di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz
Tiefencastel (Svizzera), 17 dicembre 2023 – Un pugnale di 2000 anni fa rivelò il luogo di una battaglia a lungo dimenticata tra l’Impero Romano e i guerrieri locali. Ora gli approfondimenti e altre ricerche che hanno consentito di ricostruire lo scontro violentissimo, nel corso del quale i romani lanciarono centinaia e centinaia di proiettili da fionde e frombole. Mortali proiettili di piombo.
Il prologo. In Svizzera, un archeologo volontario e studente di odontoiatria Lucas Schmid ha scoperto nel 2019 un pugnale romano in argento e ottone di 2000 anni fa. Era un indizio vitale nella storia di una battaglia a lungo dimenticata tra l’Impero Romano e i guerrieri tribali.
Il pugnale in argento e ottone, emerso nel 2019, è diventato un prezioso indizio che ha condotto gli studiosi a indagare su un campo di battaglia dimenticato, dove le forze imperiali romane si scontrarono con i guerrieri di una tribù elvetica, intorno al 15 a.C. La scoperta ha indotto uno scavo sistematico che ha permesso di portare alla luce un vero e proprio tesoro di manufatti militari antichi.
Gli scavi
Un team composto da scienziati, studenti e volontari delle Università di Basilea e Zurigo ha dedicato gli ultimi due anni a esplorare il sito del presunto campo di battaglia, situato vicino alla gola Crap-Ses nel Canton Grigioni. Mentre la Svizzera è ricca di resti romani, la scoperta di luoghi di battaglia è stata un evento straordinario. (scorri verso il basso per scoprire i dettagli della battaglia)👇.
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— Stilearte.it (@Stile_arte) December 18, 2023
La battaglia
Gli scavi indicano che una task force romana composta da 2.000 uomini provenienti dalle legioni terza, decima e dodicesima si scontrò con 500-1.000 combattenti locali sulla cima di una collina tra i piccoli centri di Tiefencastel e Cunter. La violenza dello scontro è stata testimoniata dal ritrovamento di centinaia di proiettili da fionda e frombole, mortali proiettili di piombo che raccontano la furia di uno scontro epico.
L’area ha restituito una vasta gamma di manufatti, inclusi punte di lancia, proiettili fionde, spille, parti di scudi, monete e chiodi appartenenti ai soldati romani. Durante uno scavo autunnale di tre settimane (2023), sono stati recuperati circa 250-300 oggetti al giorno, tra cui una preziosa moneta romana coniata tra il 29 a.C. e il 26 a.C., durante il regno dell’imperatore Augusto.
Il contesto storico
Il territorio svizzero, in particolare la regione del Ticino meridionale, era stato conquistato dai Romani nel III secolo a.C. Con il tempo, l’Impero Romano estese la sua influenza attraverso la fondazione di colonie, consolidando il dominio sulle Alpi. Le campagne militari romane nella regione erano motivate dalla necessità di stabilire vie di transito, aumentare le entrate fiscali e reprimere disordini e attacchi locali.
“Sembra che la gente del posto, dopo l’attacco respinto, si fosse rintanata e sia stata colpita dai romani con fionde e catapulte”, ha detto Peter Schwarz, professore di archeologia romana all’Università di Basilea. Schwarz ritiene che alla battaglia abbiano preso parte 1.500-2000 romani. Un numero per certi aspetti limitato di militari, ma probabilmente sufficiente ad aver ragione, con risalite strategiche, delle resistenze dislocate dei Reti.
Le monete, il tipo di chiodi delle scarpe e i materiali trovati durante le ricerche offrono elementi precisi che consentono di stabilire l’epoca della battaglia.
“Questa è la prima volta che i resti di un sito di battaglia romano sono stati trovati in Svizzera”, ha detto Schwarz -“Sembra che i romani abbiano attaccato il loro nemico su un lato della valle, li abbiano spinti oltre il fiume, dall’altra parte della gola, prima di attaccare di nuovo”. Tutto si sviluppò nel Crap Ses, nel comprensorio della Val Sursette, tra Tiefencastel – 859 metri sul livello del mare – e Cunter – 1.182 metri di altitudine -. Una zona che, anche oggi, manifesta chiaramente il collegamento stretto con il mondo latino, quello degli occupanti. Qui si parla, infatti, il romancio, una lingua svizzera che ha grandi affinità con il ladino e con il friulano, entrambi parlati in Italia.
In questo comprensorio, al passo del Settimo, gli archeologi hanno evidenziato e studiato le tracce di un accampamento romano (immagine qui sotto).
Non pare fuorviante anche notare che Crap ses (ses è sei nei dialetti del nord Italia) quanto Passo del settimo (sept), o Val Sursette (Sur-ses) siano toponimi che andrebbero vagliati perchè potrebbero trovare origine nelle dislocazione, contrassegnata da denominazioni numeriche (sei o sette), delle forze di occupazione.
Tanto, questa ricerca nella gola del Crap ses, deve a Lucas Schmid, ispettore onorario della Soprintendenza che ha rilanciato le ricerche, grazie al ritrovamento, con metal detector, di un pugnale romano, particolarmente elegante e raro.
“Oltre alla spada, il pugnale (in latino pugio) era la seconda arma bianca usata dai soldati romani, sia delle legioni, sia delle truppe di appoggio – spiegano gli archeologi svizzeri – Per via della sua impugnatura a forma di croce, il pugnale del Crap Ses può essere datato al periodo compreso tra il 50 a.C. e l’anno zero. Pugnali di questo tipo sono rari. Finora se ne conoscono solo quattro esemplari, di cui uno proveniente dall’accampamento romano di Vindonissa, nel Cantone di Argovia. Il pugnale si trovava nel suolo senza guaina e probabilmente è stato deposto intenzionalmente”.
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