Parrebbe un simbolo moderno, ma i cuori bilobati, volavano già nei giardini d’amore del Medioevo: le giovani donne – secondo le illustrazioni antiche – cercavano di acchiapparli e di fermarli, sia con reti da farfalle che con ampie reti per l’aucupio degli uccelli. Loro – le signorine – non cercavano fugaci avventure, ma amore duraturo. Per questo i pulsanti cuoricini andavano sottratti, in volo, per evitare che fossero presi da altre ragazze o da altri ragazzi; ci pare di capire che si trattasse di catture un cuore-anima e pertanto che la richiesta riguardasse soprattutto un sentimento stabile. Insomma. Un serio ardore. E’ probabile che i cuoricini siano nati sovrapponendo due immagini: quella di una farfalla – che è Psiche, cioè l’anima, legata ad Amore – e quella di una fragola di bosco.
Ecco qui sotto il gioco degli innamorati. Una donna, che interpretava Venere riceveva sul grembo i cuoricini sui quali c’erano i nomi dei proprietari. E poi li estraeva o li combinava. Se cerchi l’amore, insomma, disegna cuoricini e immaginati di gettarli sul grembo di Venere.
Il simbolo d’amore nasce nel Medioevo

L’uso del cuore come simbolo d’amore – frutto rosso simile a una fragola bilobata – nasce nel Medioevo con l’amore cortese, si sviluppa nel Rinascimento con la rappresentazione artistica e letteraria e si stabilisce nell’era moderna come l’emblema universale dell’amore romantico.
E’ assai probabile, come dicevamo, che il cuore trovi una cortese corrispondenza iconografica proprio nelle fragole, frutto sensuale che cresce nei boschi e nei giardini, luoghi in cui nasce contestualmente l’amore, nella protezione offerta dalla natura. Il simbolo del cuore è stato utilizzato in varie forme e contesti, anche militari, nel corso della storia, specialmente in Europa centrale. In particolare, tra Austria e Ungheria, il cuore appare in alcuni contesti che potrebbero essere collegati alla guerra anti-turca e alla lotta contro l’Impero Ottomano.
Il cuore e la resistenza all’invasione nemica
In Austria, il cuore era presente in alcuni simboli religiosi e nazionali. Un esempio notevole è il Sacro Cuore di Gesù (Herz Jesu), che divenne particolarmente importante nel Tirolo durante la resistenza contro l’invasione napoleonica all’inizio del XIX secolo. Anche se questo contesto è successivo alle guerre contro i turchi, l’iconografia cristiana del cuore come simbolo di devozione potrebbe essere stata usata in un contesto più ampio durante le guerre contro i musulmani ottomani, per rappresentare la fede cristiana.
Quando nasce il simbolo del cuoricino
Il simbolo del cuore come rappresentazione dell’amore ha una lunga evoluzione, che si estende nel corso di vari secoli e attraverso diverse culture. La sua associazione con il sentimento amoroso non è immediata e nasce in modo graduale, sia attraverso l’arte che la letteratura.
Antichità
Nell’antichità, non si trovano rappresentazioni del cuore legate specificamente all’amore romantico. Tuttavia, civiltà come gli Egizi e i Greci consideravano il cuore come la sede dell’anima, della mente o delle emozioni, ma non ancora come un simbolo d’amore tra donna e uomo.
Medioevo e fragole
Il simbolo del cuore inizia a essere rappresentato graficamente in modo simile a quello che conosciamo oggi a partire dal XIII secolo. Le prime illustrazioni medievali del cuore, tuttavia, lo rappresentano ancora in modo stilizzato e approssimativo rispetto alla sua forma anatomica. È in questo periodo che il cuore viene associato all’amore cortese, un ideale di amore romantico ma platonico che caratterizza la letteratura cavalleresca del tempo.
Un’importante opera che ha contribuito a questa associazione è il “Roman de la Rose” (1225–1270), un poema allegorico che descrive un giardino dell’amore dove il cuore – che vibra e aumenta il proprio battito, quando è colpito da amore – è rappresentato come il centro delle emozioni amorose. In questo contesto, il cuore diventa una metafora dell’amore, sia nella sua dimensione spirituale che romantica. E’ probabile che sia in connessione con questa cultura lo sviluppo iconografico del cuore come fiore-frutto, cresciuto nel giardino d’amore. Il riferimento va soprattutto alle fragole sensuali e carnose.
Rinascimento, cuore-cotogne e somma di cuori
Nel Rinascimento, l’immagine del cuore divenne più diffusa nella cultura occidentale, sia nella letteratura che nelle arti visive. Durante il XV e XVI secolo, gli artisti iniziarono a raffigurare il cuore in modi più riconoscibili e associati all’amore romantico, spesso collegato a frecce (simbolo di Cupido, il dio dell’amore nella mitologia romana) per sottolineare il legame con il sentimento amoroso. Tre Cinquecento e Seicento si disse che il cuore bilobato altro non era che una mela cotogna, simbolo dell’amore tra antichi. Ai tempi della Controriforma e nei primi anni del Seicento l’amore ufficiale non poteva essere altro che coniugale. Qualcuno pensa che il cuore dell’amore sia bilobato perché rappresenta la somma di cuori che hanno – ognuno – la forma di un pugno chiuso, ma che, uniti, somigliano a uno splendido frutto, che batte all’unisono per entrambi. Vediamo qui sotto la bella rappresentazione simbolica del cuore della Concordia maritale – cioè , nell’Iconologia di Cesare Ripa – edizione patavina del 1611.

