Trova uno strano oggetto nel bosco. Non è il fondello di una cartuccia. E’ un reperto più vecchio di Giulio Cesare. Cos’è

Nella zona si trovavano una linea di tumuli funerari che correvano lungo un terreno più elevato adiacente agli edifici dell'insediamento. I tumuli erano molto più grandi del solito. Si diceva che il tumulo centrale fosse alto 2,8 me lungo 24,7 m. Lungo il fianco correva uno spesso muro di selce e ciottoli. Più a nord si trovavano due tumuli più piccoli con sepolture profonde. Tutti i tumuli contenevano inumazioni e depositi in terracotta.

di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

30 dicembre 2023 – Un paio di giorni fa, un appassionato di metal detector ha deciso di smaltire i pesi delle festose tavole natalizie per una salutare passeggiata, tra campi e boscaglie. Aria fresca, quattro passi e il fido metal detector accanto a sé. L’uomo ha fatto oscillare più volte il rilevatore di metalli. I primi segnali hanno preceduto la scoperta delle solite, recenti ferraglie. Ma poco dopo, la paletta d’acciaio è scesa verso quello che, a un occhio non allenato, avrebbe potuto apparire come il fondello – con sbavature di fusione – di una vecchia cartuccia calibro 12.
Niente di tutto questo. Il reperto misterioso – di bronzo – presto si sarebbe rivelato un oggetto prodotto prima della nascita di Giulio Cesare. Cos’è? Lo vedremo poco sotto.

Intanto immergiamoci nella storia e nelle atmosfere del luogo di ritrovamento. Whittlesford è un villaggio nel Cambridgeshire, in Inghilterra. Il minuscolo centro abitato è situato sul ramo Granta del fiume Cam , sette miglia a sud di Cambridge. La stazione ferroviaria di Whittlesford Parkway serve il villaggio. La zona è molto verde. Dolci colline punteggiano il paesaggio

Il nome Whittlesford significa “guado di un uomo chiamato Wittel”, indicando l’importanza di un punto di attraversamento del fiume. Questi punti tranquilli dei corsi d’acqua – perché poco profondi o caratterizzati dalla presenza di macigni o isolotti che favorivano il passaggio a piedi o l’installazione di minuscoli ponti, se ben sfruttati, potevano essere fonte di sostentamento o di prosperità, per chi li gestiva. L’area fu occupata dagli antichi romani.

Vicino alla linea della sorgente a Nine Wells e Little Nine Wells si trovano i resti di un importante sito romano – abitato tra il I e il IV secolo d. C – che comprende una villa ed edifici associati, tra i quali un possibile complesso termale/santuario a valle del ruscello. Si parla del ritrovamento, nel passato, di una statua che rappresentava una figura femminile, forse la dea Minerva.

Nella zona si trovavano una linea di tumuli funerari che correvano lungo un terreno più elevato adiacente agli edifici dell’insediamento. I rilievi sarebbero poi stati sacrificati per le pratiche agricole. Ma si che il tumulo tombale centrale fosse alto 2,8 metri e lungo 24,7 m. Lungo il fianco correva uno spesso muro di selce e ciottoli. Più a nord si trovavano due tumuli più piccoli con sepolture profonde. Tutti i tumuli contenevano inumazioni e depositi in terracotta.

Ma l’oggetto trovato nelle ore scorse – lungo 17,9 mm, largo 14,2 mm, 1,56 grammi di peso – è ancora più antico del locale insediamento romano. E’ infatti una moneta celtica, battuta tra il 75 a.C. 55 a.C. circa. Queste monete furono prodotte proprio dagli avversari locali dei Romani. Le due incursioni cesariane in Britannia, avvennero nel 55 e 54 a.C. Furono parte integrante delle campagne di conquista condotte da Gaio Giulio Cesare in Gallia, come descritto nel De bello Gallico. La prima spedizione, nell’estate tardiva del 55 a.C., si caratterizzò principalmente come un’operazione di esplorazione, senza raggiungere risultati significativi. Le truppe sbarcarono via mare lungo la costa del Kent. La seconda spedizione, nel 54 a.C., fu più fortunata, portando all’ascesa al trono del re alleato Mandubracio e costringendo il suo rivale, Cassivellauno, alla sottomissione, sebbene il suo territorio non fosse completamente conquistato.

La moneta trovata in questi giorni dall’appassionato di metal detector fu prodotta dal popolo dei Cantiaci. I Cantiaci, o Cantii, costituivano una tribù celtica o belgica -quindi “parenti” dei futuri francesi e dei belgi – che abitava la regione della Britannia prima dell’avvento delle forze romane. Questa tribù si insediava nell’attuale Kent, situato nel sud-est dell’Inghilterra, fissando la propria capitale a Durovernum Cantiacorum, ora conosciuta come Canterbury.

Caio Giulio Cesare fece la sua prima incursione nel Cantium nel 55 a.C. e successivamente nel 54 a.C., episodi narrati nel suo resoconto storico “De bello Gallico”.

Durante l’epoca romana, Cesare menzionò quattro re influenti tra i Cantiaci: Segovage, Carvilio, Cingetorige e Tassimagulo, che detenevano il potere al tempo della sua seconda spedizione militare in Britannia. In un momento cruciale della storia britannica, il capo britannico Cassivellauno, assediato nella sua fortezza a nord del Tamigi, cercò un’azione congiunta dei quattro sovrani cantiaci per attaccare il campo romano, ma la manovra si rivelò infruttuosa. La spedizione di Cesare ebbe successo, e Cassivellauno fu costretto a cercare un accordo. La moneta circolava proprio in quel periodo.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz