erano battute dai laboratori di zecca della Slesia, ma il loro utilizzo era di breve durata, poiché, frequentemente, esse erano dichiarate fuori corso. I cittadini dovevano così portare le monete stesse a un punto di raccolta autorizzato dalla zecca di Stato. Per ogni quattro monete vecchie consegnate ne ricevevano, in cambio, 3 nuove, con immagini diverse dalle prime.
Ufficialmente si diceva che ciò servisse per pagare il lavoro del maestro della zecca. In realtà questa affermazione era vera solo parzialmente. La situazione configurava invece una forma di tassazione statale, che agiva sui processi inflattivi e sul valore del denaro. Una diffusa tassazione indiretta, pari – quando le monete venivano richiamate – al 25 per cento del valore dell’emissione precedente. Tale è la percentuale di erosione creata dalla consegna di quattro brattee dai cittadini per ottenerne tre di nuove. La quarta moneta, trattenuta dallo Stato, veniva definita “moneta di esercizio”.
Radosław Kuźbik, uno degli esperti coinvolti nella scoperta, riflette sulla possibile provenienza del deposito in contanti, suggerendo che il tesoretto potesse appartenere a una persona agiata. Gli archeologi e gli storici si impegnano ora a rispondere a domande fondamentali: chi ha nascosto questo tesoro, quando e per quale motivo? Cosa poteva essere comprato, in termini di quantità, con il tesoretto?
Questa eccezionale scoperta non riguarda soltanto un tesoro numismatico. In quest’area sono stati trovati i resti di un ponte risalente al XV-XVI secolo e delle mura originarie della città costruite nel XIV secolo. Gli archeologi stanno scavando non solo nel terreno, ma anche nella storia di Szprotawa, offrendo uno sguardo senza precedenti sulla vita e sulle transizioni economiche di quell’epoca. Meccanismi che consentono anche di capire il rapporto tra tassazione e inflazione, nel nucleo arcaico – ma strutturale – di questa dinamica economica.