Un appassionato di metal detector ha trovato, in queste ore, una moneta d’oro medievale in un campo agricolo di Wingfield, un villaggio del Sud-Ovest dell’Inghilterra.
“La moneta – dicono gli archeologi – è un mezzo nobile d’oro medievale di Edoardo III risalente al 1356-1361 d.C. (serie G Quarta monetazione periodo pre-trattato). Essa – nella foto, sopra – reca la scritta EDWAR DEI G REX ANGL (Edoardo, per Grazia di Dio, re dell’Inghilterra, ndr.) e raffigura il re in piedi, frontalmente, su una nave. È incoronato e indossa l’armatura, e tiene nella mano destra una spada e nella sinistra uno scudo inquartato con le armi dell’Inghilterra e della Francia”.
Nel verso la moneta – che fu battuta tra il 1356 e il 1361 e che potete osservare nell’immagine qui sopra – reca l’iscrizione del primo salmo biblico penitenziale – DOMINE [NE IN FV]RORE TVO ARGVAS ME. L’invocazione completa del salmo è “Domine, ne in furore tuo arguas me: neque in ira tua corripias me” che viene così tradotta in italiano: “Signore, non mi riprender con furore, / e non voler correggermi con ira, / ma con dolcezza e con perfetto amore”.
La scritta è iconograficamente completata da una croce fiorita con un giglio che fiorisce all’estremità di ogni lembo e al centro un vano ornato (contenente l’iniziale del re). “In ogni angolo figura un leone passante, guardante, con sopra una corona” – proseguono gli archeologi – il tutto entro una treccia di otto archi. La moneta fu battuta dalla Zecca di Londra”.
La moneta pesa 2,92 grammi e ha un diametro di 24,1 millimetri. Sotto il profilo semantico l’oggetto, attraverso le parti alfabetiche e quelle iconografiche rappresenta la potenza del Re, scelto da Dio, e il suo timor di Dio, quasi che il sovrano riconoscesse che la sua azione politico-militare potrebbe non inserirsi nel dettato biblico. La croce gigliata, al di là delle ricorrenze araldiche, risulta come una sorta di omaggio compensativo al Signore stesso.
Il reperto, dopo l’osservazione da parte degli esperti e l’indicazione del luogo del ritrovamento è stata riconsegnata al cercatore, che la conserverà fino al momento in cui, con certezza, il reperto sarà dichiarato tesoro.
A quel punto enti pubblici potranno acquistare il reperto a prezzi di mercato, quindi a un valore non svalutato dall’interesse pubblico. I proventi della vendita saranno divisi tra il cercatore e il proprietario del campo in cui è avvenuta la scoperta.