Era Moderna

Nel corso dei secoli successivi, il cuore stilizzato si stabilisce come il simbolo universale dell’amore romantico, consolidato attraverso la diffusione della stampa, della letteratura e, successivamente, della cultura di massa. L’associazione del cuore con San Valentino, il giorno degli innamorati, ha poi contribuito a rendere questo simbolo inscindibile dall’idea di amore romantico.
Prime rappresentazioni del Sacro Cuore
Si crea, nel tempo, una salda unione tra simbolo amoroso e simbolo religioso, legato al Sacro Cuore. Le prime immagini del cuore di Cristo iniziano a comparire nell’arte sacra medievale, specialmente nelle rappresentazioni della Passione e del Cristo sofferente, dove il cuore diventa simbolo del sacrificio e della redenzione. Un passo importante verso l’iconografia del Sacro Cuore si trova nelle rivelazioni mistiche di santi come Santa Matilde di Hackeborn e Santa Gertrude di Helfta nel XIII secolo, che descrivono visioni mistiche del cuore di Cristo. E’ probabilmente grazie al misticismo femminile che avviene una sovrapposizione tra il cuore d’amore e il Sacro cuore, che, in alcune rappresentazioni, somiglia al cuore bilobato del giardino d’amore. In alcuni casi il Sacro cuore viene raffigurato mentre viene colpito dalla punta di una lancia. Frattanto gli ex voto in metallo, collocati nelle chiese e nei santuari, codificano l’avvenuta sovrapposizione tra amor sacro e amor profano. Le placche metalliche rappresentano un cuore-frutto-fiore.
XVII secolo: diffusione del culto del Sacro Cuore
Il culto del Sacro Cuore comincia a svilupparsi in modo più strutturato e diffuso a partire dal XVII secolo, grazie in gran parte alle visioni di Santa Margherita Maria Alacoque, una monaca francese dell’Ordine della Visitazione, che tra il 1673 e il 1675 afferma di aver avuto diverse visioni di Cristo. In queste visioni, Gesù le avrebbe mostrato il suo cuore, infiammato d’amore per l’umanità, circondato da una corona di spine e con una ferita aperta. Queste visioni furono fondamentali per stabilire la devozione al Sacro Cuore come pratica religiosa.
In questo periodo, il simbolo del Sacro Cuore viene codificato in una forma iconografica che diventa poi standard: un cuore rosso, spesso circondato da fiamme, una corona di spine, una croce e talvolta una ferita sanguinante.
Doré e il cuore della Divina commedia

Una colomba che diventa un cuore. Guardate questa illustrazione di Gustave Doré per la Divina Commedia di Dante. La storia, la conosciamo bene. Lei è Francesca, sposata. Nel castello in cui si è trasferita, dopo il matrimonio, vive anche il fratello del marito, il giovane ed elegante Paolo. Paolo propone alla cognata di leggere insieme i romanzi d’amore. Così, proiettandosi su quelle storie, e sentendo di essere amata da Paolo, anche ella cede a quel sentimento. Il marito li sorprende, insieme e li uccide. Così le loro anime finiscono, insieme all’Inferno perché hanno commesso un grave tradimento, un peccato mortale. Eppure si amano ancora, in modo struggente. Quando Dante e Virgilio arrivano nell’Inferno vedono queste due belle anime, incuriosite dagli estranei. Dante le vede come fossero colombe che giungono volando per dare testimonianza del proprio amore.

Nella splendida illustrazione di Doré. il corpo candido di Francesca diventa il ventre e il busto della colomba, mentre quello più scuro di Paolo rappresenta le ali e il dorso del volatile. Non sono più due colombe, come nella Commedia, ma una sola carne. Si può anche notare che questa colomba assume, nella propria aerea compattezza, la forma di cuore e di foglia strappata dal vento. Straordinario gioco del disegnatore. Insieme egli scolpisce gli amanti, il cuore, la colomba e la foglia lasciando che queste immagini agiscano sull’osservatore in modo subliminale., aperte e chiuse dalla comprensione del testo, aperte e chiuse come suggerimento interpretativo.