I militari riservisti israeliani hanno replicato l’impresa compiuta precedentemente dai membri del 404° battaglione del 282° Corpo dei Vigili del Fuoco, che avevano scoperto una lampada ad olio bizantina presso la striscia di Gaza. Questa volta, è stata la 143° Divisione a fare una nuova scoperta: un mortaio completo di pestello. L’utensile, utilizzato per macinare il sale o i cereali, è di basalto. Gli scopritori, tra cui un archeologo dell’Autorità per le Antichità israeliane, hanno consegnato il reperto ai Tesori Nazionali per la conservazione.
Il Tenente Colonnello della Riserva Yair Amitzur, comandante del fronte civile nella 143a Divisione, insieme al Maggiore della Riserva Elyashiv Bohbut, che è anche il secondo rabbino della Divisione, ha individuato il mortaio basaltico, dal peso superiore a 10 chili, durante i normali pattugliamenti nella busta di Gaza. I militari hanno notato un ammasso di terra lungo il bordo della strada, da cui spuntava un pezzo rotondo di basalto. Tirandolo fuori, hanno scoperto che si trattava di un grande e pesante mortaio con pestello. Yair Amitzur, grazie alla sua competenza archeologica, lo ha identificato immediatamente come un antico strumento per macinare.
Il basalto è una roccia di origine vulcanica, caratterizzata da un colore scuro o nero, specie nel caso di lucidatura e di elimanzione delle incrostazioni superficiali. Questa roccia ha origine da un magma che si solidifica rapidamente al contatto con l’aria o l’acqua ed è predominante nella composizione della parte superiore della crosta oceanica. I magmi basaltici si generano attraverso il processo di fusione causato dalla decompressione del mantello terrestre.
Queste rocce, spiega il Tenente Colonnello, sono comuni nel nord di Israele e in altre regioni distanti da quella in cui è stato trovato il reperto, suggerendo che il contenitore è stato trasportato da lontano. Si ipotizza che, in passato, fosse utilizzato per macinare soprattutto grano e altri prodotti agricoli. La scoperta ha suscitato entusiasmo, riaffermando che il Negev occidentale è stato un importante centro di insediamento, attraverso le generazioni, testimoniando guerre e battaglie passate, ma anche il costante rinnovo dell’insediamento e la prosperità dell’area.
Il mortaio è stato affidato alla National Treasures dell’Autorità per le Antichità israeliane per essere adeguatamente conservato. Il Tenente Colonnello Yair Amitzur, pur impegnato nella busta di Gaza, anticipa con entusiasmo il ritorno al lavoro a tempo pieno nell’ambito dell’archeologia. Sarah Tal, archeologa dell’Autorità per le Antichità israeliane, ha raccolto il reperto e ha rilasciato un certificato di buona conservazione, notando che mortai simili sono stati utilizzati in periodi che vanno dall’antichità biblica al periodo mamelucco.
Eli Escusido, direttore dell’Autorità per le Antichità israeliane, sottolinea l’importanza di preservare scoperte archeologiche anche in situazioni di guerra. Collaborando con le Forze di Difesa israeliane, l’Autorità per le Antichità israeliane si impegna a lasciare gli antichi ritrovamenti al loro posto e a coinvolgere gli ispettori per estrarre il massimo di informazioni sul contesto storico delle scoperte.