Un traffico di oggetti antichi di inestimabile valore è stato sventato in un’azione congiunta delle forze di polizia greche. Tra i reperti sequestrati la moneta d’oro antica con il maggiore valore del mondo: circa 6 milioni di euro.
L’operazione, coordinata dal Dipartimento Beni Culturali e Antichità della Direzione Sicurezza dell’Attica, ha portato al sequestro di 31 preziosi manufatti antichi, tra cui una moneta eccezionalmente rara proveniente da una colonia greca in Crimea. Questo evento senza precedenti ha gettato luce su un oscuro mondo di contrabbando di antichità che minaccia il patrimonio culturale della Grecia.
Il cuore dell’operazione era situato nei locali dello Stadio Olimpico “TAE KWO NTO” nella zona di Paleo Faliro, dove una rete di contrabbando di antichità era attiva. Un membro chiave di questa rete, noto con il soprannome di “Tzoni” ed originario dell’Albania, presumibilmente era coinvolto nella vendita di antichi manufatti provenienti da Attica ed Epiro. L’operazione ha avuto inizio il 16 settembre. Il Dipartimento Beni Culturali e Antichità ha poi condotto una perquisizione nell’area circostante l’edificio, rivelando un tesoro di oggetti antichi che costituiscono un patrimonio di inestimabile valore storico e archeologico.
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‼️Gli archeologi girano una lastra. Trovata ora nello scavo della via Appia l’epigrafe di una tomba romana di una donna e del figlio#roman #discover #Archaeology https://t.co/O4nvWn1eIy
— Stilearte.it (@Stile_arte) September 23, 2023
Gli antichi reperti sono stati trasferiti alla sede del Dipartimento Beni Culturali e Antichità, dove sono stati esaminati da un esperto archeologo dell’Eforato delle Antichità del Pireo e delle Isole. Secondo l’archeologo, ben 27 di questi manufatti rientrano nelle disposizioni di tutela della Legge sulla Tutela dei Beni Culturali Antichità, mentre quattro di essi richiedono ulteriori investigazioni per determinare la loro origine e valore.
Per preservare e valutare adeguatamente questi antichi tesori, gli oggetti saranno consegnati al Museo Archeologico del Pireo e al Museo Numismatico di Atene. Un fascicolo completo contenente tutte le informazioni rilevanti sarà presentato al procuratore del tribunale per i reati minori di Atene.
Uno dei reperti più straordinari scoperti in questa operazione è una moneta d’oro, uno “statere di Pantikapaion Crimea,” risalente al IV secolo a.C., che ha un diametro di circa 17 millimetri e un peso di circa 9,2 grammi. Questa moneta è stata riconosciuta come particolarmente rara dagli esperti del Museo Numismatico di Atene, in quanto rappresenta la figura del dio “Pan” in una rara rappresentazione frontale ed è originaria dell’antica città di Pantikapaion, una colonia greca situata nel Chersoneso Taurico del Mar Nero, oggi conosciuta come Crimea.
Nel mondo della numismatica antica, un nuovo record è stato stabilito proprio nei mesi scorsi con la vendita di un’antica, analoga moneta d’oro greca proveniente dalla Crimea. Lo statere venduto all’asta era un tempo conservato nel museo statale dell’Ermitage di San Pietroburgo fino agli anni ’30 del XX secolo ed è stato messo all’incanto nel maggio 2023 per raccogliere fondi a favore del governo sovietico. La casa d’aste responsabile della vendita è stata la Numismatica Ars Classica di Zurigo, con un prezzo finale di 4,8 milioni di sterline (corrispondenti a 5,39 milioni di franchi svizzeri).
Con il nome “statere,” nell’antica Grecia si indicava originariamente un didramma, ovvero una moneta del valore di due dracme, in qualsiasi metallo. Successivamente, in Macedonia, vennero coniate monete con un peso di 8,10-8,60 grammi, corrispondenti all’unità aurea. Ciò che rende eccezionale lo statere venduto è la sua estrema rarità, con solamente tre esemplari conosciuti in tutto il mondo.
La storia di questa moneta straordinaria risale al IV secolo a.C. ed è legata all’antica città greca di Panticapaeum, situata nelle vicinanze dell’attuale Kerch, sulla costa orientale della Crimea, all’interno del Regno di Bosforo. Si ritiene che il ritratto del satiro sulla moneta potrebbe essere un omaggio al re spartano Satyros I, che governò lo Stato greco-sciita dal 432 a.C. al 389 a.C. Dall’altro lato, il grifone rappresenta i mitici guardiani dei giacimenti d’oro presenti nelle montagne della Scizia.